25 Dicembre 2024 - 15:16

Spinelli (Osservatorio Gioco Toscana): “Gioco d’azzardo patologico: prevenire, informare e fare rete contro la solitudine”

Riflettori accesi sul gioco d’azzardo a Cecina Mare (Li) nel corso del Convegno “Nuove frontiere delle dipendenze: Azzardo, Giovani Giocatori, Giocatori Problematici, Giocatori Dipendenti”, organizzato dal C.E.A.R.T. “Temi sui quali

18 Settembre 2019

Riflettori accesi sul gioco d’azzardo a Cecina Mare (Li) nel corso del Convegno “Nuove frontiere delle dipendenze: Azzardo, Giovani Giocatori, Giocatori Problematici, Giocatori Dipendenti”, organizzato dal C.E.A.R.T.
“Temi sui quali – afferma Serena Spinelli presidente dell’Osservatorio sul gioco patologico in Regione Toscana – è bene mantenere viva l’attenzione, perché il disturbo da gioco d’azzardo è una malattia, una vera e propria dipendenza che purtroppo colpisce in maniera trasversale, ma in ancor più duramente chi già si trova in difficoltà, e interessa anche i giovani e gli adolescenti, soprattutto nelle sue forme digitali.

Ho portato al Convegno, il mio contributo in veste di presidente dell’Osservatorio regionale sulla dipendenza da gioco d’azzardo.
Sono emersi importanti spunti di riflessione e sono state illustrate alcune delle ultime ricerche in materia. Per esempio, tema che interesserà sicuramente tutti i genitori con figli adolescenti, il possibile rapporto tra gioco on line (game) e predisposizione al gioco d’azzardo (gambling).
Argomenti su cui le istituzioni devono tenersi aggiornate, per poter svolgere il loro ruolo centrale, che è quello di informare e prevenire.

Stiamo parlando della salute degli individui, ma informazione e prevenzione fanno fatica a farsi largo in un mondo dove il gioco d’azzardo ha libero domicilio online e purtroppo ancora una enorme pervasività pubblicitaria.
Per raggiungere un pubblico sempre più vasto occorrerà quindi studiare anche modalità innovative.
Questo il ruolo dell’Osservatorio. Penso ad esempio alla formulazione di proposte e obiettivi per progetti territoriali che riescano ad attivare una rete, a creare una comunità.
Il gioco d’azzardo patologico isola infatti la persona dal territorio, dalla famiglia, dal contesto lavorativo, per calarla in una realtà separata e virtuale. L’offerta di una collettività reale e ampia è la strada maestra per la prevenzione e per contrastare la dipendenza.

Un’ultima considerazione di carattere economico. Il gioco d’azzardo frutta allo Stato oltre 10 miliardi di euro, un bel gruzzolo al quale è difficile rinunciare. Ma in gioco c’è la salute delle persone. Quanto ci costa l’azzardo, non solo in termini di cura per chi ne diventa dipendente, ma anche in termini di solitudine, infelicità, sofferenza? E di risorse economiche e sociali sprecate nel gioco, risorse che potrebbero essere messe ben meglio a frutto a vantaggio di tutta la collettività? Un aiuto a rispondere potrà darcelo anche il nuovo Piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico, che attende di essere approvato dal Ministero e auspico che questo avvenga presto.
Ricordiamolo sempre, l’azzardo non è un gioco”.

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