Bei tempi, quando tutti gli addetti ai loro più o meno accreditati, facevano a gara, sul calar dell’anno, nel prevedere quali sarebbero stati i dati di chiusura. Gara facilitata dal
Bei tempi, quando tutti gli addetti ai loro più o meno accreditati, facevano a gara, sul calar dell’anno, nel prevedere quali sarebbero stati i dati di chiusura. Gara facilitata dal fatto che l’Amministrazione – ai bei tempi – li aggiornava mensilmente, con dovizia di particolari per giunta. E comunque l’attesa del riscontro definitivo non durava tanto, perché fra fine gennaio e inizio febbraio arrivava puntualmente il Comunicato di Piazza Mastai.
Poi, dopo l’incorporazione dell’AAMS nella Agenzia delle Dogane è arrivato il Libru Blu, e buonanotte ai suonatori. Bisognava aspettare aprile per avere l’idea di come fosse andato il mercato del gaming nell’anno precedente, senza alcuna comunicazione di mezzo.
La novità di quest’anno è che abbiamo dovuto attendere fino a dicembre. Ed è già tutto terribilmente vecchio!
L’oscurantismo regna sovrano. Insieme alla confusione, bisogna aggiungere. Avete mai provato ad andare nella famosa “sala stampa” del sito ADM? Incredibile a dirsi: non c’è un ordine cronologico e, mentre gli ultimi comunicati del 2018 risalgono al 1° luglio, si scoprono già comunicati datati 2019!!
E sì, perché l’Amministrazione è sempre all’avanguardia, ci mancherebbe altro!
Insomma, non c’è uno straccio di comunicazione dell’uscita del famoso Libro e chi l’ha scovato in proprio è stato bravo.
Forse (si fa per dire) l’Amministrazione stessa si è resa conto l’inutilità di un lavoro pubblicato così tardi e bene ha fatto a non parlarne.
Comunque, un aspetto nuovo c’è. Rispetto all’anno passato, è stato introdotto un capitolo denominato “Giochi: il ruolo di ADM” che ci spiega con dovizia di particolari i criteri della tassazione sui giochi e ci riepiloga i controlli e gli accertamenti per il contrasto al gioco illegale. In quest’ultimo caso, però, mancano tutti dettagli resi per l’anno 2016.
Il documento segue lo schema tradizionale ma è graficamente molto meglio leggibile, ed è accompagnato da note più particolareggiate.
Ci manca, però, la nota di sintesi sull’andamento del mercato che, per quanto prima fosse tradizionalmente scarna, forniva un confronto immediato con l’anno precedente e dava qualche chiave di lettura interessante.
In sostanza, l’Amministrazione ha puntato sulla autoreferenzialità e sul tecnicismo, senza dare il minimo peso all’ulteriore incremento della raccolta, che ha sfondato il muro dei 100 miliardi (+5,8% rispetto al 2016), ma grazie soltanto al gioco online, visto che quello terrestre è rimasto sulle cifre dell’anno precedente. E visto che i GAD remunerano di più i giocatori, si spiega perché la percentuale di vincita è aumentata in maniera più sensibile (7,4%), per cui la spesa effettiva è addirittura diminuita dello 0,58%, mentre l’erario ha perso il 2,78%.
Altri rilievi è inutile farne. Roba troppo vecchia ormai, con tutto quello che è successo nel 2018 gli scenari sono cambiati. Sarà interessante vedere quanto l’online rosicchierà ancora al terrestre. Ma il quando rimane scritto nel cielo.
MC – PressGiochi