25 Dicembre 2024 - 14:38

AWP: il governo aumenta il Preu alla follia per distruggere la filiera una volta per tutte!

Lo scopo di questo articolo era quello di proseguire l’analisi della Legge di Bilancio, toccando il comma 1051 che detta nuove disposizioni sugli apparecchi da gioco. Ma, appena concluso il

21 Gennaio 2019

Lo scopo di questo articolo era quello di proseguire l’analisi della Legge di Bilancio, toccando il comma 1051 che detta nuove disposizioni sugli apparecchi da gioco. Ma, appena concluso il lavoro, è sopravvenuta un’altra tremenda notizia: l’ulteriore incremento del Preu per finanziare il c.d. Decretone (Reddito di Cittadinanza e Quota 100).

D’altra parte, al di là del fatto che non c’è ancora nulla di definitivo – e ci auguriamo veramente che il governo voglia risparmiarci questo ulteriore atto di follia – la situazione fotografata al 1° gennaio di quest’anno contiene degli spunti di riflessione validi in valore assoluto, dato che si tratterà soltanto (si fa per dire…) di dover ritoccare i conteggi vesto l’alto.

Comunque andranno le cose, nessuna sorpresa, ma solo un’infinita amarezza. Quella di dover constatare che sul fronte degli apparecchi da gioco il governo ha mantenuto pienamente gli impegni assunti col famoso “contratto”, decretando, attraverso l’insostenibile aumento delle tasse, la soluzione finale se non per tutta la filiera, sicuramente per il comparto dei “terzi incaricati” proprietari/gestori di AWP, oltre che sferrando un altro bel calcione alle VLT.

 

Il salasso del Preu

E’ sui già esigui margini dei gestori tradizionali, infatti, che si riversa la raffica di aumenti Preu AWP già prevista dal Decreto Dignità (mai termine risulta essere così beffardo) – primo atto legislativo dell’accoppiata Lega-M5S –  maggiorata dell’1,35% dalla Legge di Bilancio (quota fissata dal maxiemendamento del governo, mentre il testo iniziale del disegno di legge prevedeva un +0,5%) con le seguenti tempistiche:

20,60 per cento dal 1° gennaio 2019; (eventualmente maggiorato dal Decretone al 21,25%)

20,95 per cento dal 1° maggio  2019;  (21,6%)

21,03 per cento dal 1° gennaio 2020; (21,68%)

21,10 per cento dal 1° gennaio 2021; (21,75%)

20,95 per cento dal 1° gennaio 2023. (21,6%)

Il contemporaneo abbassamento delle percentuale minima di restituzione al 68% – secondo la Relazione Tecnica – sposterà parte dell’aumento del Preu sui giocatori, e su questo non ci piove, “per i quali il costo del gioco aumenterebbe in misura corrispondente alla riduzione del payout, con effetti di riduzione del gioco stesso”. E il gioco è fatto: non c’è miglior soluzione per allontanare la gente dalle famigerate macchinette!

 

I conti dell’oste (ubriaco)

Completamente sballata, però, è a nostro avviso l’argomentazione che sottende questo doppio ritocco, presente nella stessa Relazione Tecnica e poi sintetizzata dal Dossier dell’Ufficio Studi del Senato:

Tenuto conto della riduzione di payout di 2 punti, si stima che la raccolta, per effetto dell’aumento del costo del gioco, possa ridursi dell’1,5%. Infatti, nel corso del 2016, il payout è diminuito di 4 punti e la sostituzione delle schede di gioco si è conclusa prima della fine dell’anno. La raccolta del 2017 è inferiore a quella del 2016 di oltre 3 punti percentuali. Considerato che nel caso in esame la riduzione del payout sarebbe di 2 punti (e non di 4 punti) si stima che la raccolta potrà diminuire dell’1%. Conseguentemente, la base imponibile del PREU (raccolta) sarebbe pari a 23,7 miliardi, cui corrisponde un maggior gettito stimato in 319,9 milioni.

 

Allora: prendendo a riferimento il 2017, anno successivo a quello in cui il payout fu ridotto dal 74% al 70%, in corrispondenza con l’innalzamento della percentuale Preu dal 13% al 17,5%, si afferma che se allora la raccolta risultò inferiore di “oltre 3 punti”, stavolta, visto che la riduzione del payout è di 2 punti e non di 4 (quindi la metà) la flessione sarà soltanto di un punto.

Amici cari, se nelle alte sfere i conti li fanno così, adesso capiamo perché l’Italia sta andando per stracci!

 

Vediamola bene nel dettaglio questa situazione. Intanto, nel 2017 la flessione della raccolta fu del 3,51% (lor signori cerchino di esser precisi, per favore!) scendendo da 26,355 mld a 25,249 mld. Poi, bisogna dire che se giustamente il dato della raccolta 2016 non viene considerato come termine di paragone rispetto al 2015, in quanto è condizionato dalla lunghezza dei tempi per la sostituzione del parco macchine, durata quasi tutto l’anno, lo stesso ragionamento doveva essere fatto nel confronto 2016/17.

