1.500 miliardi di euro nel 2017 di investimenti sostenibili. E’ questa la cifra record registrata l’anno scorso, il triplo di due anni prima, e presentata ieri a Milano all’interno della
1.500 miliardi di euro nel 2017 di investimenti sostenibili. E’ questa la cifra record registrata l’anno scorso, il triplo di due anni prima, e presentata ieri a Milano all’interno della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile, organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile.
«Non è possibile fornire una cifra complessiva degli investimenti sostenibili in Europa, perché ci sono diverse strategie di investimento, 7 quelle categorizzate da Eurosif, che in alcuni casi si sovrappongono – spiega Francesco Bicciato nella sua presentazione –. Per questo è necessario osservare ogni strategia di investimento responsabile singolarmente. Dall’analisi di Eursif sull’evoluzione degli ultimi due anni, emerge che praticamente tutte le strategie hanno registrato una crescita significativa, in alcuni casi una vera impennata».
L’investimento sostenibile e responsabile è un approccio caratterizzato da un orientamento di lungo periodo che integra i fattori ambientali, sociali e di governance nel processo di ricerca, analisi e selezione dei titoli che compongono il portafoglio degli investimenti. L’approccio unisce l’analisi dei fondamentali e l’engagement alla valutazione dei fattori ESG, con l’obiettivo di intercettare rendimenti a lungo termine e di offrire un beneficio alla società influenzando positivamente il comportamento delle aziende.
Al primo posto svettano le strategie di esclusione, che escludono, appunto, interi settori dalle scelte di investimento, come armi, tabacco e gioco d’azzardo. Come detto sopra, in due anni sono quasi triplicate, passando da circa 570 miliardi di euro nel 2015 a quasi 1.500 miliardi nel 2017. La strategia prevede l’esclusione a priori o a posteriori di un settore produttivo o di una compagnia il cui business risulta incompatibile con i criteri ESG o con gli standard normativi internazionali. Le esclusioni più comuni riguardano il settore degli armamenti. A seguire, per volume di disinvestimento, tabacco, energia nucleare, pornografia, gioco d’azzardo, alcol e test sugli animali.
In termini di incremento percentuale, invece, la crescita maggiore è stata registrata dalle strategie di engagement e voto, quelle cioè in cui gli investitori attivano un dialogo con le imprese in cui investono e votano alle assemblee degli azionisti, per orientare le politiche aziendali verso una maggiore sostenibilità. Questo segmento è passato da 43 miliardi di euro del 2015 a 135 di due anni fa (+213%).
Una crescita sopra ogni aspettativa per gli investimenti tematici, quelli che si concentrano su un determinato tema (come per esempio le energie da fonti rinnovabili): le cui masse gestite sono passate da oltre 2 miliardi di euro nel 2015 a sfiorare i 53 miliardi nel 2017.
Crescono anche le strategie best in class, che non escludono nessun settore, ma per ciascuno selezionano le aziende con il profilo di sostenibilità migliore. Sono salite da 4 a 58 miliardi di euro in due anni.
Il gioco d’azzardo, pur essendo tra le categorie escluse in questa specifica classificazione di ‘investimenti sostenibili’ dovrebbe prendere spunto da questo trend per comprendere l’importanza di investire sulla sostenibilità del proprio settore esattamente come sta accadendo all’estero, ed in particolare nei paesi anglosassoni. Come ha recentemente dichiarato Tim Miller della UK Gambling Commission: “L’industria deve ripensare il proprio approccio sul fronte del gioco responsabile e considerarlo come una responsabilità aziendale e non solo come una responsabilità personale. Il gioco responsabile deve essere al centr del lavoro dei dipartimenti per la creazione di nuovi prodotti di gioco e per le strategie di marketing. Questo potrebbe richiedere alcuni costi iniziali e una perdita di reddito a breve termine, ma potrà evitare maggiori costi nel lungo termine”.
PressGiochi