Proprio per arginare il fenomeno della ludopatia, nella marca trevigiana scendono in campo direttamente gli esercenti dei locali pubblici. La Fipe (federazione italiana pubblici esercizi) e Confcommercio, con la collaborazione
Proprio per arginare il fenomeno della ludopatia, nella marca trevigiana scendono in campo direttamente gli esercenti dei locali pubblici. La Fipe (federazione italiana pubblici esercizi) e Confcommercio, con la collaborazione del Serd dell’Usl2, danno il via ad un corso di formazione ad hoc sulla prevenzione delle dipendenze da slot e gioco d’azzardo, rivolto ai futuri baristi.
“Per diventare baristi e poter aprire un pubblico esercizio occorre frequentare un corso professionalizzante, in cui si apprendono tutte le nozioni base sulla normativa fiscale, igienico- sanitaria e sulla somministrazione di alimenti e bevande – spiega Salvadori – In un anno, dai centri di formazione di Confcommercio escono circa 160 baristi destinati ad aprire o rilevare altrettanti locali. Da ora in poi, impareranno anche a individuare i clienti a rischio e quelli con i sintomi da “dipendenza”, grazie alle lezioni in aula tenute dal personale medico competente”.
“Questa iniziativa- spiega la presidente di Fipe Dania Sartorato- va ad aggiungersi all’impegno già concretizzato con l’adesione di ConfCommercio al protocollo di intesa della Prefettura, firmato a settembre, che vede un patto tra tutti i soggetti per regolamentare i “punti di gioco”, contrastare il gioco illegale e tutelare le fasce deboli. Gli esercenti, negli ultimi anni, si sono dovuti trasformare in veri e propri controllori dei fenomeni sociali. Essendo dei sensori dei vari andamenti, a strettissimo contatto con il pubblico e coi giovani, si trovano sempre più spesso a svolgere ruoli di prevenzione e di controllo sociale che vanno al di là dell’aspetto strettamente imprenditoriale”.
“Attuare una prevenzione mirata e una figura dell’esercente saggio e formato può rivelarsi strategica e determinante” concludono Sartorato e Salvadori.
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