L’On. Arturo Bova Pres. Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria commenta l’approvazione del testo unico contro la criminalità approvato ieri che comprende un’importante parte sul gioco d’azzardo. “Una bella, bellissima
L’On. Arturo Bova Pres. Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria commenta l’approvazione del testo unico contro la criminalità approvato ieri che comprende un’importante parte sul gioco d’azzardo.
“Una bella, bellissima pagina per la storia della Calabria è stata scritta, da questo Consiglio regionale- ha commentato- Il Testo Unico contro la ‘ndrangheta appena approvato sono convinto sia destinato a lasciare una traccia indelebile nella legislazione calabrese dal momento che in dieci legislature mai ci si era dotati di un testo unico contro il fenomeno ‘ndranghetistico. Un Testo Unico, dunque, che nasce come il collettore di tutte le istanze raccolte in tre anni di lungo, costante ma proficuo lavoro in Commissione. Abbiamo audito circa 60 soggetti, da ANCI a Banca D’Italia, da Banca Etica all’associazione antirachet, da Confindustria ai Sindacati, alle Camere di Commercio, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Coldiretti, Confagricoltori, Terzo Settore, testimoni di giustizia come Tiberio Bentivoglio, Gaetano Saffioti, Antonio Bartuccio e tanti altri. Abbiamo recepito i loro suggerimenti, siamo andati nel cuore vivo della vita democratica del Paese”.
“Tra i provvedimenti che fortemente ho voluto inserire c’è la sezione dedicata alle limitazioni al gioco d’azzardo legale, vale a dire alle cosiddette sale per le slot machine. Nella sezione terza del titolo II, all’art. 15, diamo attuazione al protocollo sottoscritto in materia di contrasto alla ludopatia, prevedendo una serie di interventi di notevole impatto nel faticoso percorso di contrasto e arginamento di quella che sta diventando una vera piaga sociale: il gioco d’azzardo patologico. Viene previsto il divieto di collocazione di alcune tipologie di apparecchi per il gioco in locali che si trovano ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti rispetto a luoghi sensibili come scuole, chiese, sale ricreative, bancomat e palestre”.
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