11 Gennaio 2025 - 20:57

Dl Dignità. Binetti (UDC): “Arriva in porto con molte ombre, ma certamente con alcuni luci concrete”

“Il decreto Dignità arriva in porto con molte ombre, ma certamente anche con alcune luci concrete, che meriteranno una particolare attenzione nei prossimi mesi, soprattutto se davvero se ne vuole

07 Agosto 2018

“Il decreto Dignità arriva in porto con molte ombre, ma certamente anche con alcune luci concrete, che meriteranno una particolare attenzione nei prossimi mesi, soprattutto se davvero se ne vuole fare lo spartiacque tra precariato e stabilizzazione dei giovani lavoratori. E’ in gioco, e non vorremmo che si trattasse di un gioco d’azzardo, il future delle nuove generazioni: il loro diritto a lavorare costruendo il proprio futuro con un sano e realista ottimista. Sono oltre 10 anni, dall’inizio della crisi economica, che non è così e statisticamente abbiamo perso almeno due coorti di giovani laureati e almeno tre di giovani diplomati. Ragazzi che sono rimasti fuori da un presente lavorativo e che temono di restare fuori anche da un futuro che riguarda pensioni e previdenza. Una generazione sospesa tra un passato ingeneroso e un futuro ancora fin troppo ostile. Non so se i più coraggiosi, o i più bravi, o semplicemente i più impazienti, stanno migrando all’estero, dove nel migliore dei casi trovano una serie di opportunità concrete, che possono trasformare creativamente. Sono centinaia di migliaia e stanno creando un flusso migratorio di cui nessuno parla, ma che potremmo facilmente definire alla ricerca della dignità perduta.”

 

Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua:

 

“Questi giovani hanno diritto al cambiamento promesso e lo pretendono più che sotto forma di reddito di cittadinanza, come naturale restituzione di un investimento che, attraverso lo studio e la formazione, è stato fatto su di loro dalle famiglie e dalle istituzioni del Paese. Non cercano privilegi, pretendono di misurarsi con problemi e difficoltà per dimostrare che sanno risolverli. Vogliono essere classe dirigente di questo Paese per un nuovo grande miracolo italiano, un po’ come avvenne negli anni 60 e come può accadere di nuovo dopo oltre 50 anni. Non basta essere dei ministri giovani per essere certi di capire i problemi dei giovani e soprattutto per riuscire a risolverli. Ma la gioventù di larga parte del governo, sia pure con la sua inesperienza, ha il dovere di parlare ai giovani con chiarezza e fermezza, senza ingannarli. Il decreto Dignità trasuda ingenuità e inesperienza, ma possiede in fieri la voglia di sfidare alcune scelte di governo che si sono rivelate obsolete ed improduttive. Per uno strano gioco delle parti questo è anche il Decreto che combatte l’azzardo, che dice no alla pubblicità ingannevole, che prova a ricondurre ognuno davanti alla sua responsabilità, al futuro che è nelle sue mani. Che i giovani sappiano che il lavoro non è un azzardo, ma un diritto e nessuno può scommettere su di loro ingannandoli con promesse fallaci. La dignità non si vince alla roulette ne al gratta e Vinci; si costruisce appunto lavorando giorno per giorno”.

 

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