23 Novembre 2024 - 17:56

Il casinò di Campione chiude per fallimento. I sindacati si appellano a Salvini

Sono ben 600 i posti di lavoro a rischio dopo che il Tribunale di Como ha dichiarato il fallimento del Casinò di Campione d’Italia. A causa dei troppi debiti, per

30 Luglio 2018

Sono ben 600 i posti di lavoro a rischio dopo che il Tribunale di Como ha dichiarato il fallimento del Casinò di Campione d’Italia. A causa dei troppi debiti, per la casa da gioco, che si trova nel cuore del Canton Ticino, il Tribunale di Como non ha fatto altro che rilevare non solo l’insolvenza, ma anche la ‘cospicua esposizione debitoria’ ed il ‘patrimonio in dissesto’.

Dopo un secolo il Casinò di Campione d’Italia è ora chiuso sebbene per ora la chiusura sia solo temporanea. La casa da gioco paga l’ascesa dei giochi online ma anche la perdita di appeal del cosiddetto turismo dell’azzardo che invece in passato rappresentava la scelta naturale da parte di tanti vip e personaggi del mondo della musica, dello spettacolo ed anche dello sport.

I debiti del Casinò di Campione d’Italia ammonterebbero ad oltre 130 milioni di euro, ragion per cui, nel dichiarare il fallimento, il Tribunale di Como ha nominato tre curatori fallimentari.

Per evitare che l’attuale chiusura temporanea del Casinò di Campione d’Italia diventi definitiva, occorre definire un piano di rientro dai debiti che preveda la riapertura della casa da gioco che, in questo modo, potrà continuare ad avere delle entrate.

Altrimenti il rischio è quello di chiudere i battenti per sempre lasciando a casa centinaia di lavoratori che, tra l’altro, recentemente avevano accettato una riduzione degli stipendi al fine di uscire dalla situazione di dissesto anche attraverso il taglio del costo del lavoro.

 

I sindacati di categoria del settore gioco Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom, dopo la dichiarazione di fallimento del Casinò di Campione D’Italia si sono rivolti al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per “Evitare il tracollo della storica Comunità campionese, struttura che tra dipendenti diretti ed in appalto garantisce occupazione a circa 600 lavoratori”.

 

Le tre sigle chiedono un “intervento urgente” a difesa non solo dei lavoratori, ma dei “2000 abitanti dell’unica enclave italiana che, nelle ultime settimane, ha già dovuto rinunciare ai servizi minimi precedentemente garantiti ai cittadini”.

Secondo i sindacati la profonda crisi della casa da gioco del comasco sarebbe stata ”aggravata dalla decisione della Banca Centrale Svizzera di eliminare il limite al tasso di cambio Euro/Franco svizzero nel 2015, facendo perdere in un solo giorno circa 20 milioni di franchi dal bilancio del Casinó” determinando “l’impossibilità della prima azienda campionese ad onorare la convenzione con il Comune di Campione d’Italia costringendo il Tribunale di Como a dichiararne il fallimento per insolvenza”.

“Tanti e vani sono stati i tentativi di evitare tale tracollo – sottolineano Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom – a partire dal taglio di orario e salariale dei dipendenti della Casa da Gioco che rinunciano a un’importante quota di stipendio fin dal 2012, sacrificio confermato il 15 maggio 2018 attraverso referendum, fino alla revisione al ribasso di tutti i servizi in appalto”.

 

Dal Ministero fanno sapere che nessun intervento diretto è possibile:”Non sussistono soluzioni politiche percorribili” fanno sapere i sottosegretari del Ministero dell’Interno, il comasco Nicola Molteni ed il collega Stefano Candiani dopo il fallimento – con relative preoccupazioni per il futuro occupazionale dei dipendenti – del casinò di Campione d’Italia. “Seguiamo con estrema attenzione la vicenda anche per le pesanti conseguenze sull’occupazione – scrivono i sottosegretari -. Occorre attendere le verifiche da parte degli organi della magistratura fallimentare anche per accertare le responsabilità gestionali. Ma non sussistono soluzioni politiche da percorrere….”.

 

 

Ora, in tempi strettissimi, i tre curatori del fallimento scelti dal giudice (Giulia Pusterla, Sandro Litigio ed Elisabetta Brugnoni) incontreranno proprio il giudice delegato Alessandro Petronzi. Tante cose da affrontare, ma una su tutte: il possibile esercizio provvisorio del Casinò, dunque la sua riapertura. Lo sperano i quasi 500 dipendenti, moltissimi dei quali sono comaschi.

PressGiochi

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