25 Dicembre 2024 - 06:50

SGI. Zapponini: “La riforma del settore deve partire dalla distinzione tra gioco legale e illegale”

Si è tenuto oggi a Roma presso la sede di Confindustria l’Assemblea pubblica di Sistema gioco Italia per presentare 10 proposte per una riforma della filiera del settore del gioco

10 Luglio 2018

Si è tenuto oggi a Roma presso la sede di Confindustria l’Assemblea pubblica di Sistema gioco Italia per presentare 10 proposte per una riforma della filiera del settore del gioco pubblico che metta al centro la tutela del giocatore e la possibilità di un progresso sostenibile e responsabile del settore nei territori.

“Il sistema del gioco pubblico versa in una incertezza ormai troppo lunga – ha dichiarato Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia– dobbiamo uscire prima possibile dallo stallo in essere e avviare una riforma inderogabile che parta dalla distinzione tra gioco legale e illegale. Gli interventi dei territori portano solo all’espulsione dell’offerta legale. La strada del dialogo e del confronto sono da preferire a interventi predatori e d’urgenza. Per questo chiedo al Ministro Di Maio di aprire un tavolo di confronto con il settore”.

 

“La decisione del Governo di inserire il divieto di pubblicità nel Decreto Dignità è per noi un segnale molto negativo e auspichiamo che il Parlamento intervenga per migliorare questa norma. Questa misura, così come gli interventi di Regioni e Comuni sui territori, stanno facilitando un ritorno del gioco illegale, molto spesso in mano alla criminalità organizzata e che sfugge a qualsiasi tipo di controllo. Ribadiamo la nostra disponibilità a una discussione anche franca con tutte le Istituzioni ma, se si vogliono veramente tutelare i cittadini, è necessario intervenire non sui singoli aspetti ma con una riforma complessiva di tutta la filiera, come Sistema Gioco Italia propone già dal 2013, che non può essere raggiunta con la decretazione d’urgenza“.

“Dobbiamo intervenire, ma affidandoci ai dati, l’unico strumento con il quale effettuare interventi utili ed efficaci” – ha concluso Zapponini.

 

Marco Spallone, prof. di economia all’Università di Pescara e Luiss, ha parlato durante l’evento dell’evoluzione storica e delle prospettive del mercato dei giochi in Italia. “Se capiamo bene quella che è l’economia del settore comprendiamo anche i problemi legati a questo tipo di offerta – ha dichiarato Spallone- . La distinzione principale che va fatta è quella tra raccolta e spesa dei giocatori. I due concetti sono fondamentali. C’è una bella differenza tra i dati riportati come raccolta e quelli concretamente spesi. Analizzando questi dati vediamo che la spesa è stabile a livello aggregato. La spesa è ciò che rappresenta veramente i ricavi della filiera del gioco e a partire dal 2012 vediamo che i margini a disposizione della filiera scendono al contrario della spesa destinata all’Erario che sale.

Analizzare la tassazione degli altri Paesi europei ci aiuta a capire come in Italia i livelli siano allarmanti, pensare al settore degli apparecchi da gioco che sono tassati al 62% del margine. In Inghilterra la tassazione si ferma al 25%.

Mentre le scommesse online, ad esempio, sono tassate sul margine in linea con il resto dell’Europa. In Francia, ad esempio, la tassazione più alta ha bloccato lo sviluppo del mercato, e nell’online questo è fondamentale.

Vorrei concludere evidenziando la differenza a livello internazionale degli interventi dei territori. In alcuni Paesi gli enti locali determinano le aliquote fiscali, ma questo conferisce loro la responsabilità di tutelare sia esercenti e le concessioni rilasciare dalla stessa autorità. Cosa molto differente da quello che sta accadendo in Italia dove gli EELL hanno l’unico obiettivo di abbattere i costi legati al gioco a loro carico. Questo provoca incertezza e gravi ripercussioni sugli investimenti degli imprenditori e sullo stesso interesse erariale”.

 

Ad intervenire all’evento anche Italo Marcotti di FederBingo, vicepresidente di SGI delegato al contratto di filiera: “Ci troviamo nella condizione di essere imprenditori italiani che hanno partecipato ad un bando per offrire un gioco e allo stesso tempo lavorare per contrastare il gioco illegale. Per il settore è giunto il momento di cambiare marcia, e alla politica chiediamo un nuovo modello che tuteli i valori occupazionali. E’ difficile pensare di cancellare il lavoro di venti anni senza aver un ritorno sociale”.

 

A concludere l’evento, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria che ha dichiarato: “Dobbiamo dare una risposta a 150mila dipendenti del settore. Non dobbiamo illuderci che far chiudere le imprese del gioco rappresenti la soluzione”.

“Non possiamo attrarre investitori esteri per poi illuderli. Se la tassazione si applica sulla raccolta ma non sul margine danneggeremo il mercato deponziando il settore italiano con la sicurezza che l’offerta si sposterà su altri fronti. Serve un tavolo di confronto per correggere queste anomalie”.

 

 

 

I 10 PUNTI DELLA PROPOSTA DI SISTEMA GIOCO ITALIA
1. Soluzioni alternative al distanziometro per evitare l’espulsione del gioco legale dai territori
2. Interventi di razionalizzazione dell’offerta
3. Innalzamento qualitativo dei punti gioco (bar, tabacchi e sale dedicate)
4. Riqualificazione della filiera e formazione degli operatori
5. Implementazione di linee guida nazionali sull’impatto urbano e la comunicazione
6. Revisione della disciplina del prelievo erariale sui singoli giochi
7. Rafforzamento della regolamentazione del gioco online
8. Regolamentazione della pubblicità
9. Espletamento del bando di riassegnazione delle concessioni del Bingo
10. Riforma complessiva del settore dell’ippica

 

PressGiochi

 

 

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Pucci (Astro): “Il distanziometro ha funzionato perfettamente nel far chiudere le aziende”

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