“I lavoratori e i sindacati del Casinò, se credono, possono continuare a scioperare o anche a presentare ricorsi al Tar, ma noi non arretriamo di un millimetro, perché c’è chi
“I lavoratori e i sindacati del Casinò, se credono, possono continuare a scioperare o anche a presentare ricorsi al Tar, ma noi non arretriamo di un millimetro, perché c’è chi nella casa da gioco non ha voluto rinunciare ai propri privilegi, che ormai non sono più accettabili. Il contratto c’è, anche se unilaterale, ma spero che tanti comincino a capire che dobbiamo salvare l’azienda e aspettiamo quindi che le persone più coscienziose si siedano al tavolo delle trattative. Hanno tutto da perdere da continuare questa vertenza e devono capire che il momento di fare sacrifici per salvare l’azienda non è più rinviabile. Da parte nostra, nessun intento vendicativo, ma massima disponibilità verso chi è disposto a ragionare, anche modificando alcune cose”.
In questo modo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro commenta i continui scioperi dei lavoratori del Casinò di Venezia che si è protratto anche a ferragosto.
“Lo sciopero è un diritto e se ne possono anche capire le ragioni, ma certo non migliorano la loro situazione – prosegue Brugnaro – e gli incassi comunque, che arrivano soprattutto dalle slot-machines, vanno bene, dal momento che, come abbiamo sempre detto, gli incassi si fanno con soprattutto le slot-machines. E anche il numero degli ingressi è notevolmente aumentato, grazie anche alla nuova politica di marketing che abbiamo adottato e che sta funzionando. Aumenteremo anche gli orari, perché ognuno si deve assumere le sue responsabilità, senza vittimismi”.
Il sindaco ha fatto anche riferimento all’annunciato restyling della sede di Ca’ Noghera, previsto anche dal Piano d’azione approvato dall’Amministrazione in Consiglio comunale, ma non ancora attuato.
“Fosse per noi, saremmo già partiti con i lavori – ha concluso il sindaco – ma aspettiamo prima che si interrompano gli scioperi in corso da parte dei dipendenti, perché non possiamo investire in queste condizioni. Noi manteniamo l’impegno preso già in campagna elettorale di non privatizzare la casa da gioco e di salvarla, ma l’azienda è in perdita, questo è un dato di fatto, e il fatto -sostenuto anche nel ricorso al Tar presentato dai dipendenti – che così non sarebbe perché eroga 15 milioni all’anno al Comune, non ha fondamento, perché quello non è altri che il corrispettivo per l’uso della concessione rilasciata al Comune per il gioco, di cui usufruisce la società”.
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