23 Dicembre 2024 - 13:33

Ravenna: realizzato studio sulle abitudini di gioco dei giovani in cinque Istituti Superiori

Uno studio condotto tra ragazzi/e di 5 Istituti Superiori di Ravenna descrive la problematicità del fenomeno del gioco d’azzardo. L’indagine effettuata ovviamente offre una immagine parziale degli Istituti Superiori di

05 Aprile 2019

Uno studio condotto tra ragazzi/e di 5 Istituti Superiori di Ravenna descrive la problematicità del fenomeno del gioco d’azzardo. L’indagine effettuata ovviamente offre una immagine parziale degli Istituti Superiori di Ravenna, ma ha permesso di ottenere informazioni utili sulle abitudini, diffusione e il rischio del gioco d’azzardo nella popolazione di studenti esaminata.

I dati indicano che poco più della metà degli studenti (52,3%) ha giocato almeno una volta d’azzardo a soldi negli ultimi 12 mesi. Questa percentuale risulta leggermente superiore ai dati ESPAD 2017, IPSAD 2017-18 e ISS 2018, il 61,99% dei maschi e il 48,26% delle femmine, confermando anche altri sulla maggiore tendenza di gioco negli istituti tecnici.

Inoltre, il 55,6% di chi gioca risulta minorenne (21,1% del campione complessivo di studenti), e il 42,39% lo ha fatto prima dei 14 anni, confermando i dati sull’esordio precoce di gioco.

Anche in questo caso il Gratta e Vinci è risultato il gioco più praticato dagli studenti, seguito dai Giochi di Abilità (es. freccette, biliardo), dai giochi di carte (es. briscola, beccaccino, poker), dal bingo, dalle lotterie, dai giochi telefonici, dalle scommesse sportive, totocalcio, ecc. Dati sostanzialmente in accordo con quelli ESPAD 2017, IPSAD 2017-18 e ISS 2018.

Anche il numero dei giochi praticati sottolinea che il poligambling è un fattore critico del gioco problematico e i maschi presentano una frequenza maggiore di gioco spendono di più delle femmine.

Quasi la metà (47,1%) dedica al gioco meno di un’ora al giorno, e una minoranza (4,5%+0,8%) di più, e 293 (44,3%) studenti hanno affermato di sentire di aver giocato poco nell’ultimo mese e 51 (7,7%) di aver giocato molto. La sovrapposizione delle percentuali di questi ultimi dati evidenzierebbe una distorsione interpretativa legata al tempo utilizzato per il gioco e la percezione di aver giocato poco, invece la percentuale di chi dichiara di aver giocato molto è abbastanza in linea con il tempo di gioco. Il campione complessivo (n=1266) riporta una percentuale non trascurabile (30,2%) di familiari e parenti che giocano d’azzardo, e che giocano a soldi in famiglia (10,7%). In varie ricerche si è osservata una relazione tra problematiche di gioco in famiglie che giocano d’azzardo.

 

 

I dati – Lo scopo dello studio è stato quello di estendere i dati di una precedente indagine (Savron et al., 2017) valutando abitudini, atteggiamenti e comportamenti di gioco d’azzardo in 5 scuole secondarie superiori della Provincia di Ravenna. E’ stata condotta su un campione di 1266 studenti tramite la somministrazione di un questionario anonimo che ha indagato sugli aspetti socio-demografici, disponibilità economica di gioco, abitudini di gioco d’azzardo, giochi praticati, ore giocate, somme vinte e perse, la presenza di distorsioni cognitive, pensieri erronei, giocare e giocatori in famiglia, utilizzo sostanze, e 3 test differenti: il Lie/Bet (Johnson et al., 1997), il SOGS-RA (Lesieur, Blume, 1987; Winters et al., 1993; Bourean, Poulin, 2007)) e lo SLUGS (Blaszczynski, Ladouceur, 2004; Capitanucci e Carlevaro, 2004; Blaszczynski, Ladouceur, Moodie, 2008). Per la valutazione statistica è stato impiegato il programma Statistical Package for Social Science (SPSS) e i punteggi sono stati espressi in medie e deviazioni, standard. E’ stata effettuata l’analisi della regressione multipla stepwise per definire le variabili che influenzano i comportamento di gioco.

