25 Novembre 2024 - 06:17

Rovigo: liberi di scegliere. Baretta (MEF): “Nel gioco dobbiamo combattere l’illegalità, il proibizionismo e la dipendenza”

“Il giocatore d’azzardo gioca indipendentemente della presenza di una offerta legale o meno. Ce lo dimostrano i fatti che vediamo nei territori che hanno già proibito la presenza delle slot

27 Febbraio 2018

“Il giocatore d’azzardo gioca indipendentemente della presenza di una offerta legale o meno. Ce lo dimostrano i fatti che vediamo nei territori che hanno già proibito la presenza delle slot machine tramite limiti orari e distanziometri e dove sono comparsi gli apparecchi totem per il gioco online completamente illegali. Bisogna fare di più sul fronte della prevenzione e dell’informazione, oltre alla necessità di avviare un lavoro per creare una maggior cultura del fenomeno”.

Lo ha dichiarato Alessandro Bertoldi, a nome dell’Istituto Milton Friedman in occasione del convegno che si sta tenendo a Rovigo dal titolo “Rovigo: liberi di scegliere” sul tema del gioco pubblico.

 

Presente all’evento anche il sottosegretario all’economia con Delega ai giochi Pier Paolo Baretta.

 

“Bisogna fare una corretta informazione – afferma il referente del Sindacato dei Totoricevitori sportivi – anche sui dati legati al gioco e alla sua offerta. In Veneto a fronte di una raccolta di 10 mld, la spesa effettuata è stata di poco superiore al miliardo di euro nel 2016, numeri molto diversi rispetto a quelli sbandierati dalla stampa generalista”.

 

“A Rovigo – continua – le Awp hanno registrato una spesa effettiva pro capite di 0,37 cent al giorno. Ciò dimostra che l’allarmismo creato è infondato ma questo allarme sta mandando a monte un settore economico intero, legato all’industria del gaming. Condividiamo le politiche di limitazione del gioco  e condanniamo gli attacchi al gioco che non tengono in considerazione le differenze tra i vari prodotti in termini di dipendenza. Si attaccano continuamente le slot machine che hanno un costo per partita di un euro. Ci sono invece anche le VLT con puntate possibili molto più alte che rappresentano un rischio molto più alto per il giocatore.

 

La rete dei tabaccai – conclude – rappresenta una garanzia per la tutela stessa del giocatore. Serve una seria riflessione sul gioco pubblico legale e riportare la discussione sulla realtà e sul buonsenso”.

 

 

https://www.facebook.com/pierpaolo.baretta.3/videos/2069769313257845/

 

“Il tema – ha dichiarato Baretta – riguarda sia la sensibilità sociale che un’industria economicamente importante per il Paese. E’ bello confrontarsi su questo argomento controverso e complesso che riguarda interessi contrapposti, con forti riscolti etici e che quindi merita l’attenzione che ha. Dal punto di vista fiscale è un tema importante, visto che lo Stato incassa circa 10 miliardi. Merita un’attenzione particolare.

 

Si sottovaluta troppo l’impatto tecnologico che ha il settore, non si pensa che i produttori italiani fanno fatica a confrontarsi con la realtà internazionale. Ma importante è anche l’impatto sociale provocato dal settore.

Dobbiamo prendere coscienza di un lungo ritardo legislativo sulla materia, un vuoto che in passato ha prodotto un eccesso di offerta. Così gli enti locali si sono mossi in autotutela sulla spinta di una sensibilità sociale da parte delle associazioni molto forte. Per questo si sentiva l’esigenza di una riforma che avesse alla base la volontà di concepire il gioco come parte della vita.

E’ irrisorio pensare di farlo sparire, ma va considerato nella sua normalità.

La stessa Corte di Cassazione ha raccomandato questa impostazione.

Dobbiamo per fare questo, prima di tutto combattere illegalità e proibizionismo. Proibendo si nega il principio di normalità. Dobbiamo combattere gli eccessi per evitare la dipendenza”.

