Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle hanno presentato ieri alla Camera una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro dell’interno, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro della salute se
Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle hanno presentato ieri alla Camera una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro dell’interno, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro della salute se il Governo intenda assumere iniziative per perfezionare la normativa che regola l’attività dei centri trasmissione dati per impedire in ogni caso il gioco d’azzardo in tali luoghi.
A destare l’attenzio del M5S, i punti scommessa presenti a Sestri Levante e attivi entro un raggio di 300 metri dai luoghi sensibili individuati dalla regione. “L’amministrazione comunale sestrese ha finora dimostrato un’apparente inerzia: il comune fu «sconfitto» di fronte al Tar con sentenza n. 176 del 2015 per mero errore formale (non era stata circostanziata quale fosse la regola rilevante del comma 2 dell’articolo 36): le ordinanze del novembre 2014 e luglio 2015 di ripristino dell’uso dei locali non hanno avuto seguito. Il 9 marzo 2017 la dirigente area V del comune di Sestri in una nota in risposta a un accesso agli atti avrebbe scritto, a quanto risulta agli interroganti che era in corso procedimento di chiusura dell’esercizio in questione e che per detto procedimento non era stato ancora emanato provvedimento definitivo. In data 22 aprile 2017 veniva redatto provvedimento di chiusura del centro, ma veniva notificato solo in data 14 giugno. In data odierna il centro risulta agli interroganti ancora operante.
L’operazione «Jackpot» nell’aprile 2016 ha visto il Gip del tribunale di Genova, su richiesta della direzione distrettuale antimafia ligure, emettere un apposito decreto di sequestro per 9 centri dove si praticava gioco d’azzardo, alcuni a Genova; l’inchiesta «Conti di Lavagna» ha portato a certificare la presenza di una locale di ’ndrangheta, nel vicino comune di Lavagna, e allo scioglimento dello stesso comune nel marzo 2017 per infiltrazioni criminali. La locale aveva interessi anche nel campo del gioco d’azzardo.
La successiva operazione «Conti del Tigullio» resa pubblica nell’agosto 2017 ha dimostrato che «dopo l’arresto dei boss i familiari riuscivano a guadagnare ancora ingenti proventi tanto da aprire 9 nuovi conti correnti in cui sono stati depositati 135 mila euro»; l’operazione ha condotto al sequestro di beni mobili, immobili, di una sala videolottery e, a Sestri Levante, al sequestro di appartamenti e di un ristorante, per un valore totale di oltre 3,5 milioni di euro a disposizione dei boss ritenuti referenti della ’ndrangheta calabrese nel Tigullio.
La Commissione parlamentare antimafia – concludono i parlamentari – ha ritenuto sussistente l’infiltrazione criminale in Liguria dopo missioni e audizioni; lo stesso Governatore Toti ha detto: «Inutile negarlo, in Liguria mafie infiltrate».
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