Con un’ordinanza sindacale, il comune di Sant’Antioco disciplina i requisiti per l’apertura di nuove sale da gioco in città e l’orario di funzionamento degli apparecchi elettronici di intrattenimento con vincite
Con un’ordinanza sindacale, il comune di Sant’Antioco disciplina i requisiti per l’apertura di nuove sale da gioco in città e l’orario di funzionamento degli apparecchi elettronici di intrattenimento con vincite in danaro. L’obiettivo è combattere le patologie derivanti dal gioco d’azzardo, un importante problema di salute pubblica che colpisce indistintamente tutte le fasce sociali e può portare alla rottura dei legami familiari, alla compromissione della posizione lavorativa e sociale e, nei casi più estremi, a gravi fatti delittuosi contro di sé ed i propri congiunti.
«La Sardegna – spiega il sindaco Ignazio Locci – è la regione italiana con il maggior numero di apparecchi per l’esercizio del gioco d’azzardo: a Sant’Antioco, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero dell’Interno, sono presenti 75 slot machine, 6,7 ogni mille abitanti, per una spesa procapite annua di 534 euro. Sono numeri che impongono una riflessione e, soprattutto, provvedimenti concreti utili a fronteggiare il grave fenomeno della ludopatia che sta prendendo piede anche nella nostra comunità. Con questa ordinanza, cerchiamo, appunto, di porre un freno alle patologie derivanti dal gioco d’azzardo. Ma non ci fermeremo qui: l’assessorato ai Servizi Sociali sta programmando una serie di incontri-convegno in cui verrà affrontato e discusso il problema.»
Nello specifico, l’ordinanza disciplina (a partire da lunedì 3 settembre 2018) l’apertura di nuove sale da gioco che non potranno sorgere a meno di 300 metri da tutta una serie di punti sensibili della città. Ma, soprattutto, norma gli orari di funzionamento degli apparecchi elettronici con vincite in denaro, stabilendo che potranno essere messe in funzione soltanto dalle 12.00 alle 18.00 e dalle 20.00 alle 24.00. Le slot machine, nelle ore di sospensione del funzionamento, devono essere spente tramite l’apposito interruttore elettrico e mantenute non accessibili.
«Una decisione coraggiosa – conclude Ignazio Locci – che riteniamo doverosa: è quello che ci è consentito finché queste “macchinette” resteranno autorizzate dalla legge. Diversi cittadini sono finiti nella morsa della ludopatia e non possiamo certo accettare passivamente questo triste fenomeno.»
PressGiochi