Non deve sorprendere che, nel volgere di un semestre scarso, Manila si trovi ad accogliere due fiere di settore. La prima, la PAGE (Phil-Asian Gaming Expo), si è svolta nello
Non deve sorprendere che, nel volgere di un semestre scarso, Manila si trovi ad accogliere due fiere di settore. La prima, la PAGE (Phil-Asian Gaming Expo), si è svolta nello scorso fine settimana. La seconda, la ben più importante G2E Asia, è in programma il 3/4 dicembre.
Le Filippine, infatti, sono uno dei terreni di conquista privilegiati dai cinesi, sempre nella logica di cercare territori in cui sfogare la loro voglia di gambling, ma non solo.
L’afflusso è iniziato nel 2016, in concomitanza con l’ascesa del presidente filippino Rodrigo Duterte, che ha stretto legami più caldi con la Cina, e la legalizzazione del gioco online (consentito solo agli stranieri situati al di fuori delle Filippine) ha fatto il resto.
Ora siamo quasi a livelli di allarme: circa la metà dei 169.000 permessi di lavoro straniero rilasciati dal Dipartimento dell’occupazione negli ultimi 3 anni è andato a cittadini cinesi, un terzo dei quali è in servizi di supporto, tra cui il gambling.
E siccome i filippini non parlano cinese – cosa indispensabile per mantenere il dialogo con l’utente – sono costretti a farsi da parte. Lo stesso Duterte comincia ad essere preoccupato: c’è una emorragia di lavoratori nazionali che deve in qualche modo essere arginata.
Che poi ci sia anche un po’ di populismo in questa affermazione non c’è dubbio, dato che vi è un certa reciprocità nei trasferimenti: i filippini residenti in Cina sono stimati sulle 300K unità. D’altra parte questo è un contingente che si disperde quasi nel nulla in un Paese cha ha quasi 1,4 miliardi di abitanti, dei quali 400 milioni appassionati di gioco.
Sta di fatto che la moderna ‘Chinatown’ di Manila cresce di giorno in giorno e sta facendo salire i prezzi degli immobili. I POGO (Philippine Offshore Gaming Operations) con licenza hanno rappresentato il 25% (180.000 mq) degli in uffici collocati a Manila da gennaio a giugno 2018, in gran parte acquisiti da aziende di gioco cinesi. E il giro d’affari si è raddoppiato dal 2017 al 2018, attestandosi sui 93,5 mln di euro.
Ma le aree POGO potrebbero diventare “città fantasma” se il presidente cinese Xi taglierà le operazioni in outsourcing usando il “grande firewall” cinese.
Al momento, comunque, le Filippine si godono il successo della PAGE, che per altro è l’unica esposizione di settore patrocinata dal governo, tramite la Philippine Amusement and Gaming Corporation (PAGCOR). Una tre giorni che ha visto la partecipazione di circa 200 espositori – tra cui Playtech, Oriental Game, Hongtu Game, Global Entertainment, Tianhao, Good Gaming, UG Group, TC gaming, SA Gaming, VR Gaming, iSoftbet, GPK, Titan Gaming, GuanJie Sports e World Network – distribuiti su un’area di 15.000mq.
Particolare rilievo va dato alla Oriental Game, la più importante compagnia filippina, che sta validamente tenendo testa ai cinesi. La Oriental sta costruendo due POGo Hub a Cavite City e Clark City (rispettivamente al nord e al sud del Paese), che goddranno di una licenza quinquennale, anziché triennale come tutti gli altri. La POGO City di Cavite, che occupa un’area di 20 ettari, ha richiesto un investimento di 156 milioni di dollari e può accogliere 20mila lavoratori; più piccola quella di Clark, che sarà di circa 10 ettari e darà lavoro a 5000 persone.
Il presidente PAGCOR Andrea Domingo, nel suo discorso di apertura alla PAGE ha condiviso il percorso che l’agenzia ha svolto per comprendere il settore del gioco.
“Negli ultimi due anni, ci siamo concentrati sull’elaborazione di regole e regolamenti per attirare coloro che, altrimenti, sarebbero stati dichiarati illegalmente operativi”. Ed ha aggiunto che, così facendo, PAGCOR è riuscito a convincere circa 59 operatori a entrare nelle Filippine.
Domingo ha anche introdotto la Gaming Employment Licence (GEL) e creato le condizioni affinchè l’apertura dei nuovi siti sia più facile e conveniente.
Eman Pulis, della maltese SiGMA, uno degli espositori della PAGE, ha portato l’esempio di Malta per dimostrare quanto sia fondamentale il ruolo del governo nella crescita del settore, rallegrandosi per come le Filippine stiano supportando l’industria del gaming.
Con entità private e governo filippino che lavorano positivamente insieme e colmano le lacune nella competizione, il paese si apre a investimenti che vanno oltre il settore del gioco d’azzardo, aprendosi a comparti immobiliare, turismo, cibo e bevande, edilizia, industria tecnologica.
PressGiochi