08 Gennaio 2025 - 20:02

Cesare Guerreschi a Bolzano parla di “Come la cultura cambia la dipendenza”

La Società Italiana Intervento Patologie Compulsive (SIIPAC) ha organizzato per il 23 marzo scorso una conferenza di sensibilizzazione sul tema delle nuove dipendenze comportamentali. La conferenza, partendo dal presupposto che

26 Marzo 2018

La Società Italiana Intervento Patologie Compulsive (SIIPAC) ha organizzato per il 23 marzo scorso una conferenza di sensibilizzazione sul tema delle nuove dipendenze comportamentali.

La conferenza, partendo dal presupposto che viviamo ormai nell’epoca delle dipendenze comportamentali (dipendenza da telefonino, internet, pornografia, medicina estetica, ecc.) ha proposto al folto pubblico presente in sala alcune riflessioni in merito ad un problema reale che si sta diffondendo sempre più nella società contemporanea.

 

Partendo dal recentissimo libro “New Addiction 2.0 – Come la cultura cambia la dipendenza” del prof. Cesare Guerreschi, presidente della SIIPAC, i relatori hanno dialogato con il pubblico riguardo ai grandi mutamenti di paradigma della cultura contemporanea (dal senso del “dovere” dei nostri nonni alla ricerca del “piacere” del mondo di oggi) ragionando sui nuovi rischi legati a tali cambiamenti.

 

Il grido di allarme lanciato nella conferenza riguarda la necessità di cogliere tempestivamente i nuovi messaggi che la cultura ci manda, per prevenire patologie che – sebbene non ancora ben codificate dalle grandi organizzazioni sanitarie – si stanno diffondendo con crescente velocità. Alle porte delle poche strutture di eccellenza che già trattano le nuove dipendenze comportamentali bussano infatti sempre più persone che soffrono di patologie compulsive e che faticano a trovare accoglienza e comprensione nelle strutture sanitarie più convenzionali.

 

Il libro di Guerreschi, dal quale sono tratti i temi discussi durante la conferenza, è dunque un saggio realmente innovativo e atteso da tempo, che con taglio divulgativo introduce il lettore nel mondo delle nuovissime dipendenze comportamentali: non possiamo infatti farci trovare impreparati di fronte ai segnali e alle sfide che il mondo contemporaneo pone, soprattutto alle persone più fragili.

Il numeroso pubblico presente in sala, composto anche da numerosi professionisti del settore (psichiatri, psicoterapeuti, psicologi, direttori di comunità) ha potuto raccogliere spunti e riflessioni utili per migliorare sempre di più la prevenzione e l’accoglienza verso le persone che soffrono, anche in un’ottica di crescente sussidiarietà tra strutture pubbliche e del privato sociale, per aumentare sempre di più le capacità di assistenza verso pazienti che non troverebbero altrimenti possibilità di sostegno e cura.

 

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