In Emilia-Romagna – fa sapere l’associazione di gestori Astro – iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500m imposto ai punti dedicati al gioco dalla Legge
In Emilia-Romagna – fa sapere l’associazione di gestori Astro – iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500m imposto ai punti dedicati al gioco dalla Legge Regionale n.5/2013. Uno strumento – quello della distanza minima – adottato con il fine ultimo di contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo ma con un’applicazione sul campo che rischia di mancare completamente l’obiettivo ispiratore.
Oggi, infatti, l’unico esito a cui si sta assistendo è quello della chiusura delle aziende di gioco legale e delle conseguenti perdite occupazionali, mentre mancano evidenze positive con riguardo alla lotta contro la ludopatia.
Alla luce di tali constatazioni, e prendendo in considerazione le ultime evidenze del Libro Blu sui dati di gioco in Emilia Romagna, è necessario procedere, con urgenza, ad una valutazione circa l’efficacia della legge regionale rispetto agli obiettivi che si prefiggeva, prima che venga sancita la cancellazione totale della rete terrestre di gioco legale e vengano lasciati ampi spazi di manovra al gioco illegale.
Partendo dal presupposto che la legge n.5 del 2013 contiene, all’articolo 9, una clausola che prevede che la Giunta presenti alla Commissione assembleare competente, avvalendosi dell’apporto dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, una relazione valutativa della Legge Regionale, AS.TRO e Sapar hanno inoltrato alle Istituzioni competenti dell’Emilia Romagna un’istanza volta ad ottenere, con urgenza, la relazione valutativa di ritorno alla L.R. 5/2013.
PressGiochi