Secondo il mio parere di tecnico e di ex concessionario diretto dello Stato dal 2000 a Giugno 2013 – afferma Riccardo Calantropio – non c’è stata alcuna vera discriminazione nell’ultimo
Secondo il mio parere di tecnico e di ex concessionario diretto dello Stato dal 2000 a Giugno 2013 – afferma Riccardo Calantropio – non c’è stata alcuna vera discriminazione nell’ultimo bando del 2012, perché non c’era alcuna rete da cedere gratuitamente a fine concessione.
Tutti hanno, probabilmente, equivocato tra la funzione del concessionario e quella di provider. La cessione gratuita della rete avrebbe potuto avere senso nel caso della concessione del Lotto che è mono-concessionaria, riservata solo alle tabaccherie (con terminali dedicati, linee telefoniche dedicate e modem dedicati), ma non per le scommesse, con un numero alto di concessioni, e ubicazione delle ricevitorie variabile nel tempo. Lo so bene perché ho fatto il concessionario dal 2000 a Giugno 2013 con provider SNAI; e a fine concessione non dovevo cedere nulla. Nel passaggio da concessionario diretto a gestore Sisal, quest’ultima preferì sostituire anche le linee telefoniche e i modem. In ogni caso, gli stessi provider devono costantemente aggiornare le loro tecnologie e i loro programmi, in base all’evoluzione delle varie tipologie di scommesse sportive, virtuali, sistemistiche, etc., a sempre nuovi “protocolli di trasmissione dati” imposti dalla SOGEI, con nuovi costi supplementari. Quindi, lo svantaggio dei nuovi concessionari, rispetto ai vecchi era, a mio paere, trascurabile.
La Sisal, ad esempio, faceva pagare ai concessionari affiliati meno dell’1% del volume giocato e la Snai l’1,2%, includendo in questi importi, anche, il più costoso servizio quotazioni, la variazione costante delle quotazioni, spoglio, pubblicità, marchio, e altro. Quindi un costo della sola teorica rete molto contenuto, non superiore, ad essere prudenti, allo 0,3% del volume di giocate. Si è, dunque, sfruttato un errore grossolano (sicuramente una svista) dei Monopoli nella stesura del bando, e del fatto che questi ultimi, unitamente all’Avvocatura dello Stato, non hanno successivamente ben evidenziato nelle sedi giudiziarie quanto tecnicamente sopra descritto.
Non entro nel merito se queste società fossero consapevoli che non si doveva cedere nulla, visto che molte altre concessionarie sportive hanno chiuso prima del 2012; ma, in caso di dubbi di persone che non avevano questo tipo di esperienze contrattuali con i Monopoli, sarebbe bastato chiedere chiarimenti diretti all’allora AAMS, prima di partecipare. E’ la prassi normale per tutti i bandi. In ogni caso, si ha notizia che la Cassazione, recentemente, ha annullato con rinvio tre procedimenti sempre a carico della Stanleybet, rispettivamente ai giudici di Ancona, Taranto e Cremona, con richiesta di valutare meglio gli eventuali costi della cessione della rete, e se fossero tali da giustificare la rinuncia a partecipare. Non si può quindi escludere che, con queste nuove e più dettagliate analisi tecniche, alcune sentenze future si possano modificare a favore di ADM, eliminando così la teorica discriminazione dal bando, con conseguenze non indifferenti per la Stanleybet e per i suoi gestori di centri scommesse, sia sotto l’aspetto civile e sia sotto quello penale.
Anche in questo caso, una scommessa.
PressGiochi
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