Anche l’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze ha presentato in questi giorni una memoria alla Regione Piemonte in merito ad una eventuale modifica della legge regionale sul gioco. “L’Associazione AND-Azzardo
Anche l’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze ha presentato in questi giorni una memoria alla Regione Piemonte in merito ad una eventuale modifica della legge regionale sul gioco.
“L’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze – si legge – segue dal 2003 con interesse e con partecipazione l’apertura progressiva del nostro Paese al gioco d’azzardo. L’ approccio è volto a che questo crei ricchezza, e non povertà, crescita sociale e individuale, e non miseria e comportamenti aberranti, criminali o patologici. L’obiettivo dell’Associazione attraverso il presente rapporto è quello di fornire elementi utili atti a migliorare, laddove possibile, quello che finora è stato fatto, alla luce delle conoscenze scientifiche e alla luce dei risultati finora osservati. Quanto esposto di seguito è strettamente correlato ai contenuti in vigore nella Legge Regionale 2 maggio 2016, n. 9, e intende offrire un supporto empiricamente documentato alla validità degli stessi provvedimenti. Il comportamento da gioco d’azzardo è aumentato notevolmente nella popolazione a seguito dell’industrializzazione del settore, in particolare dal 2003 in avanti: la maggiore disponibilità e accessibilità dell’offerta e il cambiamento di alcune caratteristiche strutturali dei giochi stessi, hanno fatto si che esso si trasformasse da un comportamento ad appannaggio di pochi, a un consumo di massa.
Più persone giocano d’azzardo e maggiore è il numero di persone che manifesteranno problemi in relazione ad esso. I criteri diagnostici fissati nel DSM-5 per porre diagnosi di Disturbo da Gioco d’Azzardo (APA, 2013) riguardano la preoccupazione costante per il gioco, il bisogno di giocare somme sempre crescenti di denaro per ottenere lo stato di eccitazione desiderato, gli sforzi ripetuti ed infruttuosi fatti allo scopo di controllare, ridurre o arrestare la pratica di gioco, l’agitazione o irritabilità qualora si tenti di ridurre o sospendere il gioco, il giocare per sfuggire alle difficoltà, il tornare a giocare per recuperare le perdite subite, dopo aver perso del denaro, il mentire in famiglia, al terapeuta o ad altri per dissimulare l’ampiezza reale delle abitudini di gioco, il mettere a rischio o perdere una relazione affettiva importante, un lavoro o la propria carriera a causa del gioco ed il contare sugli altri per ottenere denaro e per uscire da situazioni finanziarie disperate dovute al gioco.
Il giocatore patologico, pur capace di intendere le conseguenze dei suoi atti, è incapace di volere.
Il gioco d’azzardo patologico si caratterizza con così tante e variegate sfaccettature rendendo necessario prevedere una presa in carico multidisciplinare complessa, sia del giocatore che della sua famiglia, per intervenire su più fronti, lunga e costosa.
Per quel che riguarda la diffusione del fenomeno, la prima indagine nazionale di prevalenza condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS 2016-2019; Pacifici, 2018) ha riscontrato sull’intero campione un tasso del 3% di persone maggiorenni affette da gioco problematico, oltre ai giocatori a “rischio moderato” (2,8%) e quelli a “basso” rischio (4,1%). In riferimento al solo campione dei giocatori, l’ISS ha rilevato un tasso del 8,3% di persone maggiorenni affette da patologia, oltre ai giocatori a “rischio moderato” (7,6%) e a quelli a “basso” rischio (11,3%). Lo stesso studio rilevava tra i minorenni un uguale tasso di gioco d’azzardo problematico del 3%, a cui si aggiunge un ulteriore 3,5% di minori che giocano d’azzardo con un profilo a rischio. Questi dati, stante che il gioco d’azzardo nel nostro Paese è vietato ai minorenni, dovrebbero essere pari a zero e testimoniano che la pratica di gioco d’azzardo legale in questa fascia di popolazione è presente, a seguito di un controllo evidentemente insufficiente che fa sfociare lo stesso settore del gioco d’azzardo legale nell’illegalità.
Tutte le dipendenze, inclusa quella dal gioco d’azzardo, non sono “pagate” solo dal diretto interessato, ma coinvolgono, anche se spesso in maniera poco visibile ma non per questo meno pesante, altre persone ed in primo luogo i familiari. Le dipendenze infatti sono un disturbo appetitivo invalidante che coinvolge anche chi vive con la persona dipendente. La famiglia è la prima vittima del gioco d’azzardo. Vivere con un familiare affetto da dipendenza è stressante: i familiari sperimentano un logorio che spesso diviene evidente con manifestazioni sintomatiche sia fisiche che psicologiche e chi si trova in questa situazione cercherà di adottare varie strategie per farvi fronte. La famiglia del giocatore è spesso impreparata al momento della scoperta e logorata al constatare la propria impotenza: generalmente ha dovuto affrontare bugie, minimizzazioni, negazioni, nervosismi e frustrazioni. È una famiglia che spesso si è dovuta scontrare con problemi economici anche significativi e invalidanti, con litigi, minacce di abbandono, crisi, separazioni. Tra i danni più rilevanti, dal punto di vista pratico vi sono situazioni di grave precarietà economica, indebitamento, vendita di beni essenziali oppure stati di morosità, furti di beni di famiglia destinati alla vendita per procurarsi denaro da giocare, progressione al rialzo dei tassi di indebitamento anche tramite la contrazione di finanziamenti plurimi eccedenti la reale sostenibilità di rientro. Dal punto di vista relazionale vi sono gravi conflittualità, clima di tensione, insicurezza, sensi di colpa, vergogna verso l’esterno, ricadute negative sulla salute dei congiunti. Il centro studi AMI (Avvocati Matrimonialisti Italiani) ha calcolato che il 6-8% delle separazioni e dei divorzi sono causati dalle conseguenze della dipendenza da gioco d’azzardo di uno dei coniugi.
