Il 7 dicembre 2017 la Commissione europea ha deciso di chiudere le procedure di infrazione e il trattamento dei reclami nel settore del gioco d’azzardo. Gli operatori sono pertanto incoraggiati
Il 7 dicembre 2017 la Commissione europea ha deciso di chiudere le procedure di infrazione e il trattamento dei reclami nel settore del gioco d’azzardo. Gli operatori sono pertanto incoraggiati a ricorrere a mezzi di ricorso nazionali in caso di problemi con il diritto dell’UE nel settore del gioco d’azzardo. Ciò include i casi di gioco d’azzardo svedesi per i quali la Commissione aveva deciso il 16 ottobre 2014 di deferire la Svezia alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CJEU) (le decisioni di rinvio non erano ancora state eseguite).
E’ la comunicazione che arriva oggi dall’Ue in merito alla petizione presentata, ormai da diversi anni, da un operatore di scommesse svedese che contestava la conformità della gestione dei giochi in Svezia con i principi dell’Unione.
Infatti, in Svezia, il gioco d’azzardo e le lotterie sono di competenza statale e qualsiasi violazione della legge sulla lotteria può comportare una pena tra sei mesi e due anni di carcere, tanto che il firmatario della petizione ha dovuto interrompere la sua attività commerciale per evitare di essere accusato di agevolare e contrattare scommesse non autorizzate.
Nella petizione si fa riferimento alle sentenze della Corte di giustizia secondo le quali la legge svedese è contraria ai principi di Diritto comunitario relativo alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi.
“Questo approccio – ha ribadito oggi la Commissione europea – è in linea con l’impegno politico della Commissione di essere più strategico nell’attuare il diritto dell’UE e fa seguito alla comunicazione ““EU law: Better results through better application” che definisce l’approccio della Commissione per dare priorità ai casi in modo strategico, valutando attentamente il vari interessi pubblici e privati coinvolti.
La Ce ritiene che le denunce nel settore del gioco d’azzardo possano essere gestite efficacemente dai tribunali nazionali alla luce delle numerose sentenze della CGUE sulla legislazione nazionale sul gioco d’azzardo. I denuncianti sono pertanto incoraggiati a ricorrere a mezzi di ricorso nazionali in caso di problemi con il diritto dell’UE nel settore del gioco d’azzardo.
Gli Stati membri – ha concluso la Commissione – sono autonomi nel modo in cui organizzano i loro servizi di gioco d’azzardo, compreso il livello di tassazione, a condizione che siano rispettate le libertà fondamentali del trattato. La CGUE ha contribuito a chiarire quali restrizioni sui principi del mercato unico possano essere giustificate alla luce di obiettivi di politica pubblica quali la tutela dei consumatori e dei minori nel settore del gioco d’azzardo”.
PressGiochi
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