23 Novembre 2024 - 02:38

Fee guarda all’Europa per dar forza alla causa dell’amusement italiano

In questa settimana di  importanti appuntamenti per il settore del gioco pubblico italiano, si è tenuta, tra il 18 e il 19 ottobre  presso Cinecittà World di Castel Romano, la

21 Ottobre 2017

In questa settimana di  importanti appuntamenti per il settore del gioco pubblico italiano, si è tenuta, tra il 18 e il 19 ottobre  presso Cinecittà World di Castel Romano, la FEE, Family Entertainment Expo che giunge alla sua seconda edizione dopo quella di Riccione a marzo.

La manifestazione che ha riunito gli operatori attivi prevalentemente nel puro intrattenimento ( aziende come Tecnoplay, Faro Games, Elmac, Cogan, Harding Trading, Gieffe, 5 M Pool, Maggi Controls, Evolution Games, Luca, Replay, etd…) ha cercato di porre in evidenza, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica e della politica, la distinzione tra l’amusement e il gioco con vincita in denaro e la necessità di attuare un intervento normativo che, non solo divida i due comparti anche dal punto di vista amministrativo, ma che permetta al mercato di essere incluso tra i servizi previsti all’interno del processo di liberalizzazione attuato in seguito all’attuazione della Direttiva Bolkestein che mira appunto a rimuovere ogni limiti di accesso al mercato per le attività economiche, a meno che non siano legittimate da motivi di interesse pubblico generale.

 

I giochi di abilità che pur non comportano una posta pecuniaria, trattandosi di macchine da gioco che non danno premi o che danno premi unicamente sotto forma di giocate gratis, dalla normativa nazionale sono state storicamente soggette alle stesse “regole tecniche” ed alle medesime conseguenze di natura sanzionatoria degli altri prodotti di gioco a vincita.

 

Appunto questo, è stato il focus dell’incontro tenuto con l’avvocato Cino Benelli, durante il primo giorno della manifestazione, nel tentativo di evidenziare la necessità che i prodotti di abilità possano rientrare nel campo di applicazione della “Direttiva Servizi” e nel conseguente processo di c.d. “liberalizzazione”.

 

Tema fondamentale per il comparto e condiviso anche da tutti gli operatori, e rispettive associazioni, presenti ad Enada Autunno in questi giorni. Aziende che così distribuiti tra le due fiere dato l’idea di un settore ancor più diviso in tempi che meriterebbero invece un unione di intenti. Quella interna al settore gioco, rischia di trasformarsi in una frattura non destinata a sanarsi. “L’esperienza della Fee – ha detta degli organizzatori – ha riportato gli operatori del comparto a ricompattarsi e superare le rispettive divergenze commerciali in nome della causa”. Nonostante tra le varie parti del mercato vi siano stati vari tentativi di riunire la storica manifestazione dell’automatico con il neonato consorzio dedicato esclusivamente all’amusemente, tra i più circola l’idea che quella italiana non sia altro che l’evoluzione di un processo già tracciato e dettato dalle regole superiori che guidano il mercato.

 

Basta allungare lo sguardo oltre i confini per vedere come in Inghilterra già da diversi anni il mercato del gaming si sia evoluto in maniera tale da dover legittimare la realizzazione di due fiere, una per il gambling, l’altra per i giochi di abilità, in due periodi diversi dell’anno.

 

Ad interessarsi all’evento la stessa Euromat, Federazione Europea di Gioco e Divertimento, e Bacta, Associazione britannica degli operatori del gioco fisico, che hanno partecipato con la propria delegazione guidata rispettivamente da Jason Frost e Gabino Stergides.

 

Con Euromat, Fee ha preso anche l’impegno di realizzare un incontro paneuropeo dedicato al mondo dell’amusement tra fine maggio inizio giugno 2018. Fee guarda lontano con la volontà di creare in Europa una sinergia che possa dar forza alle istanze degli operatori nazionali. Coinvolgere gli operatori di settore dell’Europa intera in un’ottica corporativa, vista come fondamentale per dare impulso al business.

 

 

Cristina Doganini – PressGiochi

 

 

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