24 Dicembre 2024 - 18:38

Trentino. Cia (Agire): “Riceverò Sapar ma non significa che voglio promuovere il gioco d’azzardo”

“Ho ricevuto la lettera dell’associazione Sapar che chiede un incontro ufficiale. Come presidente della quarta commissione intendo fissare un appuntamento, ma questo non significa essere propenso alla promozione del gioco

13 Gennaio 2020

“Ho ricevuto la lettera dell’associazione Sapar che chiede un incontro ufficiale. Come presidente della quarta commissione intendo fissare un appuntamento, ma questo non significa essere propenso alla promozione del gioco d’azzardo”.

 

Così Claudio Cia, consigliere provinciale e assessore regionale, che aggiunge: “Ascoltare è un dovere istituzionale, un diritto di chi chiede di essere ascoltato. La politica che non sa ascoltare non può rappresentare nessuno”.

 

Dopo il botta e risposta tra Alex Marini, consigliere provinciale in quota Movimento 5 stelle, e Sapar-Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative per la lettera del pentastellato inviata al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, in merito alla legge sulle slot, il leader di Agire interviene nel dibattito.

 

“Ho ricevuto la lettera che è stata inviata anche al presidente della Provincia, non posso ovviamente rispondere per Fugatti – aggiunge Cia – ma l’intenzione è quella comunque di affrontare il dibattito. Certo, resto fortemente dubbioso sulla possibilità di posticipare l’entrata in vigore della norma. Avevo votato contro anche all’emendamento Bezzi e sostenuto dall’allora assessore Luca Zeni che sposta al 2020 l’entrata in vigore della norma sul divieto di collocare slot machine e Vtl in un raggio inferiore ai 300 metri da luoghi sensibili come scuole, centri per gli anziani e asili. Un provvedimento che si ipotizza possa essere ulteriormente spostato al 2022”.

 

Nel 2018 nel gioco d’azzardo sono stati bruciati tantissimi soldi tra slot machines, gratta e vinci, scommesse sportive, vtl e simili: sono stati spesi solo in Trentino 532 milioni di euro, un decimo circa del bilancio provinciale, e la somma che si sottrae tra giocate e vincite pagate si aggira intorno ai 122 milioni. A questo si aggiunge il costo sociale, spesso le persone che cercano la fortuna sono fasce deboli della popolazione e il giocatore rischia di rovinare sé stesso e tutta la famiglia.

 

I dati contenuti nel “Libro Blu” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli evidenzia come il volume di denaro giocato dagli italiani nel 2018 sia aumentato del 5%, il Trentino Alto Adige segue il trend e le giocate sono passate da 1.206 milioni di euro nel 2017 a 1.234 milioni di euro nel 2018. Numeri impressionanti: sono stati spesi quasi 179 milioni di euro solo nel Comune di Trento tra 10 milioni per puntate al Lotto, 15 milioni per lotterie istantanee, 2,2 milioni per il Superenalotto, 6 milioni per il Bingo, 7 milioni sono andati per scommesse sportive. Qualche volta si vince pure, ma le perdite sono superiori per ampio distacco.

 

“Gli ultimi dati disponibili relativi all’ammontare del gettito erariale che deriva dal gioco d’azzardo in mio possesso è del 2012: 42,8 milioni di euro, 38,6 milioni dei quali spettano alla Provincia. Nel 2014 l’associazione Ama – aggiunge Cia – stimava in 570 milioni di euro i costi per il Trentino di questo fenomeno. Se si prendono in considerazione i 7.500 giocatori patologici e i costi diretti si arriverebbe ad un costo per la collettività di 135 milioni: le cifre possono essere messe in discussione, ma è evidente l’impatto sociale del gioco d’azzardo”.

 

Un rapporto di Quaeris del 2017 indica che il 92% della popolazione intervistata a livello nazionale ritiene importante che Comuni e Regioni facciano prevenzione nei confronti del gioco d’azzardo e l’85,3% considera le politiche di prevenzione non efficaci. In controtendenza il Trentino: il 66,9% sarebbe a conoscenza delle politiche di prevenzione e il 59,9% le considera efficaci. Discorso diverso a Bolzano: il 63,3% sarebbe all’oscuro delle politiche di prevenzione e il 57,5% non le ritiene efficaci.

 

“L’interesse dell’associazione Sapar è legittimo – conclude Cia – ma è evidente che serve un dibattito serio e un confronto trasversale che intendo portare avanti in commissione. Chiaramente sono evidenti gli effetti del gioco d’azzardo e il costo a livello sociale. La Provincia e la politica non possono far finta di nulla in questo senso, ma alcuni aspetti sono regolati dal monopolio e quindi serve un ragionamento complessivo per essere certi di non incorrere in provvedimenti che limitano la concorrenza e la libertà di azione”.