Torino – Si sta tenendo questa mattina davanti alla sede della Regione Piemonte la manifestazione che vede riuniti per la prima volta tutti gli addetti del comparto del gioco pubblico
Torino – Si sta tenendo questa mattina davanti alla sede della Regione Piemonte la manifestazione che vede riuniti per la prima volta tutti gli addetti del comparto del gioco pubblico legale nel nostro Paese, dai concessionari ai gestori fino a coloro che operano, come i tabaccai, nell’ambito della raccolta, per protestare contro la legge regionale che dallo scorso 20 novembre 2017 ha bandito l’offerta di gioco su gran parte del territorio regionale.
A Palazzo Lascaris, proprio in queste ore si sta tenendo la seduta del Consiglio regionale che avrebbe dovuto valutare le modifiche proposte alla legge e che probabilmente verranno valutate nella prossima seduta in vista del fatto che il presidente Nino Boeti ha accettato di incontrare per le ore 12,30 gli operatori del gioco.
“Abbiamo chiesto alla Regione – dichiara Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi, a PressGiochi – una sospensione tecnica della legge regionale in vista della decisione del Governo di riordinare il settore del gioco pubblico nei prossimi sei mesi. Questo ci permetterebbe di avere un quadro più chiaro di quello che succede a livello nazionale.
Rappresentiamo migliaia di imprese e lavoratori, quindi mi aspetto disponibilità da parte delle istituzioni. Credo che più di un consigliere si sia accorto che quel provvedimento non funziona, nonostante ci sia poca disponibilità a tornare indietro.
Non credo che la legge vada cancellata, ma potremmo fare un discorso diverso visto che lo scopo della norma è condiviso da tutti, ovvero la tutela della salute dei cittadini. Gli strumenti adottati come i distanziometri hanno dimostrato di non funzionare, anzi hanno peggiorato il problema causando gioco illegale e perdita del controllo del giocatore. Dall’altra parte, è nato un problema di ordine pubblico per la sostituzione dei congegni legali con quelli illegali.
Dobbiamo trovare strumenti diversi.
Serve la formazione adeguata degli operatori che vendono gioco, servono campagne informative presso le scuole, serve utilizzare la tecnologia per monitorare il giocatore inserendo dei limiti e blocchi della macchina.
Ci sono molti strumenti che si possono utilizzare mantenendo in piedi il sistema del gioco legale.
Inoltre, un aspetto che non viene considerato è che il giocatore ricorre troppo tardi ai servizi sanitari. Mediamente passano tra i tre e i cinque anni. Intervenire prima e in maniera efficace potrebbe essere compito degli operatori ed esercenti grazie ad un accordo con il sistema sanitario che permetterebbe di intervenire direttamente con i soggetti segnalati da chi vende il gioco”.
PressGiochi