«Se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, non vedo perché le colpe di Di Maio, dovrebbero ricadere su di noi. Al nostro, pluri ministro
«Se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, non vedo perché le colpe di Di Maio, dovrebbero ricadere su di noi.
Al nostro, pluri ministro e vice presidente del Consiglio, – scrive Piero Incerpi, operatore del comparto Awp – è stato sufficiente un video messaggio di scuse, del proprio padre, per aver avuto dei dipendenti in nero, quindi mancato pagamento dei contributi previdenziali, conseguente elusione o evasione fiscale, inosservanza delle norme di sicurezza del lavoro, etc, per restare al suo posto al Ministero del lavoro, senza nessuna vergogna e conseguenza politica.
Per opportunità politica, si sarebbe dovuto dimettere.
Ecco da dove nasce l’idea del reddito di cittadinanza, nella mente del nostro Ministro, visto le esperienze famigliari, ha giustamente cercato di arginare il lavoro in nero, creando lo stipendio a sbafo.
Come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, volendo ironizzare sul tema.
A distanza di circa 200 metri, che separano i due ministeri di competenza del nostro ministro, c’è un po’ di confusione.
Con la mano destra si lavora e organizza il reddito di cittadinanza, si sventola la bandiera della ludopatia, accanendosi contro le multinazionali e le concessionarie del gioco d’azzardo, che ricordo essere appunto concessioni di Stato, di pertinenza del Ministero dirimpettaio, dove l’onorevole Di Maio ha l’altro ufficio.
Bene dopo tutto questo lavoro, giusto il tempo di scendere una rampa di scale, bersi un caffè al bar d’angolo, due passi, un’altra rampa di scale, ecco che in nostro rappresentante, si trova già seduto nell’altro dicastero, dove la mano sinistra, non come opposta alla destra, ma sinistra come oscura, inizia a scrivere e lavorare.
Si, qui accadono cose strane, dove il nostro ministro da farfalla torna ad essere bruco, vittima di una metamorfosi inversa.
Di là si parla di lavoro, tutela delle micro imprese, start up, anche per darsi un tono internazionale, vedi gilet gialli, offrendo loro la piattaforma Rousseau, (gestita dalla Casaleggio Associati, che mi risulta essere società di diritto privato), di temi sociali, di lotta alle multinazionali dell’azzardo, incassando consensi elettorali, pubblicità, propaganda e appunto, PAROLE.
Di qua, al MEF, si fanno i fatti, si cercano e si trovano i soldi. Non tassando le multinazionali, come sbandierato ai quatto venti, con tanta enfasi, i media, appunto, tra i maggiori destinatari e beneficiari dei tanti emolumenti pubblicitari, si affrettano a confermare dandone risonanza nazionale.
Titoli tipo: Il governo, altra stretta alle lobby d’azzardo.
E no, le cose non sono proprio così, di qua in modo sinistro si favoriscono i concessionari, le fatidiche multinazionali specializzate in azzardo. Aumentare il preu, per ben tre volte negli ultimi 9 mesi, di cui due in modo retroattivo, significa prima di tutto strozzare le micro imprese operanti nel settore (terzi incaricati) al pari dei cravattari.
Ecco che da, terzi incaricati, siamo il TERZO INCOMODO.
Aumento della tassazione sulle vincite, riduzione della percentuale del pay out delle awp, significa ingrassare le casse dello Stato tassando i giocatori, esponendoli a maggior rischio di GAP, ma non va ad incidere minimamente agli interessi delle lobby.
Tutto congeniale alla concentrazione e consolidamento del potere distributivo delle concessionarie.
Mi si spieghi come mai non si faccia una equiparazione di prelievo su tutte le offerte di gioco, ma ci si concentri sulle awp, ad esempio, un solo 1% di aumento su VLT, avrebbe fruttato circa 260 mln allo Stato, cosa che pare sia stata proposta, ma ovviamente subito scartata, con tanto di finto spauracchio di restituzione dei diritti da parte delle concessionarie.
Non ci siamo dimenticati della famosa marcia indietro al taglio dell’aggio sui Gratta e vinci Lottomatica, che peraltro sarebbe stato a danno dei ricevitori, non certo della holding.
Consapevole del fatto che le piccole imprese non saranno in grado di sopportare un nuovo cambio di apparecchi, una tassazione alla fonte del 78%, più tutta la fiscalità ordinaria al pari delle normali aziende, il raddoppio del costo di ogni nulla osta, che le concessionarie avvalendosi del potere di rivalsa, scaricheranno su i gestori.
Tutto ciò è la lotta al GAP secondo di Maio, tradotto in pratica è
+ FARE CASSA TASSANDO I GIOCATORI
+ FAR FALLIRE ILTERZO INCOMODO
+ CONCLUDERE L’ESPROPRIO DI BENI PRIVATI DI TANTE micro e medie IMPRESE.
= ARRICCHIRE LE LOBBY.
In sintesi
PIÙ TASSE, PIÙ AZZARDO INTERNAZIONALE
MENO AZIENDE ITALIANE, MENO OCCUPAZIONE
Ps. Noi – conclude Incerpi – siamo dei distributori censiti, regolarmente contrattualizzatied iscritti ad ADM, di un prodotto statale. Se il prodotto è dannoso, lo si deve cambiare o ritirare dal mercato, non trasferirne la semplice distribuzione».
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