«L’abbiamo presentata martedì scorso». Il procuratore capo di Como, Nicola Piacente, conferma così l’avvio dell’istanza di insolvenza inerente la società che gestisce il casinò di Campione d’Italia. Una prima udienza
«L’abbiamo presentata martedì scorso». Il procuratore capo di Como, Nicola Piacente, conferma così l’avvio dell’istanza di insolvenza inerente la società che gestisce il casinò di Campione d’Italia.
Una prima udienza è stata fissata il 12 marzo. In quell’incontro il giudice sentirà le parti interessate, quindi la Procura e la società di cui si chiede il fallimento che dovrà portare i bilanci e le scritture contabili «avendo così la possibilità di rispondere alle nostre richieste» afferma a LaRegione.it il procuratore lariano. Una sola udienza o più udienze, questo il destino a cui va incontro nei prossimi mesi la casa da gioco campionese. «Noi riteniamo che il casinò si trovi in uno stato di insolvenza – spiega Piacente – ovvero l’incapacità di far fronte ai debiti che loro hanno, che non soltanto verso il Comune di Campione d’Italia ma anche nei confronti degli istituti bancari, in particolare della Banca Popolare di Sondrio».
«Avevamo ricevuto un esposto dall’attuale sindaco, Roberto Salmoiraghi, quando però era consigliere comunale di minoranza, che parlava di un sistematico inadempimento da parte della società che gestisce il casinò nei confronti del comune. Dobbiamo, infatti, ricordare che il casinò di Campione per Regio decreto del 1933 è stato istituito esclusivamente al fine di consentire al Comune di Campione d’Italia di ottenere il pareggio del bilancio. Dunque, l’articolo 7 della nostra legge fallimentare che impone al procuratore della Repubblica il dovere di chiedere il fallimento nel momento in cui venga accertata una situazione di insolvenza conclamata. Ed è quello che abbiamo fatto. Poi ci sarà un Tribunale che deciderà».
Da qui alla chiusura delle sale da gioco ne potrà però passare molta di acqua sotto i ponti: «Può anche darsi che venga decisa una cosiddetta amministrazione in continuità – illustra i possibili scenari il procuratore capo – con a capo un commissario nominato dall’autorità giudiziaria. Il fatto che si sia chiesto il fallimento lo si è chiesto per la società che gestisce il casinò non si chiede la chiusura del casinò, per cui il casinò può tranquillamente continuare ad operare». Difficile del resto è stato, ed è, per un’amministrazione comunale usare la falce… «Mi rendo conto delle difficoltà di un’amministrazione eletta dalla popolazione di intervenire sui dipendenti. Una situazione che però non poteva protrarsi ulteriormente perché nel momento in cui una società di gestione ha una finalità che è quella di consentire a un comune del territorio italiano di raggiungere il pareggio di bilancio e questo diventa un risultato improponibile e irraggiungibile in qualche modo dei correttivi bisogna inserirli. Fino al 12 marzo però prevedo non succederà nulla».
PressGiochi
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