“Il gioco d’azzardo patologico resta un fenomeno sommerso e pericolosissimo in cui la condizione di rischio dei giovani è il dato che ci preoccupa maggiormente; per questo la Regione sta
“Il gioco d’azzardo patologico resta un fenomeno sommerso e pericolosissimo in cui la condizione di rischio dei giovani è il dato che ci preoccupa maggiormente; per questo la Regione sta lavorando e continuerà ad investire nella prevenzione, con pratiche innovative che di anno in anno stanno facendo crescere il numero delle persone seguite dal sistema sanitario regionale”.
Così il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha delineato l’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia nel contrasto al gioco d’azzardo, nel corso della presentazione dei dati regionali sulla diffusione di questa dipendenza e delle iniziative messe in campo dall’Area promozione salute e prevenzione.
“In questa regione si spende un miliardo di euro all’anno nel gioco, il che rende evidente la pericolosità e la grandezza del problema; eppure nonostante siano migliaia le persone affette da questa patologia in maniera conclamata, i nostri servizi riescono ad intercettare ed avere in carico poche centinaia di persone” ha evidenziato Riccardi.
Il Fondo statale gioco d’azzardo patologico ha assegnato al Friuli Venezia Giulia 2.063.000 euro per la programmazione di attività nel biennio 2018-2019 (da realizzarsi negli anni 2019-2021).
“Nel 2019 investiremo già 1,5 milioni di euro – ha annunciato Riccardi – per dare continuità alla rete di cure e trattamento, avviare iniziative con il Terzo settore e attività formative anche in collaborazione con le Università, per la supervisione clinica, la formazione rivolta agli insegnanti delle scuole secondarie, agli esercenti attraverso le associazioni di categoria, ai genitori per fornire un corretto approccio alla cultura digitale”.
Tra le prime iniziative in campo, la divulgazione di uno spot di un minuto rivolto ai soggetti a rischio o ai loro famigliari per indurli a rivolgersi al numero verde (800558822) e segnalare l’esigenza di aiuto.
La stima di giocatori problematici, sulla popolazione totale, varia fra l’1,3% e il 3,8%. La percentuale di giocatori patologici è compresa tra lo 0,5% e il 2,2%.
Ciò significa che il principale problema legato al contrasto al gioco d’azzardo è intercettare e far emergere il “sommerso” affinché il sistema sanitario regionale possa occuparsene. Nel 2018 sono stati presi in carico dai Servizi per le dipendenze 577 persone (di cui il 76% maschi). Il dato conferma l’incidenza del fenomeno negli ultimi anni: 390 utenti nel 2014, 406 utenti nel 2015, 421 utenti nel 2016, 502 utenti nel 2017.
L’incidenza sociale del fenomeno si comprende ancor meglio dal volume economico di gioco che è stato pari a 1.301 euro pro capite (sulla popolazione maggiorenne, quindi oltre un miliardo di euro di giro d’affari complessivo). Una raccolta che riguarda 1.454 concessioni, per un totale di 1.982 punti di gioco e 4.292 apparecchi installati.
Il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine ha analizzato in dettaglio la portata economica del gioco d’azzardo: ogni esercente ha un ricavo medio di 4.800-7.000 euro l’anno per ogni slot machine (la percentuale riconosciuta all’esercente varia dal 4% al 6%); ciò significa che ogni macchinetta raccoglie oltre 120.000 euro l’anno. La ricerca ha anche evidenziato che in alcuni locali le slot possono arrivare a 1.000 euro di ricavi mensili, a fronte di un costo di gestione minimo, attorno ai 460 euro l’anno circa. La raccolta globale in regione è nella media nazionale mentre nei singoli territori è sotto la media a Gorizia e sopra la media nazionale a Udine (158.000 euro raccolti per ogni slot).
“In alcuni paesi la presenza nei bar di queste macchinette è la primaria fonte di reddito, ma anche l’inizio di cambiamenti radicali della vita per le persone di quel posto, soprattutto nei comuni piccoli, nelle vallate e in montagna dove si riscontrano situazioni di emarginazione che sconquassano le famiglie e il tessuto sociale” ha osservato Giuseppe Napoli, presidente di Federsanità Anci Fvg, con cui la Regione fa rete nell’attività di prevenzione, confermandosi tra le Regioni più virtuose in tema di prevenzione grazie ai progetti di collaborazione tra scuole, Comuni e sistema sanitario.
L’attenzione maggiore è ora rivolta ai giovani – come ha ribadito Paolo Pischiutti, direttore dell’Area promozione salute e prevenzione – che sono i principali soggetti a rischio, anche per un crescente accesso al gioco d’azzardo online tramite smartphone e tablet.
Il CNR di Pisa ha analizzato il rapporto tra minori e gioco d’azzardo (15-19 anni) rilevando che il 25% degli studenti del Friuli Venezia Giulia ha giocato d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti la somministrazione del questionario. Il 50% ha giocato in bar, tabacchi o ricevitorie. Il 16% ha giocato d’azzardo on line.
Tra chi ha giocato negli ultimi 30 giorni, la maggior parte non ha speso più di 10 euro, il 13-14% ha speso tra gli 11 e i 30 euro, il 21% ha speso più di 50 euro on line mentre l’8% ha speso più di 50 euro in luoghi fisici.
La familiarità aumenta il rischio di cadere nella trappola del gioco d’azzardo: ad esempio, tra i giocatori problematici, il 20% ha il padre giocatore, più del 3% la madre giocatrice e più del 10% entrambi i genitori.
Anche i Comuni sono impegnati nel contrasto alla diffusione delle macchinette, in ottemperanza a quanto prescritto dalla legge regionale 1/2014. Ad oggi sono 63 i Comuni che hanno predisposto un elenco dei luoghi sensibili presenti sul proprio territorio, per i quali è prescritta una distanza di sicurezza entro la quale non possono essere installate sale gioco o slot machine; 27 sono i Comuni che hanno regolamentato gli orari di apertura delle sale da gioco e del funzionamento delle apparecchiature per il gioco lecito e 3 i Comuni che hanno applicato sanzioni amministrative.
PressGiochi