25 Dicembre 2024 - 15:23

Il futuro Totocalcio potrà essere una minaccia per i giochi numerici. Ecco il perché…

Se la Legge di Bilancio ha dedicato ben 6 commi (634-639) alla riforma dei concorsi pronostici (Totocalcio e affini) un motivo ci sarà pure. Per ora misterioso ma sicuramente minaccioso:

25 Gennaio 2019

Se la Legge di Bilancio ha dedicato ben 6 commi (634-639) alla riforma dei concorsi pronostici (Totocalcio e affini) un motivo ci sarà pure. Per ora misterioso ma sicuramente minaccioso: sta forse per nascere un terribile concorrente per i giochi numerici?

 

 

La domanda, che ora ha il sapore di battuta, è in realtà meno peregrina di quanto sembri. Attenzione a tre aspetti, innanzitutto:

  • Il gioco (o i giochi) sarà il primo della nuova era, ovvero di quelli studiati appositamente per azzerare (e non diminuire, badate bene) i rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo.
  • La percentuale di vincita è molto alta rispetto ai giochi numerici, fra il 74% e il 76%.
  • La raccolta dovrà finanziare la nuova società “Sport e Salute Spa”, erede in toto (non calcio) della Coni Servizi, che gestisce tutte le attività del CONI.

 

 

Queste tre premesse bastano per rendere l’operazione piuttosto seria e ambiziosa. La riforma manderà in soffitta Totocalcio e Totogol, mentre il Big Match dovrebbe essere salvo, in quanto non rientra nei concorsi pronostici, sebbene poi raccolga una miseria, anche rispetto al “povero” Totocalcio, e offra montepremi ridicoli (il record stagionale, del 20 ottobre scorso, è di 16.738,62 €!)

 

Ipotizzare con cosa saranno sostituiti è davvero difficile, perché, guardandoci intorno, c’è poco da scopiazzare, visto che i giochi Toto si assomigliano un po’ tutti. Dalla Quiniela spagnola alla Totobola portoghese  (entrambi con 14 partite + 1), Loto Foot francese (si gioca su 7 e su 15) al PromoSport tunisino (il classico 13), dal Toto sudcoreano (14) al Toto13r tedesco (che si contraddistingue comunque per le partite ad handicap), dal Toto bulgaro con due versioni a 12 e 13 pronostici al Stryktipset svedese (anche qui con 13 partite in palinsesto), ci possono essere variazioni sulle categorie vincenti, sui jackpot, sulle colonne in schedina e sui segni adottati (1X2 – 102 – 1N2, ecc., sino ad arrivare ai geroglifici coreani 승무패), ma alla fin dei conti siamo lì.

 

Interessante, ma non adottabile, la soluzione lituana, che propone montepremi fissi (quindi a prescindere dalle giocate) nelle tre varianti del Toto: Colossus (7), CS Pick 6 (nei quali si gioca sul risultato esatto), 1×2 Pick 15. Ancor più interessante, e fattibile, lo HeadtoHead proposto dall’inglese The Football Pools: una partita secca nella quale bisogna indovinare, siglando le caselle HDA – corrispondenti alle nostre 1X2, chi fa più gol, chi batte più corner, chi fa più tiri, nel primo e nel secondo tempo. Carina pure l’idea austriaca, che ricalca un po’ il vecchio sistema inglese: c’è un listone di 18 partite, di cui le prime 5 sono obbligate, dopo di che il giocatore deve sceglierne 8 delle restanti 13.

 

In ogni caso, l’esperienza insegna che, per andare sul sicuro, per attirare una massa consistente di giocatori, il gioco (o i giochi) dovrebbe essere facile, e pertanto accessibile pure a chi non ha molte competenze in maniera calcistica (o sportiva in genere); il montepremi deve offrire, insieme a grandi vincite, anche premi minori a più alta probabilità; l’attesa fra la giocata e l’uscita dell’esito deve essere più ridotta possibile.

