Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con 35 voti favorevoli e 6 contrari, la proposta di legge di modifica della legge regionale in materia di contrasto alla diffusione del
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con 35 voti favorevoli e 6 contrari, la proposta di legge di modifica della legge regionale in materia di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP), presentata dal consigliere Ernesto Abaterusso ed emendata in Aula su proposta del consigliere Domenico Santorsola.
La modifica è stata ritenuta necessaria al fine di prorogare la data dell’entrata in vigore di quanto è stabilito all’articolo 7 comma 3 della legge regionale 43 del 2013, relativamente alla decadenza di tutte le licenze di pubblica sicurezza rilasciate prima della legge stessa, decorsi i cinque anni previsti.
Con la modifica approvata si proroga il termine stabilito dalla norma vigente alla data di emanazione del Testo Unico in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico, previa delibera di recepimento adottata dalla Giunta regionale e comunque di non oltre sei mesi. Il termine temporale di sei mesi è stato aggiunto con l’emendamento proposto da Santorsola, al fine di stabilire un termine certo per l’entrata in vigore a regime della disciplina prevista dalla norma regionale vigente.
Il Consiglio regionale ha quindi approvato a maggioranza un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo statale “una tempestiva iniziativa normativa, anche attraverso decreto legge, in materia di giochi”.
Questa dovrà mirare:
– alla salvaguardia della salute dei cittadini secondo criteri di rafforzamento dell’informazione con la previsione di campagne di comunicazione e informazione che indirizzino il giocatore verso un approccio al gioco legale consapevole e moderato;
– a impedire l’accesso al gioco tramite apparecchi da intrattenimento da parte dei minori e dei soggetti in cura per il gioco d’azzardo patologico mediante la lettura della tessera sanitaria o altro documento di identità elettronico;
– al rafforzamento dei presidi socio-sanitari dedicati alla cure dei giocatori problematici.
Pellegrino: “Risolto temporaneamente il problema, ma occorre celere definizione nazionale”
“Ho espresso alla fine un voto favorevole perché credo che, nonostante tutto, la legge seppur emendata sia comunque utile a risolvere temporaneamente il problema della revoca delle autorizzazioni. Certo, sarebbe stato preferibile agganciare la sospensione degli effetti della vecchia legge regionale alla definizione da parte del governo nazionale della legge quadro sulle ludopatie, e non limitarla ai prossimi sei mesi.
Poiché peraltro in III Commissione Sanità sono all’esame due proposte di legge sul gioco d’azzardo patologico, una a mia firma e l’altra a firma del consigliere Colonna e altri, sarà quella l’occasione per un ulteriore approfondimento del tema della ludopatia, fermo restando i limiti delle competenze residuali della Regione.
Naturalmente in Commissione chiederò l’audizione di tutti i soggetti interessati al tema come imprenditori, rappresentanti di categoria, lavoratori e tutti i referenti dei luoghi sensibili, oggetto del cosiddetto distanziometro. Perché su questa emergenza non bisogna abbassare la guardia e chiedere al Governo nazionale tempi celeri e norme certe e valide su tutto il territorio”.
Così il presidente de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, sulla modifica approvata dal Consiglio Regionale alla legge regionale 43/2013 sul contrasto del gioco d’azzardo. La modifica proroga la data dell’entrata in vigore di quanto è stabilito all’articolo 7 comma 3 della legge regionale relativamente alla decadenza di tutte le licenze di pubblica sicurezza rilasciate prima della legge stessa, decorsi i cinque anni previsti.
Marmo: “Da centrosinistra solo prese in giro e ipocrisia a danno della collettività”
“Noi – afferma il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo – eravamo pronti a votare per la proroga dei termini per le sale slot, in attesa della normativa nazionale, visto che il provvedimento era stato licenziato all’unanimità in Commissione. Ed è per questo che siamo sbalorditi davanti a tanta compattezza ritrovata della maggioranza, visto che tutti uniti hanno ritenuto di fare come Ponzio Pilato, decidendo di non decidere. Ergo, non partecipiamo ad un voto inutile e ‘cattivo’, che elargisce solo incertezza ai cittadini che chiedevano posizioni precise sul contrasto alla ludopatia e sulla tutela del lavoro. Fra sei mesi, diremo le stesse cose che abbiamo detto oggi con un linguaggio di verità e non di ipocrisia come ha fatto la maggioranza. Ci rifiutiamo di aderire alla politica che abdica così spregiudicatamente al suo ruolo che è quello di decidere e produrre certezze. Il contrasto alla ludopatia è un percorso che inizia dalle scuole, con l’educazione e la promozione di modelli positivi. Non lo diciamo noi, ma procuratori della Repubblica e mondo scientifico. Oggi è andata in scena una farsa e ci hanno fatto credere che il problema fosse effettivamente quello della distanza delle sale slot da alcuni luoghi. Una bufala clamorosa, smentita dai fatti che confermano che questa direzione porta solo ad incrementare il gioco illegale, affossando peraltro famiglie, lavoratori e commercianti che hanno investito in attività sotto la protezione di una norma dello Stato che lo consentiva. Tutto questo è accaduto nell’assordante assenza dall’aula del presidente Emiliano, che ha costretto il Consiglio a rincorrere gli accordi che lui avrà stretto con qualcuno, con un emendamento per il rinvio della questione presentato da un suo consigliere di maggioranza. Nel frattempo, però, mentre il centrosinistra ha votato un rinvio inutile ed offensivo, il gioco d’azzardo impazza e non si ha notizia del lavoro svolto dall’Osservatorio regionale e non risulta che siano state potenziate le strutture regionali per la cura e la prevenzione della ludopatia. Si può solo provare disgusto dinanzi ad un epilogo del genere, non è la nostra politica”.
