18 Novembre 2024 - 13:22

Baretta (Mef): “Una linea proibizionista non fa sparire del tutto il gioco, al massimo lo nasconde”

Sulla distribuzione dell’offerta di gioco, ho deciso “di lasciare alla piena responsabilità delle Regioni e dei Comuni la scelta di decidere dove debbano operare i punti gioco rimanenti, dopo il

21 Settembre 2017

Sulla distribuzione dell’offerta di gioco, ho deciso “di lasciare alla piena responsabilità delle Regioni e dei Comuni la scelta di decidere dove debbano operare i punti gioco rimanenti, dopo il dimezzamento previsto”.

E’ quanto ha dichiarato il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta nella lettera inviata ad Avviso Pubblico in occasione del convegno organizzato sul gioco al Senato della Repubblica

“Desidero innanzitutto ringraziare gli autori non solo per l’invito al convegno – al quale avrei voluto essere presente, ma, purtroppo, inderogabili impegni istituzionali non me lo consentono -, ma soprattutto per la passione e lo sforzo interpretativo che hanno riversato nel libro. “Lose for life” è un viaggio nella quotidianità del nostro Paese, analizzata attraverso l’angolo prospettico del gioco d’azzardo, che pone alla politica, in senso ampio, domande e nuove responsabilità.

Approfitto, dunque, della vostra cortesia per esprimere alcune riflessioni, a partire da una valutazione generale che mi sta a cuore.

Come saprete, lo scoro 7 settembre, si è concluso in Conferenza unificata un lungo e proficuo percorso di dialogo e confronto con regioni ed enti locali che ha portato all’intesa per il riordino del gioco pubblico. Si tratta di un risultato importante per tutti, che rappresenta il punto di partenza e non di approdo di una nuova strategia di riforma, capace di riportare a un alveo di normalità un settore che rischiava una pericolosa deriva.

La tutela della salute e della sicurezza pubblica ed il contrasto alla illegalità sono da oggi un obiettivo generale del Paese, che segna un’inversione di tendenza. Ripartiamo da un accordo che fornisce un quadro nazionale unico, che rispetta le autonomie locali, che contribuisce a ridurre l’offerta, che tutela i cittadini, facendo propria quella sensibilità sociale nata nel mondo dell’associazionismo e della società civile. Per troppi anni, infatti, mossi dalla giusta esigenza di combattere l’illegale, alla fine si era davvero esagerato con la diffusione del gioco legale. Per questo, abbiamo fatto nostra la richiesta di riduzione dell’offerta, inserendo nella manovra correttiva di aprile il taglio del 35% le slot machine, che passeranno da oltre 400mila a 265mila, entro aprile 2018. A ciò si aggiunge il dimezzamento, in tre anni, dei punti gioco, dagli attuali 98mila a circa 50mila.

Dove e come opererà nel territorio questa ridotta offerta di gioco pubblico? E, qui, dopo aver cercato una strada di regolamentazione condivisa delle distanze – senza successo, date le troppe divergenze – ho deciso di accogliere la proposta del mondo dell’associazionismo di lasciare alla piena responsabilità delle Regioni e dei Comuni la scelta di decidere dove debbano operare i punti gioco rimanenti, dopo il dimezzamento previsto. L’accordo prevede, inoltre, l’introduzione della tessera sanitaria per giocare e l’accesso selettivo ai punti di gioco per la tutela dei minori, la riduzione da 500 a 100 euro la immissione nelle Vlt; il richiamo alle previsioni contenute nel documento redatto dall’Osservatorio per il contrasto del gioco patologico del Ministero della Salute, l’innalzamento dei sistemi di controllo, il costante monitoraggio dell’applicazione della riforma, anche attraverso una banca dati sull’andamento del volume di gioco e sulla sua distribuzione nel territorio, alla quale possono accedere i Comuni.

Sicuramente non è tutto, e non è ancora abbastanza. Ma mi preme riportare l’attenzione su un punto. Una linea proibizionista non fa sparire del tutto il gioco, al massimo lo… nasconde. Non è questo lo scopo del lavoro che è stato chiesto dal Parlamento al Governo. Combattere la ludopatia, contrastare il gioco illegale, limitare e controllare quello legale, qualificarlo e regolamentarlo, è il mandato che abbiamo avuto.

Una strategia di questa portata necessità di una forte collaborazione tra lo Stato centrale e quello locale, le associazioni e la società. A questi attori, proprio la firma dell’accordo in Conferenza unificata, attribuisce nuove responsabilità.

Alla politica centrale, perché, nella battaglia contro gli effetti negativi dell’eccesso di gioco, che il governo ha fatto propria, non si limita a controllarlo o, al più … spostarlo altrove, ma va al cuore del problema: ridurre in modo così significativo la possibilità di giocare, e, perciò, tagliare l’offerta di gioco pubblico.

Alle Regioni e agli Enti locali, alle quali spetterà la sfida della piena responsabilità nella dislocazione territoriale equilibrata dei punti vendita, dopo il dimezzamento previsto dalla riforma.

Al mercato, perché la riforma imporrà nuovi modelli economici di aggregazione e concentrazione dell’offerta.

Alla società civile e al mondo dell’associazionismo, chiamato a proseguire nel suo lavoro di stimolo e di pungolo affinché Governo, Regioni ed enti locali possano perseguire l’obiettivo di difesa del bene comune.

PressGiochi

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