16 Novembre 2024 - 17:48

Il Conte bis: il giorno del giuramento

Ventuno ministri, un terzo donne. Con una media di 47 anni la compagine di governo guidata da Giuseppe Conte, alla sua seconda volta da premier, ha fatto questa mattina il

05 Settembre 2019

Ventuno ministri, un terzo donne. Con una media di 47 anni la compagine di governo guidata da Giuseppe Conte, alla sua seconda volta da premier, ha fatto questa mattina il suo giuramento. Dieci ministri del M5s, 9 del Pd, uno di LeU più un tecnico, l’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese all’Interno.

Con il giuramento dei ministri al Quirinale, letta la formula di rito nel Salone delle Feste dinanzi al presidente della Repubblica, si entra ora nel vivo dell’attività con al punto numero uno la nomina di Paolo Gentiloni a commissario europeo.

Ma quali saranno le reali gerarchie in un governo che non ha più vicepremier e dove Di Maio si è spostato “a latere” occupando la poltrona degli Esteri?

 

Probabilmente, quando Salvini ha detto (esagerando) che questo governo è stato fatto fra Parigi e Bruxelles, il primo nome che aveva in mente era proprio quello del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Personaggio, per carità, di assoluto rispetto e competenza, ma che nell’ultimo decennio si è occupato solo di affari europei, ad altissimo livello, affermandosi pure come abile mediatore fra Italia e UE nelle situazioni sanzionatorie. La sensazione è che Gualtieri sia perlopiù una sorta di watchdog voluto da Bruxelles per sorvegliare e “ben indirizzare” le scelte del nostro governo, onde evitare nuovi attriti con l’Unione.

 

Insomma, non sarà lui quello che deciderà le sorti del settore giochi – per quel che ci interessa -, come del resto non lo è stato nemmeno il suo predecessore, Tria.

 

Per quanto riguarda l’altro ruolo-chiave, quello di ministro degli Interni, è stato scelto un prefetto dal pugno di ferro, Luciana Lamorgese, che rappresenta un netto cambio di rotta rispetto a Salvini. Possiamo definirla un tecnico nel vero senso della parola, con quarant’anni di esperienza a livello ministeriale. Ma il fatto davvero indicativo è che si tratta di un personaggio assolutamente bipartisan.

Era piaciuta ad Alfano, quando la mise a capo di gabinetto, così come a Minniti, che dopo averla confermata la promosse a prefetto di Milano, con la benedizione del sindaco Sala e di Maroni. Meglio di così!

 

Qualora si dovesse riprendere il discorso del disegno di legge sul riordino dei giochi, dalla Lamorgese non possiamo certo aspettarci accondiscendenza nei riguardi dell’industria.

 

Infine, il compito di rafforzare la lotta alle patologie di gioco, con tutti gli annessi e i connessi, è affidato all’unico ministro Leu, Roberto Speranza, fedelissimo di Bersani, che non è né un tecnico né un politico esperto in materia. Qualcuno dovrà aiutarlo…

 

 

PressGiochi

 

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