Dnepropetrovsk, 7 maggio 2009. In una sala slot, piena di gente accorsa per assistere alla semifinale di Champions fra Chelsea e Barcellona, divampa all’improvviso un incendio. Il panico e la
Dnepropetrovsk, 7 maggio 2009. In una sala slot, piena di gente accorsa per assistere alla semifinale di Champions fra Chelsea e Barcellona, divampa all’improvviso un incendio. Il panico e la difficoltà di trovare le vie di fuga provocano un disastro: 9 morti, tra cui due addette ai lavori, e 11 feriti.
Le indagini rilevano subito che nella location le norme di sicurezza erano quasi totalmente ignorate. A cominciare da quella che impone uno spazio di 6mq per ciascuna macchina. Da qui, sospensione immediata di tutte le licenze e controlli a tappeto nelle gambling hall attive sul territorio ucraino, da cui scaturisce un quadro desolante: nessuno è in regola!
Questo è l’inizio della fine per il gioco d’azzardo in Ucraina. Nel giro di pochi giorni il parlamento vara una proposta di legge che impone il divieto totale, ad eccezione delle lotterie, superando persino il veto del presidente Viktor Juscenko e ignorando il fatto che molte locations avevano da poco rinnovato la licenza quinquennale. La norma, promulgata il 25 giugno, estende la chiusura anche alle attività online.
Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, doveva essere emanato un decreto volto alla creazione di gambling zone, ma il primo draft viene emanato solo nel novembre 2010. Il gioco sarebbe finito sotto la gestione monopolistica del National Gambling Operator. Permessi solo giochi di carte, dadi e roulette. Niente scommesse, slot, giochi elettronici di sorte in qualsiasi forma. I casino avrebbero potuto essere collocati in alberghi, navi e locations specifiche in aree non residenziali, culturali e di intrattenimento, con una dimensione minima di 500mq., e collocati a non meno di 500 metri da taluni luoghi sensibili. Regime agevolato per la Repubblica Autonoma di Crimea.
Silenzio assoluto per 5 anni. Poi, il 10 dicembre 2015, ecco apparire un nuovo disegno di legge, che però incontra l’opposizione dell’industria. Se una azienda deve pagare per ciascuna licenza terrestre un canone annuale che varia da 300k a 1 milione di euro a seconda della popolazione della città (senza considerare poi le elevate imposte proposte sulle entrate lorde); se poi deve sborsare un altro milione e mezzo per la licenza online; se è costretta ad assumere almeno 250 persone e può operare solo negli hotel di fascia alta con più di 200 camere, l’investimento è fortemente a rischio e sarebbe accessibile solo ai grandi gruppi.
Bisogna anche considerare, infatti, le condizioni politiche ed economiche del paese. La c.d. rivoluzione del febbraio 2014, e il susseguente inizio dello scontro con la Russia per la questione Crimea-Sebastopoli, poi proseguito con la guerra del Donbass, ancora in corso, hanno aggravato sine die una situazione già piuttosto precaria: gli investimenti esteri sono minimi, il sistema bancario è debole, la corruzione è dilagante il substrato normativo è datato e non supporta la ripresa.
La salita al seggio presidenziale di Volodymyr Zelenskyj – una specie di Ronald Reagan ucraino, ma solo perché ha avuto a lungo a che fare col cinema – il 20 maggio scorso, ha portato una ventata di novità, che alla gente piace visto che nelle elezioni legislative di luglio il “Servo del Popolo” (così si chiama il movimento che lo accompagna) ha stravinto col 44% dei voti.
Zelenskyj vuole sbarazzarsi del vecchio sistema, prendere le distanze dalla Russia per entrare nella UE e nella NATO, pur cominciando a dialogare con Putin per risolvere la questione Donbass (ma ancora ce ne passa…), e promuovere il neoliberismo sostenendo la distribuzione gratuita di cannabis terapeutica, l’aborto libero, la legalizzazione della prostituzione e del gioco d’azzardo.
Su quest’ultimo argomento Zelenskyj si è già espresso più volte. Da ultimo, il 7 agosto, trovandosi ad Istanbul per un business forum ucraino-turco, ha dichiarato di voler legalizzare il gioco negli alberghi a 5 stelle per sviluppare il turismo nella regione che si affaccia sul Mar Nero, in collaborazione con la Turchia stessa. Paradossalmente, il ritorno del gambling è un’esigenza viva più a livello politico che non sociale, sebbene poi una delle motivazioni di base sia sempre quella di contrastare la dilagante illegalità d settore.
La nuova legge prenderà le mosse dalla proposta di legge n. 4663, presentata al Parlamento (Verkhovna Rada) nel maggio 2016, che andò a sostituire la citta proposta del 2015 in quanto non compatibile con la legge anti-corruzione.
L’atto prevede una regolamentazione globale del mercato del gioco d’azzardo in Ucraina, seguendo in grandi linee le seguenti direttrici: creazione di un elenco esclusivo di attività autorizzate, ovvero lotterie, casinò, scommesse; avvio di un sistema di licenze; introduzione di requisiti finanziari rigorosi per gli imprenditori del gioco d’azzardo; obbligatorietà di identificazione dei giocatori per prevenire effetti negativi del gambling, in particolare per i minori, insieme a dure sanzioni finanziarie per la non conformità a tali requisiti; previsione di restrizioni nei confronti dei siti di gioco d’azzardo e divieto di pubblicità.
L’aspetto nodale è la concentrazione di tutte le funzioni normative in un unico corpo. Unitamente alla costituzione di un sistema fiscale efficace.
L’esperienza globale in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo suggerisce che il gioco d’azzardo può essere considerato un settore economico che garantisce enormi entrate erariali (I si parla di circa 400 mln di dollari all’anno), e al tempo stesso favorire l’occupazione.
Ormai ci siamo, è solo una questione di tempo.
PressGiochi