Il Consiglio di Stato torna a discutere i ricorsi intentati dagli operatori del gioco contro il distanziometro adottato dalla Provincia di Bolzano. Il Consiglio dovrà esprimersi alla luce delle considerazioni
Il Consiglio di Stato torna a discutere i ricorsi intentati dagli operatori del gioco contro il distanziometro adottato dalla Provincia di Bolzano.
Il Consiglio dovrà esprimersi alla luce delle considerazioni espresse dal professore di Economia dell’Impresa, della concorrenza e dei mercati globali, presso la Luiss, Cesare Pozzi che nei mesi scorso ha depositato un parere come richiesto da Palazzo Spada per valutare gli effetti economici dell’adozione del distanziometro.
Secondo la relazione del prof. Pozzi, anche se le distanze disposte dalla norma regionale di 300 metri non determinano di per sé un effetto espulsivo dell’offerta di gioco, vanno analizzati gli effetti che la norma potrebbe avere sulla struttura dell’offerta e del mercato. Lo spostamento delle aree accessibili ad offrire gioco, pur presenti e sufficienti nei territori comunali potrebbero poi non essere accessibili per limiti tecnici ed economici.
Secondo le conlusioni della perizia, lo spostamento delle sale giochi in luoghi periferici potrebbe portarle a perdere, nel lungo termine, i clienti ‘sociali’ ovvero i consumatori caratterizzati dall’assenza o da un basso rischio di dipendenza patologica, coloro che giocano per intrattenimento e svago, mentre non frenerebbe la domanda da parte dei clienti a rischio di gioco moderato e alto.
Inoltre, dal punto di vista della struttura del mercato, la necessità di marginalizzare le locations potrebbe portare a processi di concentrazione a favore dei grandi operatori e a svantaggio dei piccoli operatori privati.
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