Numerosa partecipazione da parte di un pubblico giovanile al convegno ‘Homo ludens: fare impresa tra gioco e limiti’ che si è tenuto questa mattina a Bologna grazie all’organizzazione del Dipartimento
Numerosa partecipazione da parte di un pubblico giovanile al convegno ‘Homo ludens: fare impresa tra gioco e limiti’ che si è tenuto questa mattina a Bologna grazie all’organizzazione del Dipartimento di sociologia e diritto all’economia dell’Università.
Presenti all’evento personalità come Marco Castrignanò, direttore del Dipartimento, Paolo Pandolfi direttore del dipartimento igiene dell’Ausl Bologna, Adele Minutillo dell’Istituto Superiore della Sanità e Giovanni Pieretti Direttore del Centro studi sui problemi della città e del territorio. A partecipare all’evento anche molti operatori del settore.
Paolo Pandolfi nel suo discorso ha affrontato il tema del gioco in modo non rigorosamente proibizionista mentre Adele Minutillo ha presentato l’indagine sul Gap condotta dall’ISS, la ricerca che ha riguardato anche il gioco tra i minori mettendo in evidenza il problema dell’illegalità del gioco tra i giovanissimi che troppo spesso possono accedere alle sale giochi.
“Si è riscontrata – afferma a PressGiochi il Prof. Giovanni Pieretti – una percentuale considerevole di minori che giocano illegalmente, e questo significa che la sanità pubblica e le istituzioni devono svolgere un lavoro di prevenzione e repressione durissima di questi fenomeni di illegalità.
Un conto è parlare di legalità e trasparenza di chi gioca pulito, paga le tasse e crea occupazione e un conto è qualcosa di semimalavitoso, oscuro e clandestino che certamente non fa bene al paese”.
“Non esiste – prosegue Pieretti – un riferimento normativo comune europeo per quanto riguarda il gioco e che pertanto, diversamente ad altri settore, permetta agli Stati di legiferare in modo uniforme in materia. A questo si aggiunge, che in questo momento, essendo entrato in vigore la riforma dell’art. V della Costituzione l’autonomia delle regioni per legiferare in ambito sanitario a mio parere è sin troppo forte e questo ostacola la presenza di una normativa nazionale comune sul gioco per cui accade che gli enti locali introducano normative divergenti tra loro e impediscano alle imprese di pianificare la propria attività.
Mi occupo di dipendenze da una vita – conclude – e non mi sembra che si faccia lo stesso tipo di allarme sociale che si fa sul gioco per la diffusione di eroina. E’ sbagliato colpire un settore economico così”.
Dal convegno è infine uscita la proposta di promuovere tavoli di confronto istituzionali a livello territoriale per mettere a confronto istituzioni, servizi pubblici, privato sociale, associazioni di volontariato e operatori legali del gioco per ragionare su casa si possa fare ed uscire da una dialettica francamente obsoleta tra proibire e legalizzare, che stia dentro le regole del buonsenso.
Cristina Doganini – PressGiochi