La norma sulle distanze dei giochi dai luoghi sensibili potrebbe portare ad effetti opposti rispetto a quelli auspicati dalla legge provinciale. Era attesa per il 30 giugno 2018 la relazione
La norma sulle distanze dei giochi dai luoghi sensibili potrebbe portare ad effetti opposti rispetto a quelli auspicati dalla legge provinciale.
Era attesa per il 30 giugno 2018 la relazione finale del consulente tecnico d’ufficio individuato dal giudice amministrativo in merito ai ricorsi promossi a Bolzano contro il divieto di apertura delle sale giochi entro un raggio di 300 metri. E’ stata depositata in questi giorni la relazione scritta dal professore Cesare Pozzi, docente di Economia dell’impresa, della concorrenza e dei mercati globali, presso l’Università ‘LUISS Guido Carli’ di Roma incaricato dal Consiglio di Stato di valutare il concreto effetto espulsivo delle norme adottate dalla provincia di Bolzano in materia di distanze dei giochi, slot machine e vlt dai luoghi definiti sensibili.
Secondo la relazione, anche se le distanze disposte dalla norma regionale di 300 metri non determinano di per sé un effetto espulsivo dell’offerta di gioco, vanno analizzati gli effetti che la norma potrebbe avere sulla struttura dell’offerta e del mercato. Lo spostamento delle aree accessibili ad offrire gioco, pur presenti e sufficienti nei territori comunali potrebbero poi non essere accessibili per limiti tecnici ed economici.
Secondo le conlusioni della perizia, lo spostamento delle sale giochi in luoghi periferici potrebbe portarle a perdere, nel lungo termine, i clienti ‘sociali’ ovvero i consumatori caratterizzati dall’assenza o da un basso rischio di dipendenza patologica, coloro che giocano per intrattenimento e svago, mentre non frenerebbe la domanda da parte dei clienti a rischio di gioco moderato e alto.
Inoltre, dal punto di vista della struttura del mercato, la necessità di marginalizzare le locations potrebbe portare a processi di concentrazione a favore dei grandi operatori e a svantaggio dei piccoli operatori privati.
Ad intervenire sulla questione, Massimiliano Pucci dell’associazione Astro, ha dichiarato: «Il consulente tecnico nominato dal Consiglio di Stato conferma quanto noi diciamo da tempo: il distanziometro non ha alcuna efficacia nella lotta al gioco patologico».
Al centro dell’attenzione della perizia depositata dal consulente di Palazzo Spada e avente per oggetto la legge della Provincia di Bolzano, il modello normativo, ormai largamente praticato su scala nazionale, che vieta l’apertura di sale giochi e l’installazione di slot e Vlt in un “raggio di sicurezza” (300-500 metri) da una serie di punti sensibili, tra cui luoghi di culto e scuole.
Un sistema che, secondo la relazione del CTU del Consiglio di Stato, potrebbe avere nel lungo periodo effetti opposti a quelli attesi: «Il documento – continua Pucci – mette in evidenza una dinamica logica: se una sala giochi si trasferisce in una zona non proibita, i giocatori moderati e occasionali, cioè non problematici, tenderanno a non seguirla e/o a dirigersi verso altre tipologie di gioco, anche illegali. I giocatori patologici, invece, si sposteranno per continuare a giocare. Ecco perché il sistema del distanziometro, che nasce per combattere la ludopatia, finisce per mancare completamente il suo obiettivo. Quella sala giochi perderebbe solo la sua clientela sana e conserverebbe quella problematica».
Inefficace nella lotta al gioco problematico, il sistema delle distanze minime è invece una tagliola per la vita delle aziende: «Private di gran parte degli introiti, molte imprese sono destinate a chiudere e molti lavoratori del settore andranno a ingrossare le fila della disoccupazione. Questo è l’unico effetto pratico del distanziometro».
PressGiochi
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