25 Novembre 2024 - 03:07

Partite Iva: nei primi nove mesi del 2018 il settore dei giochi perde più di 300 nuove attività

A settembre sono state 60, ad agosto 23 e a luglio 79 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via

15 Novembre 2018

A settembre sono state 60, ad agosto 23 e a luglio 79 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via in Italia. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze, il numero di nuove aperture in ogni mese dell’ultimo trimestre considerato ha visto riduzioni che vanno dal -35% a -50% rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2017.

Nel complesso dell’anno, sono state avviate nel settore del gaming 685 nuove attività con partita Iva. Pensare che nei primi 9 mesi del 2017 erano ben 1000 le nuove partite Iva aperte nel settore.

 

 

Questa la terza sintesi trimestrale dell’Osservatorio delle partite Iva, pubblicata sul sito del dipartimento delle Finanze, che dà conto delle nuove posizioni aperte, in questo caso, nel periodo luglio-settembre 2018.
Come di consueto, a livello generale l’analisi suddivide i dati per natura giuridica, territorio, settore produttivo e caratteristiche anagrafiche.

Nella ripartizione per natura giuridica, svettano le persone fisiche, con il 70,5% del dato complessivo. A notevole distanza, le società di capitali, con il 23,7% del totale; soltanto il 3,6% le nuove partite Iva aperte nel trimestre dalle società di persone. Dati in calo, comunque, rispetto allo stesso trimestre del 2017, soprattutto per quanto riguarda l’ultima categoria, ovvero le società di persone che scendono del 15,2 per cento. Di segno opposto le richieste dei soggetti non residenti, che evidenziano un significativo aumento.

La ripartizione territoriale conferma, in pratica, il trend e i numeri dei tre mesi precedenti: circa il 43% delle nuove aperture spetta al Nord, il 22,5% al Centro e il 34% a Sud e Isole.
In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2017, in ascesa la provincia di Trento (+7,2%) e le regioni Calabria (+5,9%) e Lombardia (+2,8%). Escono, invece, sconfitti dal confronto, Sicilia (-18,7%, in crisi soprattutto il settore alloggio e ristorazione), Abruzzo (-7,1%) e Campania (-6,8%).

Il commercio continua a essere il settore produttivo con più appeal, registrando il 21,5% del totale delle aperture; attività professionali e agricoltura si aggiudicano, rispettivamente, il 14,6% e il 9,2% del dato complessivo.
L’analisi dettagliata rivela che, rispetto al periodo luglio-settembre 2017, i maggiori aumenti si sono registrati nell’istruzione (+10,7%), nelle attività finanziarie (+2,9%) e nei servizi alle imprese (+2,3%). Viceversa, trend negativo, in primo luogo, per i comparti alloggio e ristorazione (-15,5%), trasporto e magazzinaggio (-10,7%) e attività manifatturiere (-6,2%).

L’Osservatorio non registra scossoni per quel che concerne la suddivisione in base alle caratteristiche anagrafiche delle persone fisiche: agli uomini il maggior numero delle nuove aperture (61,2%), i giovani fino a 35 anni registrano il 47,2% e il 32,3% appartiene ai cittadini con età compresa tra i 36 e i 50 anni. In riferimento allo stesso periodo dello scorso anno, in salita soltanto gli anziani (+4,7%); la flessione più consistente, invece, è riscontrabile per i cittadini tra i 36 ai 50 anni, che perdono il 4,7 per cento.
Inoltre, la sintesi evidenzia che, nel terzo trimestre 2018, il 18,7% dei nuovi titolari di partita Iva è nato all’estero.

Emerge, infine, che 37.508 dei “neonati” contribuenti Iva hanno aderito al regime forfetario, pari al 39,2% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

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