 

Non è che abbiamo detto molto, ma più di questo non si può. Di sicuro, perché lo dice la legge, sempre e comunque di concorsi pronostici sportivi si parla, quindi possiamo accantonare subito l’ipotesi che si voglia proporre nuovi tipi di giochi numerici tout court.

 

Anni fa si parlava di una riforma che avrebbe avvicinato il Toto alla scommessa sulla corsa Tris, che diede certamente un buon impulso all’ippica e coinvolse anche giocatori non esperti. Davvero difficile però immaginare un gioco, almeno nel caso degli sport di squadra, dove è possibile puntare su uno e più eventi che siano posti in graduatoria. Questo meccanismo sarebbe più facilmente applicabile a eventi tipo gare di Formula Uno, tornei di golf, gare di sci, ecc.

 

Una particolarità che andrà verificata è la prevista variazione della posta unitaria di partecipazione al gioco in funzione dell’andamento dello stesso. Si può ipotizzare una sorta di meccanismo premiale, per cui più aumenta il flusso della raccolta, più diminuisce il costo della singola giocata. Sarebbe una novità assoluta, anch’essa molto concorrenziale rispetto ai prodotti esistenti.

 

Quanto alla ripartizione della posta di partecipazione, notavamo all’inizio un notevole incremento della quota destinata a montepremi (dal 57% al 74-76% a regime, ovvero dalla data di entrata in vigore del decreto ADM di riforma dei concorsi); l’aggio al punto vendita rimane all’8%; l’imposta unica del 20% è stata soppressa (dal 1° luglio 2019, insieme al diritto fisso, quantificato a suo tempo in 100 lire per ogni posta di gioco); si introduce una percentuale del 5% da destinare al concessionario (che, si desume, sarà unico, ferma restando la gestione ADM); il restante 11-13% andrà a Sport e Salute. Non vi è più traccia, infine, del fondo speciale di riserva e della quota residua per finalità sociali e culturali.

Ci sembra una soluzione equa, che dovrebbe accontentare tutti, compresa la nuova società di gestione Coni che, comunque, il suo (410 milioni all’anno da dividere col Coni stesso) ce l’ha garantito.

 

Infine, il comma 639: “Ferma restando la competenza esclusiva dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per l’organizzazione del gioco e la gestione delle relative concessioni, la Sport e salute Spa, sulla base di un apposito contratto di servizio stipulato con la predetta Agenzia, provvede all’integrazione del gioco con attività sociali, sportive e culturali.”

Su questo comma c’è un piccolo “giallo”, in quanto, subito dopo l’uscita del maxiemendamento del governo, molti organi di informazione fecero la voce grossa, avendone letto la seguente versione:

 

Fermo restando la competenza esclusiva dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per l’organizzazione del gioco e la gestione delle relative concessioni, la Sport e Salute Spa, sulla base di un apposito contratto di servizio stipulato con la predetta Agenzia, provvede a tutte le attività inerenti alla promozione del gioco, a forme di integrazione dello stesso con attività sociali, sportive, culturali e simili, nonché a proposte di sviluppo per la sua diffusione. A tal fine, non si rende applicabile il divieto di pubblicità previsto dall’articolo 9, comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96.

 

Si trattava, di fatto, del testo di un emendamento proposto dai Relatori, che era finito nel Dossier provvisorio redatto dalla Camera il 27 dicembre sulla Legge di Bilancio. Quindi, nulla di definitivo, ma a quanto pare qualche giornalista si è fatto prendere per la gola dando la notizia per definitiva.

 

Effettivamente, sarebbe stato l’ennesimo atto di protervia, da parte del governo, creare un gioco esente dal divieto imposto dal Decreto Dignità, creando così una forma di concorrenza sleale con gli altri prodotti a suo esclusivo vantaggio. Rimane comunque in piedi l’ultimo capoverso, che potrebbe essere interpretato in una forma di aggiramento del suddetto divieto, affidando a Sport e Salute la mansione di “integrare” (parola senza significato logico) il gioco stesso con attività sportive, ecc., che secondo noi potrebbe significare ad esempio denominare con il nome del Gioco tornei di calcio, mostre, spettacoli e convegni vari.

 

 

 

PressGiochi