Dall’indagine sociodemografica i padri avevano un’età media di 48,56 (± 5,56) anni, range 34-74, e le madri di 45,23 (± 5,40) anni, range 31-61; 928 genitori erano sposati o conviventi, 281 divorziati o separati e 37 vedove/i o di seconde nozze, e nella Tab. II vengono riportate le professioni di coloro che hanno risposto.
Dei 1266 studenti, 371 (29,3%) erano maschi e 895 (70,7%) femmine, di età compresa tra i 14 e i 22 anni, con una media di 17,01 (±1,63) anni, 402 studenti frequentavano il Liceo Artistico e 864 le 4 scuole a indirizzo tecnico.

Seicentosessantadue studenti (52,3%) hanno affermato di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno di cui 432 (65,26%) femmine, corrispondenti al 48,26% di tutto il campione femminile e 230 (34,74%) maschi relativi al 61,99% del campione maschile. Trecentosessantotto erano minorenni, pari al 55,6% del gruppo che gioca, 29,1% di tutto il campione, e di questi, 156 (42,39%) lo hanno fatto prima di compiere 14 anni. In merito al multigambling, i risultati hanno mostrato che 263 ragazzi (39,7%) hanno frequentato un solo gioco, 153 (23,1%) ne hanno praticato due, e 92 (13,8%) fino a tre, 49 ragazzi (7,4%) quattro, 36 studenti (5,43%) cinque, 27 sei giochi e 4 più di 7.

I giochi più frequentati e le rispettive percentuali vengono riportate in Tab. III; come si può osservare, sono dissimili fra maschi e femmine, e nell’insieme sono stati il Gratta e Vinci, abilità, carte, bingo, Superenalotto, giochi telefonici, lotto, scommesse sportive, totocalcio e così via.
La spesa media giornaliera di gioco è leggermente maggiore per i maschi (M=1,84 euro) rispetto alle femmine (M=1,49 euro); mentre la differenza tra la media globale risulta significativamente superiore nei maschi (M=6,52) che nelle femmine (M=4,77).

Trecentododici ragazzi (47,1%) dedicano giornalmente meno di un’ora al gioco, 30 (4,5%) da 1 a 3 ore, e 5 studenti (0,8%) lo praticano più di 3 ore; invece, in merito alle ore dedicate all’azzardo durante l’ultimo mese, 292 studenti (44,1%) ha dedicato meno di un’ora, 28 (4,2%) da 1 a 3 ore, e 18 ragazzi (2,7%) più di tre.

E’ stato anche chiesto di esprimere quanto loro sentissero di aver giocato nell’ultimo mese (inteso come percezione di intensità di gioco) e 51 (7,7%), hanno dichiarato di aver giocato abbastanza/ molto, mentre 293 (44,3%) ha dichiarato di aver giocato poco.

Indagando la presenza nel nucleo famigliare di un parente che giocava d’azzardo nel campione totale studenti, in 136 hanno dichiarato il padre (10,7%) e 65 la madre (5,1%); 25 (2,0%) entrambi i genitori; 72 (5,7%) i nonni; 38 (3%) una sorella o un fratello; 17 (1,3%) gli zii; e 13 (2,4%) altri parenti. In aggiunta 136 studenti dichiarano di praticare il gioco d’azzardo a soldi in famiglia.

Seicentotrentotto studenti (50,39%) del campione totale conosceva qualcuno che “aveva avuto problemi” di gioco d’azzardo, per 271 amici e conoscenti (21,4%), 222 (17,5%) il cugino, 51 (4%) il papà, 10 (0,8%) la madre, 17 (1,3%) fratello/sorella, 38 nonni (3,0%), 28 partner (2,2%), si trattava di un famigliare, e per 2 (0,2%) il compagno di classe.

 

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