La carta di Bangkok (OMS, 2005), primo aggiornamento della carta di Ottawa, per la prima volta riconosce che la promozione della salute è una funzione centrale della sanità pubblica. Le strategie che la Carta propone in un mondo globalizzato prevedono tra l’altro regolare e legiferare per assicurare un alto livello di protezione da ogni causa di danno alla salute e permettere uguali opportunità di salute e benessere per tutti: ormai è appurato che il comportamento umano sia la risultante anche dell’ambiente e, in coerenza con l’approccio alla salute attraverso i suoi determinanti, è necessario, realizzare quei cambiamenti ambientali che favoriscono un comportamento più sano da parte degli individui. Secondo questo approccio la domanda fondamentale non è più quali sono le cause della malattia, e come si possono prevenire, bensì quali sono le fonti della salute, come si crea, e come può essere rinforzata. L’introduzione del paradigma della salute pubblica è in linea con questa direttrice e rimanda al fatto che le iniziative politiche in ogni settore hanno anche il compito di promuovere sempre e comunque condizioni generali al sostegno della salute stessa, e ancor più le misure di politica sanitaria pubblica debbono avere in quest’ottica lo scopo di prevenire, eliminare o controllare la diffusione e insorgenza delle malattie, disabilità o morte in una determinata popolazione. Come puntualizza Marique, membro della Commissione dei giochi d’azzardo presso la Corte d’appello di Bruxelles, lo Stato deve svolgere la funzione di garantire trasparenza sulle politiche relative al gioco d’azzardo, tutelare i cittadini e fornire adeguate offerte di cura e prevenzione. L’inquadramento del gioco d’azzardo in una cornice di salute pubblica è la base indispensabile per promuovere e predisporre iniziative legislative volte ad introdurre una normativa adeguata in materia. L’approccio che inquadra il gioco d’azzardo come questione di salute pubblica è ormai ritenuto a livello di comunità scientifica competente a livello mondiale, il migliore auspicabile tra quelli presentati, in quanto consente di guardare il problema da più punti di vista, analizzandone sia i costi che i benefici, cogliendo a tutto campo l’impatto economico e sociale di tale attività, favorendo un dibattito politico pubblico “allargato” ai vari aspetti del gambling e alla sua complessità, e identificando strategie di intervento a più livelli.
Il processo di applicazione della legge Regionale ha già innescato un cambiamento rispetto ai trend che si sono osservati nelle altre Regioni italiane, in termini di raccolta e spesa, ma anche sono stati raccolti dati sull’incidenza di afflusso di pazienti ai SerT che forniscono dati interessanti. Modificare la Legge Regionale adesso significherebbe in molti casi tornare indietro, riaprendo esercizi che hanno già cessato l’attività, proprio a seguito dell’applicazione della Legge. Ciò è di per sé già poco logico e tardivo, nell’ottica dell’obiettivo di mantenere il focus di attenzione sulla salute dei cittadini e non su altri aspetti coinvolti. Inoltre, solo mantenendo invariata la normativa, nel giro di alcuni anni sarà possibile confrontare il suo effettivo impatto sull’incidenza e prevalenza del Disturbo da Gioco d’Azzardo nelle varie Regioni italiane, effettuando studi indipendenti di correlazione con le condizioni di contesto. Quindi ciò rappresenta una occasione unica e irripetibile per studiare gli effetti sul decorso della patologia, utilizzando la Legge Regionale piemontese come variabile indipendente e i dati di raccolta, spesa, rilevazione di casi patologici, a rischio medio o a rischio basso quali variabili dipendenti. Ciò anche al fine di identificare buone prassi di prevenzione strutturale su basi documentate, e non solo. La Legge Regionale del Piemonte contiene misure inquadrabili nel settore della prevenzione, che è a tutti gli effetti un atto sanitario. In quanto tale, quindi, essa si riferisce a precisi paradigmi scientifici di riferimento, sui quali possono esprimersi solo i tecnici della materia. La prevenzione ha come oggetto la protezione della salute da un punto di vista fisico, psichico e sociale, e può essere attuata con azioni sinergiche sul piano educativo e sul piano strutturale / ambientale.
Essa si mostra efficace solo attraverso un’azione collettiva nelle quattro aree descritte da Croce e Vassura: l’asse strutturale, quello della relazione educativa, quello dell’informazione e non ultimo quello della partecipazione alla costruzione del capitale sociale. Queste quattro aree sono tutte simultaneamente necessarie ed interdipendenti, dal momento che, specie in tempi di riduzione di risorse da destinare ad interventi di politica sociale, gli approcci educativi pur molto popolari, sono costosi e a rischio di scarsa efficacia specialmente se a se stanti, mentre gli approcci strutturali e politici sebbene meno popolari, siano certamente meno costosi e molto efficaci. In termini di prevenzione strutturale, inoltre, è da considerarsi il lavoro scientifico svolto da Griffiths e Parke circa il potenziale addittivo dei vari giochi d’azzardo a seconda delle loro caratteristiche tecniche, potenziale che può essere persino misurato oggettivamente con opportuni strumenti. Slot machine, VLT e Gratta e Vinci sono giochi d’azzardo ad elevato potenziale addittivo.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|