Il Governo avrebbe ‘partorito’ nella nottata ulteriori modifiche alla proposta di riordino del settore giochi. Piccoli correttivi maturati in seguito alla riflessione che si è tenuta ieri alla Caritas di
Il Governo avrebbe ‘partorito’ nella nottata ulteriori modifiche alla proposta di riordino del settore giochi. Piccoli correttivi maturati in seguito alla riflessione che si è tenuta ieri alla Caritas di Milano e alla quale hanno partecipato le associazioni del volontariato sociale e i comuni.
Si tratterebbe di modifiche legate alla responsabilità in capo a Regioni ed enti locali nella distribuzione dell’offerta sul territorio (slot machine in primis) e relative alla pubblicità dell’azzardo, con divieti ed ulteriore coinvolgimento dell’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Le ulteriori modifiche, – dopo aver concesso il tutto per tutto agli enti locali -, lasciano intravedere che quella sui giochi per il Governo è una questione che va chiusa e che l’intesa deve arrivare senza ulteriori ritardi, come invece minacciava ieri l’assessore lombardo Viviana Beccalossi.
Di fatto, ha spiegato il sottosegretario Baretta, «sono state accolte le richieste di regioni, comuni e associazioni. In particolare sul tema della pubblicità, con il richiamo all’Agcom, e sulla trasparenza dei dati».
Tra le ‘scelte già fatte’, nella presente proposta, si aggiunge l’innalzamento del preu.
Il sottosegretario Baretta inoltre precisa la riduzione degli apparecchi da gioco per tipologia di esercizio. Ciò significa togliere definitivamente dal mercato, attraverso un processo di rottamazione 142.649 ca macchine,così suddivise: 125.000 ca AWP da bar e tabacchi (oggi ne sono installate 229.000 ca) e 17.000 ca AWP dai generalisti secondari, che corrispondono a 8.000 ca punti gioco sul territorio nazionale, entro il 30 aprile 2018.
A regime, le leggi regionali ed i regolamenti comunali si adegueranno a quanto di seguito previsto. I punti vendita in cui potranno essere presenti le AWP, rispetto agli attuali 98.600 ca, saranno così distribuiti:
-un numero massimo di 18.000 ca sale, comprensive di quelle attualmente installate, e punti gioco certificati, rispetto ai 29.600 attuali, (con una effettiva riduzione di oltre 10.000 punti vendita ca), così articolati:
– un numero massimo di circa 30/35.000 esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione per la vendita di gioco pubblico
I circa 55.000 punti gioco che rimarranno sul territorio nazionale al termine del processo di riduzione e rottamazione, saranno certificati (classificazione di tipo A).
Si chiede di impegnare il Governo all’apertura di un confronto a livello europeo per favorire una legislazione comunitaria omogenea sulla pubblicità. Nell’immediato la Conferenza chiede ad Agcom di mettere a punto opportune regole finalizzate a tutelare la pubblica fede e la salute dei cittadini e di stabilire, che le nuove AWPR, prevedano esclusivamente la giocata attraverso la Carta Nazionale dei Servizi, la carta dell’esercente e la Tessera Sanitaria.
Sparisce nel documento la frase:
Le Regioni, d’intesa con gli Enti locali, si impegnano a garantire la effettiva attività commerciale dei punti vendita del gioco pubblico previsti a regime (18.000 sale e punti Gioco e 30/35.000 esercizi).
I punti di vendita di gioco previsti a regime sono distribuiti d’intesa tra le Regioni, proporzionalmente, sulla base della attuale distribuzione numerica, ma tenendo conto della diversa collocazione urbanistica e sociale.
Si chiede infine: L’Agenzia delle dogane e dei monopoli fornirà alle Regioni e ai Comuni che ne facciano richiesta i dati aggiornati sulla presenza degli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, sui punti gioco e sulla spesa per il gioco.
PressGiochi
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