 

Per spiegarla meglio, nel 2016, per diversi mesi – diciamo perlomeno un trimestre – ci sono state in giro tante macchine tarate ancora sul 74% e pertanto i giocatori hanno risentito parzialmente della riduzione della percentuale di vincita.

 

Però, nemmeno il dato 2017 costituisce un riferimento valido in assoluto, non tanto perché il 24 aprile è scattato l’ulteriore aumento Preu al 19% – essendo stata la filiera, e in particolar modo il gestore,  a sopportarne il peso per intero, per cui per il giocatore non vi sono stati riflessi negativi  – quanto per il fatto che da settembre a dicembre il parco macchine ha subito una prima riduzione a 345k unità, a cui si aggiunge il prodursi dei primi pesanti effetti delle ordinanze comunali sugli orari e le distanze (anche in località importanti quali Bergamo, Aosta, Caserta, Treviso, Modena, Sassari, Campobasso, Rovigo e Chioggia).

Per quanto riguarda il 2018 il discorso vale a maggior ragione (ordinanze locali a raffica e completamento entro il 30 aprile del piano di riduzione degli apparecchi, senza tener conto ovviamente del balzo del Preu di un altro 0,25%).

Dovendoci basare su un dato di massima, la raccolta si è fermata a 24,1 mld, vale a dire il 5,2% in meno rispetto ai 25,429 dell’anno precedente.

 

E il 2019 sarà peggio che andar di notte! Da sola – sempre ragionando sui grossolani conti del governo – la riduzione del payout non vale 1 punto ma perlomeno 1,7, più tutto il surplus provocato dai tempi di attesa per la messa in esercizio delle macchine aggiornate alla nuova percentuale di vincita. E non vogliamo nemmeno sbilanciarci sulle conseguenze della grande moria di aziende di gestione che ne conseguirà.

 

Da ultimo, gli scienziati che studiano i numeri hanno trascurato un altro aspetto che qualsiasi addetto ai lavori avrebbe subito posto all’indice: scendendo al 68% la percentuale di vincita, le slot perdono ancora più appeal rispetto al Gratta e Vinci, che noi abbiamo sempre definito la “slot cartacea”, e al 10eLotto, che fra i giochi “veloci e facili” è quello a più alta frequenza di estrazione. Rispetto alla VLT, invece, gli effetti sono tutti da vedere: come tutti sappiamo, i concessionari hanno sempre tenuto le percentuali di vincita molto più in alto del minimo dell’85%, per cui l’abbassamento all’84% di quest’ultimo sarebbe di per se trascurabile. Ma il salasso del Preu che ha colpito pure le comma 6B indurrà probabilmente i concessionari a ridimensionare sensibilmente la quota di restituzione al giocatore. Nei prossimi giorni vi proporremo uno studio più approfondito sulla fiscalità delle VLT.

 

In conclusione, diteci voi se è ragionevole sperare, come fa il governo, che nel 2019 la raccolta AWP scenderà di soli 400 milioni (e rotti), essendo la previsione di 23,7 miliardi, a cui dovrebbe poi corrispondere un maggior gettito stimato di 319,9 milioni!

 

 

 

La tabella analizza gli anni dal 2008 in poi, che quello in cui l’attività di raccolta con le AWP ha virtualmente concluso la fase di avviamento e consolidamento. Ricordiamo che l’aliquota applicata all’inizio del nuovo mercato (2004) era del 13,5%, poi abbassata al 12% a partire dal 1° gennaio 2007.

All’andamento delle aliquote Preu si affiancano le quote di effettiva incidenza del Preu sul coin-in. Seguono poi i dati sulla raccolta e sulla quota erario, con le variazioni rispetto all’anno precedente.  Si tenga presente che la voce “incidenza su residuo” non tiene conto né delle spettanze ADM, né dei canoni versati dai gestori ai concessionari.

 

 

Si noterà che il meccanismo del Preu a scaglioni ha dato un notevole impulso alla raccolta nei primi due anni, mentre nel terzo (2011) le AWP hanno cominciato a sentire il peso della concorrenza delle VLT, che hanno attratto i particolare i giocatori più forti. Nel 2013, in una situazione di sostanziale stabilizzazione della raccolta VLT (la raccolta è stata pressocchè simile a quella del 2012), si è avuta comunque un’ulteriore forte diminuzione del coin-in delle slot, coincidente con l’abbassamento della vincita al 74%, ma soprattutto con l’acuirsi della crisi economica – che ha provocato una flessione globale del mercato del gaming dopo anni di continua crescita – e con l’esplodere dell’attacco degli enti locali al settore, con provvedimenti legislativi regionali e ordinanze locali per limitare l’uso degli apparecchi. E’ impossibile dunque stabilire con certezza quanto la detta riduzione al 74% abbia inciso, in valore assoluto, sulla riduzione della raccolta slot.

 

 

 

Il grafico prende in considerazione quattro delle voci inserite nella tabella precedete, per rendere più immediata la percezione dei differenziali riscontrati. Si precisa, per quanto riguarda l’aliquota Preu, che negli anni 2017 e 2018 è stato calcolato un dato di media, essendo intervenute nel corso degli stessi ulteriori modifiche di aliquota.

 

 

 

Marco Cerigioni –  PressGiochi