16 Novembre 2024 - 10:39

Fase ‘2’. Riapertura lotterie e case da gioco bollinata con rischio medio-alto

Il coefficiente di rischio integrato vede tra i bollini rossi il trasporto aereo, l’assistenza sanitaria e quella sociale non residenziale (per paradosso, molte delle attività che non si sono potute

16 Aprile 2020

Il coefficiente di rischio integrato vede tra i bollini rossi il trasporto aereo, l’assistenza sanitaria e quella sociale non residenziale (per paradosso, molte delle attività che non si sono potute bloccare), e tra i bollini arancioni (quelli a rischio medio-alto) servizi per la persona, lotterie e case da gioco, servizi di assistenza sociale residenziale, amministrazione pubblica, difesa, gestione delle reti fognarie.

Giuseppe Conte dovrà districarsi in questo mare di informazioni e decidere se già lunedì sarà possibile riaprire alcune linee produttive.

 

E’ quanto riporta La Repubblica in merito al lavoro in corso da parte della nuova task force guidata da Vittorio Colao.

La squadra di Colao ha dubbi su buona parte del lavoro fatto fin qui per preparare la fase due dell’emergenza Coronavirus. Non solo con i dispositivi di protezione individuale, ma con la app che traccia il contagio (sempre Arcuri è stato incaricato di siglare il contratto seguendo le indicazioni della politica) e con i test sierologici la cui efficacia – spiega uno dei 240 consulenti del governo – raggiunge ormai il 95% permettendo quindi di capire se un soggetto ha avuto il coronavirus senza accorgersene e si è immunizzato.

La squadra dell’ex ad di Vodafone è scettica sull’ipotesi di una ripresa fatta per fasce d’età. E lo è ancora di più sull’idea che chiusure e riaperture possano essere decise in base ai codici “ateco” che definiscono le diverse attività produttive. Quel che è necessario capire – per Colao – è quali filiere sono in grado di lavorare in sicurezza. Quali territori sono più attrezzati per farlo anche a livello di trasporti (intorno alle grandi città, nei luoghi in cui gli operai dipendono da pullman, autobus, metropolitane, è e sarà più complicato). Domani, il manager presenterà un report al presidente del Consiglio con i primi consigli, le raccomandazioni, soprattutto sui protocolli di sicurezza necessari per dare il via alle aperture di comparti o grandi fabbriche. Ce ne sono alcuni, come quelli fatti da Ferrari, Fca, Leonardo, che possono servire come modello di riferimento.

Di certo, l’intervento della task-force cambia il paradigma rispetto al lavoro del comitato tecnico scientifico, che invece – in base anche ai dati Inail – ha preparato un altro report. Si intitola: “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” ed è un lungo elenco di codici ateco cui viene affidato un livello di rischio in base a tre variabili: esposizione (la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio, vale per il settore sanitario, la gestione dei rifiuti speciali, i laboratori di ricerca); prossimità (la possibilità di attuare distanziamento sociale) e aggregazione (la tipologia di lavoro che prevede contatti con soggetti terzi, dal commercio alla ristorazione).

Il coefficiente di rischio integrato vede tra i bollini rossi il trasporto aereo, l’assistenza sanitaria e quella sociale non residenziale (per paradosso, molte delle attività che non si sono potute bloccare), e tra i bollini arancioni (quelli a rischio medio-alto) servizi per la persona, lotterie e case da gioco, servizi di assistenza sociale residenziale, amministrazione pubblica, difesa, gestione delle reti fognarie.

Giuseppe Conte dovrà districarsi in questo mare di informazioni e decidere se già lunedì sarà possibile riaprire alcune linee produttive. Confindustria spinge da giorni per le filiere tessile e meccanica. Comunque sia, l’immane lavoro da fare è quello in preparazione del 4 maggio, quando molte delle attività produttive dovranno comunque riaprire e dovranno farlo garantendo che non ci sia un ritorno del picco epidemico. La variabile trasporto pubblico non è ininfluente, tanto che la ministra Paola De Micheli – che ha parlato con Colao mercoledì – ha annunciato ieri lo studio di applicazioni mobili che evitino gli assembramenti sui mezzi pubblici. E ha chiarito come dovranno cambiare gli orari di lavoro, perché “fino al vaccino è impensabile ci siano milioni di persone in movimento tra le 7:30 e le 9:30 del mattino”.

Una sintesi delle varie indicazioni però stenta ancora a intravedersi. Ieri il leghista Claudio Borghi si è scagliato contro la task force del governo: “La commissione Colao ha passato due ore a parlare di come darsi l’immunità”, ha detto, perché in effetti, nell’incontro di mercoledì, parte del tempo è andata via per la richiesta degli avvocati di una manleva che metta al riparo i 17 da cause future. E anche il Pd comincia a dare segni di nervosismo: “Serve da parte del governo una maggiore chiarezza su come si intende gestire la transizione a cominciare dal contact tracing”, chiede la responsabile Innovazione pd Marianna Madia. “Continuiamo a leggere indiscrezioni sulle app, ma occorre una norma”. E soprattutto, serve “il coinvolgimento del Parlamento”.

 

 

PressGiochi

Fonte immagine: http://www.targatocn.it/2015/01/14/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/quel-secondo-che-puo-fare-la-differenza-se-al-semaforo-il-giallo-ne-dura-3-162-euro-di-multa-e-s.html

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