23 Dicembre 2024 - 08:33

Lissone. Il sind. Monguzzi: “Nonostante il nostro impegno il gioco aumenta: individuate 71 aree no-slot”

“Una spesa media pro-capite di 2.475 euro, cresciuta rispetto all’anno precedente: sono dati davanti ai quali occorre una riflessione sociale e solo renderli noti può contribuire ad accendere ulteriormente la

18 Giugno 2019

“Una spesa media pro-capite di 2.475 euro, cresciuta rispetto all’anno precedente: sono dati davanti ai quali occorre una riflessione sociale e solo renderli noti può contribuire ad accendere ulteriormente la riflessione sull’argomento. La preoccupazione c’è: il contrasto al gioco d’azzardo patologico passa anche dalla trasparenza sui numeri, per poter agire in ambito sociale e sanitario”.

Così il sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi, ha scelto di comunicare alla cittadinanza i dati ricevuti dalla Direzione Centrale Gestione Tributi e Monopolio Giochi relativi a flussi, giocate e importo totale del gioco d’azzardo nel Comune di Lissone nell’annualità 2017. Analoga richiesta, relativa al 2018, verrà riproposta nelle prossime settimane per avere la disponibilità di un quadro ancor più aggiornato.

Rispetto alle cifre del 2015 (2.240 euro spesa media pro-capite) e del 2016 (2.175 euro), l’incremento medio pro-capite è cresciuto di oltre il 10%. La somma complessiva del giocato è aumentata sensibilmente arrivando a toccare quota 113 milioni e 920 mila euro. La comparazione mette in evidenza un notevole incremento (il “giocato” complessivo era di 100.647.137 nel 2015, 98.395.769,13 nel 2016) cui fa seguito un inevitabile innalzamento delle vincite pari a 91,4 milioni di euro (erano oltre 82 milioni nel 2015, poco più di 77 milioni nel 2016).

La mole di “giocato” nella sola città di Lissone ha garantito all’erario un introito di 11,5 milioni di euro (8,7 nel 2015, 10 nel 2016).

La differenza fra quanto giocato a Lissone e quanto vinto fa sì che, anche nel 2017, ogni 5 euro scommessi, uno sia stato perso. Il dato lissonese è sensibilmente maggiore di quello medio della Provincia di Monza e Brianza, dove si è giocato pro-capite 1.440 euro (erano 1.341 euro nel 2015 e 1.411 nel 2016), con un trend ascendente in linea con quello cittadino, seppur ancora molto distante nelle cifre complessive.

 

“Il Gioco d’azzardo a Lissone è in sensibile aumento nonostante l’impegno dell’Amministrazione Comunale nella promozione di campagne no-slot e con progetti educativi che abbracciano l’età scolastica – rilancia il sindaco Monguzzi – Tutto questo non basta: occorre un impegno di tutte le forze sociali per contrastare una piaga che rischia di avere gravissimi riflessi sociali per la nostra comunità e per le persone che costituiscono la nostra collettività. Il Comune di Lissone è impegnato costantemente nel sensibilizzare la cittadinanza sui rischi dovuti alla ludopatia”.
Oltre ad aver partecipato personalmente alla “Terza Giornata sul contrasto al gioco d’azzardo patologico”, il sindaco Monguzzi ha fortemente voluto nel corso del 2018 iniziative pubbliche rivolte ad adulti e ragazzi di contrasto alla ludopatia. Fra queste, due spettacoli teatrali incentrati sui pericoli derivanti dal gioco d’azzardo patologico che hanno visto la partecipazione delle scuole superiori del territorio proprio per prevenire la ludopatia in età adolescenziale.

“A livello locale, il nostro impegno prosegue – aggiunge il Sindaco – l’unico modo per sconfiggere il gioco d’azzardo patologico è parlarne, dicendo con trasparenza i drammi sociali e personali a cui può condurre”.

La statistiche della spesa pro-capite a Lissone includono anche bambini e neonati della popolazione residente ed inglobano tutte le giocate effettuate sul territorio cittadino, indipendentemente dalla provenienza geografica del “giocatore”. Come specificato dall’Agenzia, infatti, i dati di gioco relativi al Comune non sono automaticamente riconducibili ai residenti, specie per le aree geografiche ad alta densità abitativa o in cui sono presenti concentrazioni di strutture lavorative fra cui stabilimenti, uffici pubblici, centri commerciali.

Nel 2017, la quota maggiore di spesa relativa al Gioco d’azzardo a Lissone si è concentrata sulle Video Lottery Terminal (VLT) con oltre 69 milioni di raccolta; a seguire, sulla base dei dati ufficiali dell’Aams – Agenzia Dogane Monopoli, AWP (video-slot con inserimento di monete) con oltre 26 milioni di euro, Superenalotto con poco più di un milione e una minima parte relativa a Winforlife. Nel 2017, il dato scomposto mette in evidenza anche i 7,3 milioni spesi per le Lotterie Istantanee, i 5,8 milioni per il Lotto e l’1,7 milioni per le Scommesse sportive a quota fissa.

 

 

Con un percorso condiviso che a partire dal 2012 ha coinvolto 26 esercizi pubblici, l’Amministrazione Monguzzi si è mossa attivamente sin dalla scorsa legislatura per sostenere il progetto “No slot”, voluto dal Sindaco e dalla Giunta per opporsi al proliferare di slot machines, videolotterie (VLT) e apparecchi d’azzardo in genere sul territorio lissonese.

Nell’estate del 2013 sono state consegnate le vetrofanie “No slot” da parte del Comune di Lissone ai 30 esercizi pubblici che hanno aderito all’iniziativa.

Gli esercenti aderenti hanno tutt’ora in evidenza sulle loro vetrine le decalcomanie con il logo della campagna, una significativa “patente di virtuosità” del loro negozio. A loro favore, è stato istituito un apposito fondo di bilancio per applicare uno sconto del 20% sulla tariffa sui rifiuti valido a partire dal 2013.

 

Sono inoltre 71 le aree “no slot” individuate dall’Amministrazione Comunale, attorno alle quali non è possibile il gioco d’azzardo. Ad essere state individuate nella zona di rispetto sono i dintorni di 23 istituti scolastici, una quindicina di luoghi di culto e oratori, 4 campi da calcio, un paio di impianti sportivi, 13 palestre, 2 strutture residenziali e 6 socio-sanitarie, 4 centri di aggregazione giovanile. Niente videolotterie poi a meno di 500 metri dalla casa di riposo «Agostoni», dalla sede di via don Bernasconi dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dal centro sociale-convitto di via Botticelli, dal Centro Diurno Disabili di via del Pioppo, dalle strutture che ospitano l’Associazione Stefania in via Filzi e «La Bottega» in via Baracca, la Cooperativa Gioele in via Buozzi, le cooperative Azalea e Donghi in via Pepe; dal «Cubotto» di via Lando Conti, dall’Informagiovani di via Ferrucci, dalla biblioteca civica di piazza IV Novembre e dal Museo d’Arte Contemporanea.

 

 

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