Una delle due tappe in Calabria di “Game Over – Non giocarti la vita – Amala” si terrà al Liceo Campanella, grazie all’iniziativa promossa dalla sezione locale del movimento “Vivere
Una delle due tappe in Calabria di “Game Over – Non giocarti la vita – Amala” si terrà al Liceo Campanella, grazie all’iniziativa promossa dalla sezione locale del movimento “Vivere in” in collaborazione con il Ser.T. di Lamezia Terme La mostra promossa dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi, Casa del Giovane, Movimento No slot, Magazine Vita, Unilab e Anci, realizzata grazie alla collaborazione di 36 vignettisti che hanno prodotto oltre 70 immagini pungenti e umoristiche per far conoscere e prevenire la ludopatia,. La mostra sarà visitabile fino al 22 maggio all’interno dell’istituto, per il quale rappresenta l’esito conclusivo di un percorso di formazione che ha visto protagonisti gli studenti del Campanella guidati dalle docenti Licia Di Salvo e Olinda Suriano.
Nell’occasione sono stati presentati i risultati delle interviste realizzate dagli studenti della IV del Liceo Linguistico alle classi prime e ai docenti sul tema della ludopatia: campione di circa 100 ragazzi della prime classi, con studio sulla relazione potenziale tra l’attuale dipendenza da videogiochi e quella possibile che ne potrebbe derivare con il gioco d’azzardo.
Il 47,8% degli intervistati dichiara di avere a disposizione mensilmente tra gli 11 ed i 50 euro dai genitori, il 73,9% sa che si può diventare dipendenti dal gioco, ma si registra la stessa percentuale (42,9%) tra chi reputa che siano più i soldi persi e chi crede che alla lunga le cifre tra perse e guadagnate si equivalgano.
Sebbene i minorenni non potrebbero scommettere, l’8,7% dichiara di aver scommesso almeno 1 volta, il 4,3% di averlo fatto dalle 2 alle 5 volte, il 4,3% di aver tentato la fortuna alle slot machine e stessa percentuale per i giochi online, mentre il 43,5% ha almeno provato un gratta e vinci (l’8,7% dalle 2 alle 5 volte).
Se il 56,5% non è a conoscenza del legame esistente tra le organizzazioni mafiose ed il gioco d’azzardo, per il dirigente dell’istituto Campanella, Giovanni Martello, «c’è il rischio di non accorgersi della dipendenza, di non affrontare il problema come tale prima che il danno sia diventato maggiore. Il lavoro con i ragazzi serve anche per arrivare alle famiglie, noi come scuola abbiamo sposato questa iniziativa per un lavoro di squadra con gli altri enti per prevenire insorgenze prima di doverle curare, e la mostra comunica il messaggio in modo più immediato rispetto ai freddi dati».
Dai dati forniti sia dal Sert che dall’associazione Vivere In viene descritta la ludopatia come dipendenza in crescita, ma non ancora il fenomeno maggiore (che rimane quello delle droghe), problema che coinvolge sia donne che uomini, giovani ed adulti in modo trasversale.
PressGiochi
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