Neglia (Cgil): “Proroga di sei mesi rappresenta solo il primo passo. Ora dobbiamo lavorare a livello nazionale”
“Se l’obiettivo e’ salvaguardare la legalita’ e l’occupazione il governo nazionale se ne deve prendere la responsabilita’, perche’ dalla Valle d’Aosta alla Sicilia ci deve essere un’unica regolamentazione e un unico accordo quadro. Non e’ lo spostamento o la distanza – ha detto Neglia – che creano le condizioni per non andare a giocare. Le condizioni si creano anche se vai in autostrada. Le aziende devono continuare a vivere e i lavoratori devono continuare ad avere un salario. Di questo ci dobbiamo preoccupare perche’ poi e’ molto facile banalizzare e ragionare in termini semplicemente di ludopatia, perche’ chi e’ ludopatico non c’entra niente con tutto questo, potrebbe giocare anche con un videogioco”.
Abaterusso (LeU/I Progressisti): “Soddisfatto per approvazione mia pdl. Adesso si lavori per dotare la Puglia di una legge trasparente e utile”
La mia proposta di legge contro l’introduzione del distanziometro che di fatto faceva decadere tutte le concessioni relative al gioco legalizzato è diventata legge regionale.
A seguito di ciò, il Consiglio regionale della Puglia ha sei mesi di tempo per discutere e approvare una nuova legge che migliori attraverso una serie di misure (rafforzamento dell’informazione con campagne di comunicazione e informazione che indirizzino il giocatore verso un approccio al gioco legale consapevole e moderato; lettura della tessera sanitaria o di altro documento d’identità per impedire l’accesso al gioco d’azzardo patologico a minori e soggetti in cura; rafforzamento dei presidi socio-sanitari dedicati alla cura dei giocatori problematici) volte a combattere il gioco d’azzardo patologico e ad eliminare l’inutile, oltre che dannoso, distanziometro che, come abbiamo avuto modo di spiegare durante i lavori del Consiglio odierno, farebbe perdere il lavoro a 20mila pugliesi e cancellerebbe il gioco legale controllato dallo Stato per introdurre il gioco illegale a quel punto non più sotto il controllo dello Stato e di conseguenza potenzialmente esposto alle infiltrazioni criminali. Si otterrebbe così il risultato esattamente opposto rispetto a quello voluto da tutti.
Abbiamo, infine, chiesto e ottenuto che durante i lavori dei prossimi sei mesi siano ascoltati Procuratori della Repubblica delle province pugliesi, Prefetti, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle gerarchie ecclesiastiche, responsabili del settore sanitario, organizzazioni sindacali e di categoria e quanti altri possano offrire un contributo volto a legiferare in maniera trasparente e utile.
DIT/NCI: “La distanza non guarisce la malattia, ma oggi il gioco d’azzardo lo ha fatto il M5S
“Chi pensa che basterebbe spostare in periferia o a 500 metri (dai punti sensibili) i centri scommesse per “guarire” i malati di ludopatia, non ha capito nulla della malattia: non 500 metri ma 5 chilometri il malato di gioco è disposto a fare. Altro è quello che serve e non è certo il metro la soluzione. Anzi il proibizionismo metterebbe queste persone nelle mani della malavita e degli usurai”. Lo afferma gruppo regionale DIREZIONE ITALIA/NOI CON L’ITALIA (Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini)
Ma il dibattito andato in scena nell’aula del Consiglio regionale pugliese oggi ha avuto un che di surreale, per un verso, e di paradossale per un altro. A un certo punto sembrava che la discussione fosse tra chi fosse pro gioco d’azzardo e contro, mentre la norma in discussione riguardava il gioco legale e i centri scommessi autorizzati dallo Stato e che danno lavoro a tanta gente, di contro una legge regionale approvata cinque anni e fa e che impone ai gestori di mettersi in regola con le distanze entro il 20 dicembre prossimo. Il centrosinistra è arrivato in aula con due proposte separate (non è la prima volta che accade!): una di Abbaterusso-Amati, da noi condivisa e che rimandava a una legge nazionale il riordino della materia, l’altra di Santorsola che, invece, data ai gestori altri sei mesi di tempo per mettersi in regola con la normativa regionale.
Ognuno ha “giocato” la propria parte con trasparenza e dichiarando la propria posizione lineare. I colleghi del Movimento 5 Stelle, è il caso di dire, hanno “giocato d’azzardo”, mostrando in aula di saper fare meglio della “vecchia politica”: hanno votato l’emendamento Santorsola – facendolo così passare – ma poi non hanno votato il disegno di legge che lo recepiva. Insomma, hanno giocato con la pelle dei poveri malati di ludopatia e con i dipendenti dei centri scommessi. Non una linea politica chiara e riconoscibile: ma un gioco a prendere in giro tutti. Del resto, come hanno dimostrato sull’Ilva e sulla Tap, a questo gioco sono i più bravi!
PressGiochi