Limiti orari al gioco. Il Tar Lombardia conferma i poteri di intervento del sindaco

“L’attribuzione del potere di ridurre gli orari di esercizio del gioco da parte del Sindaco sulla scorta dell’art. 50 del TUEL deve ritenersi legittima”.

Lo ha dichiarato il Tribunale amministrativo per la Lombardia intervenendo sul ricorso di una sala giochi contro l’ordinanza del sindaco del comune di Rezzato che  ha previsto l’interruzione del gioco con apparecchi automatici tra le 7.30 e le 9.30, le 12 e le 14 e le 19 e le 21, per un totale di sei ore al giorno.

Come ha spiegato il Tar: “la Corte Costituzionale riconosce che – in forza della generale previsione dell’art. 50, comma 7, del d.lgs. n. 267 del 2000 – il sindaco può disciplinare gli orari delle sale giochi e degli esercizi nei quali siano installate apparecchiature per il gioco e che ciò può fare per esigenze di tutela della salute, della quiete pubblica, ovvero della circolazione stradale.”.

Tali conclusioni risultano ulteriormente rafforzate – spiega il collegio – dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 3382 del 2018, in cui è stata riconosciuta la natura di principio generale della materia alla previsione di limitazioni orarie come strumento di lotta al fenomeno della ludopatia, grazie all’affermazione di ciò nelle conclusioni della Conferenza unificata convocata per dare attuazione alle previsioni della l. 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità per il 2016)”.

La Conferenza unificata ha infatti individuato come misura minima di lotta alla ludopatia la sospensione del gioco per sei ore durante l’orario di apertura delle sale.

Il Tar ha quindi respinto il ricorso anche se, nel frattempo, il Sindaco del Comune di Rezzato, visto il ricorso giurisdizionale,  aveva disposto in autotutela l’annullamento dell’ordinanza sindacale per la limitazione degli orari delle sale.

PressGiochi