Cassazione. Respinto di una società di gioco contro ADM riguardo l’imponibile medio forfettario Il Comune di Napoli, – commenta l’avv. Stefano Sbordoni – con una nuova ordinanza sindacale n. 1
Il Comune di Napoli, – commenta l’avv. Stefano Sbordoni – con una nuova ordinanza sindacale n. 1 del 23 ottobre 2017 recante per oggetto “rimodulazione, in via sperimentale, della “Disciplina degli orari di apertura e chiusura delle sale giochi autorizzate di cui al Regolamento Sale da gioco e giochi leciti approvato con delibera consiliare n. 74 del 21/12/2015 di cui all’Ordinanza sindacale progr. n. 387 del 4/4/2016” vuole stupire. Per aprirsi la strada alle elezioni politiche, ha scelto di intervenire a modo suo di nuovo sugli orari delle sale giochi. Smentendo quanto sottoscritto in Conferenza Stato-Enti locali, con una poco credibile via sperimentale. Questa ordinanza è figlia naturale delle relazioni del 3 aprile 2017 e del 3 agosto 2017 del gruppo di lavoro coordinato dall’Assessorato al Lavoro e Attività Produttive, costituito dal Comune di Napoli con ordine di servizio del 18 ottobre 2016, di cui fanno parte: il Servizio SUAP, la Direzione Centrale Sviluppo Economico, il Servizio Polizia Amministrativa, la Polizia Locale, e la Direzione Welfare (da qualcuno, forse dei pescatori, definita una paranza). Nelle citate relazioni è stato posto in rilievo che la regolamentazione del Comune di Napoli nel settore dei giochi e delle scommesse, è uno strumento valido ed efficace nel contrasto alla ludopatia; tuttavia sarebbe emersa la necessità di “valutare ulteriori soluzioni per attuare il programma di sensibilizzazione e prevenzioni nei confronti delle fasce della popolazione più debole”, con l’obiettivo di disciplinare la materia così da “rafforzare la capacità di autovalutazione dei giocatori” attraverso misure “tra le quali una disciplina degli orari alternativa” rispetto a quella dell’ordinanza sindacale dello scorso aprile.
Viene dunque stabilita – spiega l’avvocato – una disciplina degli orari di apertura nella sale da gioco alternativa. Gli orari saranno sempre non superiori a complessive otto ore giornaliere, e saranno differenziati per i periodi scolastici e per quelli non scolastici (vale la pena ricordare che la Conferenza Stato Regioni Enti Locali ha approvato all’unanimità un orario massimo di chiusura di sei ore?). I titolari delle sale possono dunque alternativamente optare per una fascia oraria A nei periodi non scolastici (dal 16 giugno al 14 settembre) dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 22:00, tutti i giorni, festivi compresi; nei periodi scolastici (dal 15 settembre al 15 giugno): dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 17:30 alle 22:00, tutti i giorni, festivi compresi; oppure per una fascia oraria B nei periodi non scolastici (dal 16 giugno al 14 settembre) dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 19:00 alle 24:00, tutti i giorni, festivi compresi; nei periodi scolastici (dal 15 settembre al 15 giugno): dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 18:00 alle 24:00, tutti i giorni, festivi compresi. Attenzione però che questa rimodulazione degli orari non incide sul funzionamento degli apparecchi di cui all’art. 110, comma 6, del TULPS, collocati negli esercizi pubblici e commerciali, che resta sempre lo stesso: dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.00 alle ore 20.00 di tutti i giorni festivi compresi.
Questa disciplina oraria alternativa (quasi pulp…) non entra in vigore da subito e per tutti, ma “è riservata alle sale da gioco, (…) i cui titolari si rendono spontaneamente e volontariamente disponibili a realizzare, previa sottoscrizione di un atto convenzionale con il Comune di Napoli che li impegni in tal senso, azioni specifiche per rafforzare il Programma dell’Amministrazione comunale per aumentare la consapevolezza circa i rischi connessi al gioco d’azzardo patologico e ad introdurre strumenti per proteggere i cittadini che versano in condizione di maggiore fragilità sociale”. Nell’atto convenzionale – che ancora sembrerebbe non essere stato scritto e pensato, in quanto l’incarico è stato affidato al SUAP – da sottoscrivere con l’amministrazione comunale, i titolari delle sale da gioco dovranno:
I gestori, che andranno a sottoscrivere questo atto convenzionale, – conclude Sbordoni – dovranno rinunciare “al contenzioso eventualmente instaurato contro l’Amministrazione comunale avverso la disciplina oraria di cui al Regolamento “Sale da Gioco e Giochi leciti” approvato con la Delibera di C.C. n. 74 del 21/12/2015 e/o all’Ordinanza sindacale progr. n. 387/2016, nonché l’obbligo di astenersi dall’intraprendere contenziosi, anche risarcitori, comunque connessi a tale disciplina”. Questi i fatti. Purtroppo il governo del territorio del Comune di Napoli ha perso (oltre alla ragione, parrebbe…) un’importante occasione. La delibera dello scorso 25 ottobre 2017 è priva di contenuto e sterile nella propria essenza perché non apporta alcuna modifica sostanziale al regolamento, anzi ne mette in risalto i punti deboli”.
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