 

Dobbiamo, quindi, accrescere la professionalità e la formazione di chi gestisce il gioco, soprattutto gli operatori che sono a contatto con il pubblico. La formazione è fondamentale.

Secondo: la qualità dei punti gioco e dell’offerta. Per gli apparecchi abbiamo pensato al controllo da remoto per evitare possibili manomissioni. Questo non significa cambiare la natura delle macchine. Abbiamo consigliato l’allungamento dei tempi di giocata per ridurre il rischio di compulsività. Dobbiamo usare la tecnologia per controllare maggiormente i giochi.

Infine, – continua Baretta – sulle distanze abbiamo vari dubbi. Preferiamo ridurre l’offerta piuttosto che spostarla. Abbiamo ridotto il 35% delle slot. Condivido tuttavia che la distribuzione sia gestita dall’ente locale ma si deve tenere conto di un numero che va rispettato.

Anche sugli orari e sui limiti siamo contrari. Credo sia più utile avere una regola generale a livello nazionale. Altrimenti si stimola una mobilità tra i giocatori tra i vari territori.

Questo è il lavoro fatto, ma guardiamo al futuro. Si discute tanto di gioco terrestre ma lo spostamento sull’online è sempre più importante, basti considerare l’illegalità che circola ancora sull’offerta online. Possiamo lavorare affinché l’accordo sia rispettato da tutti e arrivare ad una condizione del gioco sano visto nella sua normalità che rappresenta l’unica via possibile anche sul fronte dell’occupazione”.

 

Ad intervenire all’evento l’avvocato Geronimo Cardia. “Le misure contenitive degli enti locali nei confronti del gioco si sono dirette in Italia su tre direzioni: da un lato il divieto assoluto di fare pubblicità, limitando gli orari e individuando distanze per l’offerta del gioco.

Sulla pubblicità, normativa nazionale e locale si scontrano per l’impossibilità di rispetto della norma locale da parte di chi fa pubblicità a livello nazionale.

Sulle distanze abbiamo fatto uno studio nel quale abbiamo analizzato 60 distanziometri adottati in Italia e applicandoli abbiamo cercato i punti dove poter avviare le attività di gioco. Dalla nostra mappatura non abbiamo riscontrato l’effetto a leopardo ma quello a pantera: nei fatti, era possibile aprire solo in luoghi non adatti all’attività. Siamo oltre il 99% del territorio vietato al gioco nei luoghi dove sono stati adottati distanziometri.

 

Dobbiamo considerare – ha concluso – che il giocatore problematico e patologico non si ferma di fronte alla distanza di 500 metri. Ma coloro che vogliono davvero giocare possono decidere di spostarsi. Tutti gli altri giocatori o destineranno la loro scommessa ad altre attività oppure giocheranno online, nella speranza che giochino sui siti .it.

In Piemonte tutti i bar oggi sono irregolari e su di essi pende il rischio di sanzioni fino a 16mila euro. Quasi nessuna amministrazione però finora è intervenuta con un provvedimento di chiusura definitivo impugnabile”.

 

 

 

Per il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin “I sindaci su questa questione hanno agito nel rispetto degli strumenti a disposizione senza la volontà di danneggiare alcuno.

Sul territorio si è riscontrato un problema sociale sul quale si doveva intervenire. Sul fenomeno gravano tante dinamiche e a Rovigo abbiamo deciso di intervenire imponendo delle regole: si al gioco lecito ma dobbiamo tutelare i soggetti problematici.

A Rovigo si sono rivolti in 70 al Serd nel 2017. C’è un problema e abbiamo cercato di dare il nostro contributo. Non vogliamo demonizzare nulla – ha concluso il sindaco  – ma nemmeno far ammalare i cittadini. Ok la libertà di scelta, ma credo che gli operatori debbano rispettare le regole”.

 

PressGiochi

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