Schio (VI). L’Ass. Marigo: “Attivo uno spazio di trattamento per i giocatori patologici” AS.TRO – fa sapere in una nota l’associazione di gestori – non nasconde la propria apprensione per
AS.TRO – fa sapere in una nota l’associazione di gestori – non nasconde la propria apprensione per il delicato momento che il settore sta attraversando, caratterizzato da un eccessivo numero di criticità che rischiano di creare, indipendentemente dalla loro eventuale risolvibilità (totale o parziale), un effetto “tenaglia”, ovvero una destabilizzazione industriale ed emotiva all’interno del comparto.
La concomitante incidenza:
In AS.TRO, infatti, sono rappresentati operatori impegnati con le AWP, con le VLT, e, attraverso la Federazione Confindustriale S.G.I., anche le scommesse, i Bingo, e l’ippica si ritrovano sul medesimo piano.
Mai si è pensato di collocare un prodotto in regime di “incompatibilità” con un altro, fondando, per contro, la base della propria azione nella tutela del circuito legale di gioco.
L’unico “nemico” è da sempre il gioco illecito, il gioco non autorizzato, il gioco proposto attraverso stratagemmi che penalizzano gli operatori che lavorano e pagano tutti i costi derivanti dall’osservanza delle norme.
Un primo passo per la “riconquista della calma” e l’implementazione delle proprie capacità operative, AS.TRO lo ha compiuto attraverso il rinnovo del Centro Studi, la cui Direzione è stata affidata al dott. Armando Iaccarino, e la cui mission sarà ridisegnata in chiave di quotidiano supporto tecnico e scientifico all’azione associativa.
All’aumentare delle sfide l’Associazione risponde aumentando le proprie risorse umane, proponendo ai Consiglieri e a tutti gli iscritti, un modello di rappresentanza che non lavora per “rompere” ma per costruire, che non cede all’equivoco progetto di chi pensa che la salvezza di un asset passi per l’affossamento di un altro.
AS.TRO non è stata né artefice né “proponente” del “sistema gioco lecito”, visto non c’era neppure nel 2002-2003, quando ne sono state create e attuate le basi. Tuttavia la propria esistenza odierna le impone la difesa di una fondamentale scelta di campo compiuta il giorno della propria fondazione: o si lavora “per il sistema”, cercando di tutelare al meglio gli interessi rappresentati, oppure si lavora “contro” il sistema. Detto questo, e quindi data per scontata l’intrinseca amarezza di chiunque sia chiamato a fare impresa in un Paese che non funziona, la scelta va comunque fatta una volta per tutte, perché gli imprenditori non fanno le rivoluzioni, ma trovano le soluzioni.
Il gioco lecito è un prodotto di proprietà dello Stato e chi ci vuole lavorare non può che accettare la logica di sistema e non può che sentirsi rappresentato da chi – anche quando esprime dissenso – usa solo i binari industriali per cercare i percorsi migliori.
Del resto la realtà dell’asset “gestione apparecchi AWP” ci dipinge un quadro di mercato in cui il 92% degli apparecchi è appannaggio di realtà imprenditoriali molto strutturate, e non si comprende quale logica e quale legge economica potrebbe accordare, all’8% residuo, il ruolo di imporre a tutti un modello ispirato alla tutela primaria di detta aliquota minoritaria.
PressGiochi