La Corte di giustizia europea (CJEU) ha stabilito oggi che l’obbligo ungherese di avere un casinò terrestre per poter offrire giochi da casinò online è in palese violazione dei diritto
La Corte di giustizia europea (CJEU) ha stabilito oggi che l’obbligo ungherese di avere un casinò terrestre per poter offrire giochi da casinò online è in palese violazione dei diritto dell’UE. La sentenza, promossa dall’operatore di giochi online con licenza europea Sporting Odds, dichiara l’attuale legislazione sul gioco d’azzardo ungherese non è in linea con la libertà dell’UE di fornire servizi.
L’European Gaming & Betting Association (EGBA) accoglie favorevolmente la sentenza che rafforza la precedente sentenza della CGUE contro i regolamenti ungheresi in materia di licenze e rappresenta un passo significativo nel fornire ulteriore chiarezza giuridica alla regolamentazione del gioco d’azzardo online in Europa.
Nella sentenza odierna, la CGUE ha stabilito che la legislazione ungherese sulla concessione di licenze per l’utilizzo di giochi da casinò online, la quale richiedeva l’obbligo di licenza anche per un casinò terrestre nel territorio dell’Ungheria, non è compatibile con il principio di fornire servizi, garantito ai sensi dell’articolo 56 del trattato UE.
La CGUE lascia, inoltre, alla corte ungherese la libertà di determinare se l’attuale sistema ungherese raggiunga obiettivi di politica pubblica in modo coerente e sistematico. Sistema – spiega EGBA – in base al quale alcuni prodotti di gioco d’azzardo online sono soggetti a monopolio mentre altri sono, in linea di principio, soggetti a un sistema di licenze.La sentenza conferma anche la precedente pronuncia pregiudiziale della CGUE in cui la Corte ha ribadito che gli Stati membri non possono portare alcuna azione di contrasto, comprese eventuali sanzioni amministrative come multe e misure di blocco, contro gli operatori di gioco online con licenza UE se la legislazione nazionale è in violazione del diritto dell’UE.
La sentenza della CGUE di oggi conferma che:
“È chiaro che tale restrizione [di autorizzazione], che equivale a riservare l’accesso al mercato dei giochi d’azzardo online agli operatori di casinò situati sul territorio nazionale, va al di là di ciò che può essere considerato necessario come proporzionale, poiché esistono misure meno restrittive che consentono di raggiungere gli obiettivi invocati dal governo ungherese “(paragrafo 43).
“Spetta alle autorità competenti di uno Stato membro […] produrre prove che dimostrino l’esistenza di obiettivi in grado di giustificare una restrizione a una libertà fondamentale […] e la sua proporzionalità. D’altra parte, se tali giustificazioni non dovessero essere fornite attraverso l’assenza o la passività di tali autorità, i giudici nazionali devono essere in grado di trarre tutte le conclusioni che risultano da tale mancanza “(paragrafo 59).
“L’articolo 56 del TFUE deve essere interpretato nel senso che esclude una penalità […] imposta per la violazione delle norme nazionali che introducono un sistema di concessioni e licenze per l’organizzazione di giochi d’azzardo, se tale legislazione nazionale risulta contraria a tale articolo” (par. 67).
Maarten Haijer, segretario generale dell’EGBA, ha dichiarato: “La sentenza odierna della Corte di giustizia è molto chiara: nessuno Stato membro può richiedere un’attività terrestre come prerequisito per fornire servizi di gioco d’azzardo online in quanto ciò è in conflitto con il diritto dell’UE. Sono lieto che la CGUE abbia concluso una volta per tutte che requisiti restrittivi come questi non hanno posto nell’UE; vincoli che discriminano gli operatori che hanno il diritto di fornire i loro servizi in uno Stato membro.
È chiaro che, anche se gli Stati membri sono in una certa misura liberi di regolare il gioco d’azzardo in base ai loro obiettivi politici, il quadro generale è stabilito dalla legislazione dell’UE”.
I Fatti:
La Budapest-Capital Administrative and Labour Court aveva chiesto alla CGUE se l’Ungheria avesse violato la libertà di fornire servizi (ai sensi dell’articolo 56 del trattato UE) imponendo sanzioni amministrative e misure provvisorie di blocco a un operatore regolamentato e autorizzato dalla UE, Sporting Odds.
Il regolamento ungherese non consentiva all’operatore di presentare una domanda di licenza allo scopo di offrire giochi da casinò online senza operare attraverso un casinò fisico in Ungheria e impediva all’operatore di offrire prodotti di scommesse sportive online in Ungheria istituendo di fatto un monopolio nazionale.
PressGiochi
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