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Campione d’Italia. Piccaluga: “Dal sindaco Salmoiraghi, numeri in libertà sulla situazione del casinò”

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17 Luglio 2017

Cipro. Il futuro dei casinò è influenzato dai particolari intrecci della diplomazia internazionale

Irlanda: la nuova legge sul gioco sposta il divieto di età fino ai 18 anni

A Maria Paola Mangili Piccaluga, sindaco di Campione d’Italia negli ultimi dieci anni, proprio non vanno giù le recenti dichiarazioni di Roberto Salmoiraghi, primo cittadino dell’enclave dallo scorso giugno e già capogruppo della minoranza in Consiglio comunale.

«In questi giorni – si legge in un comunicato stampa inviato alle redazioni dall’ex sindaca – ho letto con sorpresa le dichiarazioni del dottor Salmoiraghi che neppure un mese dopo essere stato eletto nuovo sindaco, ben consapevole della delicata situazione economica- finanziaria che sta vivendo la nostra comunità per cause contingenti che poco dipendono da noi, ha deciso di addossare la colpa alla passata amministrazione. Parole e soprattutto numeri in libertà sulla situazione di profondo rosso dei conti del Comune e del Casinò che meritano di essere chiariti».

 

«Anzitutto permettetemi – annota Marita Mangili Piccaluga – di muovere una prima obbiezione al dottor Salmoiraghi che può dire di essere preoccupato, come lo siamo stati noi in questi dieci anni, di cui gli ultimi 5 veramente drammatici, ma sicuramente non può fingere stupore. Infatti i bilanci del Comune e del Casinò gli sono assolutamente noti e da tempo, visto che in entrambi i miei due mandati lui è stato capo della minoranza consigliare. Aveva pieno accesso ad ogni atto ed ha richiesto e sempre ricevuto, le informazioni ed i documenti sullo stato dei due Enti. Non solo, il dottor Salmoiraghi ha esercitato un’opposizione dura per non dire astiosa, mettendo sistematicamente i bastoni tra le ruote alla mia amministrazione mosso da meri interessi politici (basta leggere le sue denunce, le sue lettere inviate a quasi tutti gli organi di controllo e alle autorità centrali), senza mai promuovere o portare in Consiglio comunale, iniziative finalizzate al bene superiore della nostra comunità».

 

«In qualità di membro del Consiglio comunale è stato inoltre testimone della dichiarazione di disequilibrio che abbiamo attraversato dal 2013 al 2015, quando il nostro bilancio è finito sotto la lente della Corte dei Conti che ha vagliato, negli anni, ogni nostra singola voce di spesa. Nessuna sorpresa dunque o eredità scomoda, il dottor Salmoiraghi sapeva esattamente quello a cui andava incontro quando qualche mese fa ha deciso di candidarsi a sindaco correndo tra l’altro in solitaria: esattamente le stesse straordinarie difficoltà cui io, i miei assessori e la mia maggioranza abbiamo fatto fronte con grande senso di responsabilità. Se non se lo ricorda può chiederlo ai nostri concittadini che non più tardi di un anno fa aveva convocato, nell’Auditorium comunale, per analizzare con il piglio che gli è proprio la situazione dei conti del Comune e del Casinò».

 

«Allora come oggi aveva fornito una lettura dei fatti imprecisa, con l’aggravante che oggi ricopre la carica di sindaco. Per questo, tirata in ballo da accuse che colpiscono non solo me ma anche le persone che mi sono state vicine e hanno amministrato il Comune e il Casinò, ho deciso di fornire alcune doverose precisazioni. È vero che l’Amministrazione precedente si era ritrovata con i conti in ordine: il tasso di cambio allora era favorevole (chf/eur 1.64), si era ancora lontani dalla crisi economica e dalla forte concorrenza dei giochi on-line, delle slot machine e delle videolotteries nei bar e nelle sale. Nel 2007 il Comune aveva in fondo cassa 34 milioni di franchi, come dice il dottor Salmoiraghi, (che nei primi anni della nostra amministrazione eravamo riusciti ad incrementare ad oltre 55 milioni), ma omette di ricordare l’esistenza del debito di 116 milioni per la costruzione della nuova sede del Casinò (da noi ridotto del 57 per cento). Per non parlare del “deserto” in cui ci siamo trovati quando siamo entrati in Municipio: non era stato fatto alcun investimento, non esistevano rapporti con le Istituzioni ed anzi eravamo isolati e guardati con sospetto per le note vicende giudiziarie e amministrative».

 

«Siamo partiti in salita dunque e abbiamo cercato di far fronte alla situazione che avevamo ereditato con buonsenso, oculatezza e trasparenza. A partire dal 2012 trovandoci di fronte alla crisi del gioco ed a quella del cambio, abbiamo dovuto chiedere sacrifici a tutta la comunità al fine di salvaguardare i posti di lavoro e tutelare le famiglie. Purtroppo in quelle circostanze non tutti si sono dimostrati solidali facendo prevalere interessi di parte e politici. Grazie alla comprensione delle Autorità centrali relativamente alla situazione di emergenza in cui il Comune di Campione si trovava ad operare, abbiamo messo in campo iniziative che ci hanno consentito di ottenere numerose normative ad hoc a tutela del paese tra le quali giova ricordare un contributo una tantum di 8 milioni di euro per il 2015 e di 9 milioni di euro per il 2016 e finalmente una norma strutturale che prevede un contributo annuo di 10 milioni di euro per un periodo di 30 anni legato alla oscillazione del rapporto di cambio eur/chf, ben recepita dal Governo, ma non dall’allora capo della minoranza».

«Passiamo ai conti del Casinò. I bilanci non basta sventolarli alla piazza, occorre leggerli con onestà intellettuale. E’ demagogico conteggiare tra i debiti del Casinò i 15,4 milioni di franchi del TFR e i 48 milioni di proventi di gioco non versati al Comune rimasti per contro nella società onde consentire la continuità aziendale ed evitare un possibile fallimento. D’altronde nel bilancio preventivo 2017 recentemente approvato, la nuova Giunta Comunale condividendo le medesime difficoltà che noi abbiamo avuto, ha ulteriormente ridotto la quota destinata al finanziamento del bilancio comunale. Il reale debito dell’azienda Casinò è di 43 milioni di franchi, 37 dei quali verso istituti bancari che ha finora sempre sostenuto la Casa da gioco grazie ai risultati della gestione. