23 Dicembre 2024 - 09:00

Puglia. Arcadio (Fisascat Cisl): “Il 5 giugno, sit-in ad oltranza, finché non ci verrà data una risposta che tutela i lavoratori”

“Per noi il distanziometro non serve a combattere il problema della ludopatia, perché con gli smartphone si può giocare dovunque e in qualsiasi momento ma a noi, come organizzazioni sindacali,

30 Maggio 2019

“Per noi il distanziometro non serve a combattere il problema della ludopatia, perché con gli smartphone si può giocare dovunque e in qualsiasi momento ma a noi, come organizzazioni sindacali, la proposta di emendamento che riduce le distanze da 500 metri a 250 tutto sommato potrebbe anche andare bene ma solo se riguarda le nuove aperture di sale. In questo modo verrebbero salvaguardati i lavoratori storici “.

Lo dice all’Adnkronos Antonio Arcadio, segretario generale della Fisascat Cisl Puglia, a proposito delle proposte di modifica alla legge regionale del 2013 contro la diffusione del gioco d’azzardo patologico.

 

Oggi l’emendamento era all’ordine del consiglio regionale, al 20esimo punto. Fuori hanno manifestato i lavoratori di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Ugl. Presenti anche i rappresentanti di alcune organizzazioni datoriali. Dopo la proroga di sei mesi concessa a dicembre, il 15 giugno scadono i termini per l’adeguamento delle sale giochi alla stessa legge, in particolare sulla questione delle distanze dai luoghi considerati sensibili (scuole, parrocchie, palestre, tabaccai ecc.).

Tra i consiglieri “ci sono differenze interpretative sull’emendamento”, spiega Arcadio. “In particolare alcuni ritengono che le regole sulle distanze debbano applicarsi anche per le sale aperte dopo l’approvazione della legge del 2013. Altri pensano, come i sindacati, che “debbano essere applicate solo per le nuove aperture”.

Il presidente dell’Assemblea Mario Loizzo, dopo che i rappresentanti dei sindacati sono stati ricevuti dai consiglieri e che sono emerse queste diversità di opinioni, ha ritirato il punto rinviando la discussione al 5 giugno quando verrà riformulato “dopo un chiarimento al loro interno”, continua Arcadio.

“Senza voler far polemica – sottolinea – ma è emersa un po’ di confusione. Noi per senso di responsabilità abbiamo deciso di interrompere la manifestazione spiegando ai lavoratori quello che sta succedendo. Ma il 5 giugno torniamo e non ce ne andiamo più fino a quando non ci danno una risposta seria che da un lato salvaguardi i lavoratori e dall’altro una risposta, visto che siamo sindacati che pensano alle famiglie, su quali possano essere le politiche attive per trovare le soluzioni al problema della ludopatia”.

Oltre alla riduzione della distanza entro la quale non sarebbe consentita l’attività delle sale gioco, l’emendamento prevede anche l’eliminazione di qualche luogo sensibile ad esempio i tabaccai. I lavoratori rimangono in ogni caso scettici sul rimedio del distanziometro. “Non serve a nulla, non risolve il problema della ludopatia”, ribadisce Arcadio.

“E’ inutile – dice Arcadio – che ci prendiamo in giro: con gli smartphone ormai si può giocare 24 ore su 24. Ma se questo serve a salvare capra e cavoli e riguarda le nuove aperture, a noi va bene. Avremo salvato i lavoratori e per lo meno possiamo lavorare per il futuro”.

Arcadio sottolinea che, applicando le nuove regole anche per le attività già operative, “almeno nell’immediato saltano 2 o 3 mila posti di lavoro in tutta la regione su una platea complessiva di 20 mila. Parlo ad esempio per la mia città, Taranto: ci sono due sale bingo, entrambe vicine a scuole e chiese. Piacciano o non piacciano danno lavoro minimo a 200 persone che portano il pane a casa”. L’appuntamento è per il 5 giugno. “Sarà un sit-in permanente di là non ce ne andiamo”. Almeno finché non ci sarà chiarezza sulla problematica.

 

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