Il DL Dignità continua a fare discutere, dopo il via libera delle Commissioni riunte della Camera dei Deputati e l’atteso voto finale previsto per il 2 di agosto. Grandi colossi
Il DL Dignità continua a fare discutere, dopo il via libera delle Commissioni riunte della Camera dei Deputati e l’atteso voto finale previsto per il 2 di agosto. Grandi colossi dei media online, come Google e Facebook, sono già corsi ai ripari per “mettersi in regola”, lasciando interdetti gli “addetti ai lavori”, ovvero tutte quelle persone impiegate nel settore del gioco online, che ora temono gli effetti negativi del DL nell’industria del gaming.
Cerchiamo di comprendere meglio, anche attraverso le testimonianze di un esperto di gioco online, quali possono essere le ripercussioni del dl Dignità nel mercato del lavoro.
Negli ultimi giorni non si è parlato di altro se non dell’approvazione del decreto Dignità, con particolare riferimento al settore dei giochi online in Italia. Lo scopo del nuovo decreto è di limitare l’abuso dei giochi d’azzardo nel nostro paese, “combattendo” in vari settori e forme, la sponsorizzazione e la promozione degli stessi.
Le parole del CEO del casino online Betnero.it pongono l’accento, però, su quelli che potremmo definire “gli effetti collaterali” del dl Dignità: “I primi effetti del decreto li abbiamo già intravisti, con Google e Facebook, che hanno iniziato a vietare le sponsorizzazioni verso tutti gli operatori, anche se provvisti di regolare licenza rilasciata dai Monopoli di Stato. Il che significa che figure professionali, come specialisti di marketing e social media, all’interno di aziende operanti nel gaming online, si sono trovate improvvisamente senza lavoro”.
Una prospettiva che trova conferma nel testo stesso del decreto, di recente pubblicato sulla nostra testata, che all’Articolo 9 specifica: “è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro…”.
Gli effetti del dl Dignità non si fermerebbero ai singoli ruoli di professionisti del settore, ma potrebbero avere ripercussioni ben più pesanti, laddove il testo del decreto non subisse ulteriori modifiche nel passaggio al Senato, come preannunciato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.
Al punto 6.bis leggiamo infatti: “Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Governo propone una riforma complessiva in materia di giochi pubblici in modo da assicurare l’eliminazione dei rischi connessi al disturbo da gioco d’azzardo…”.
Il rischio che si prospetta è che tutte queste modifiche “potrebbero spingere gli operatori del settore ad abbandonare il mercato italiano, con un conseguente impatto negativo sul mercato del lavoro” come sottolineato dal CEO di Betnero. Il dl Dignità potrebbe quindi innescare un effetto a catena che vedrebbe i vari operatori di gioco online abbandonare il mercato italiano per indirizzarsi verso paesi con una legislazione “più flessibile”.
Considerando che gli ultimi studi dell’Ubp hanno quantificato la raccolta complessiva dei giochi online in oltre 100 miliardi di euro l’anno, risulta chiaro che il dl Dignità potrebbe creare un buco non insignificante nelle casse dello Stato italiano, dove la tassazione sul gioco è tra le più alte in assoluto in Europa.
PressGiochi
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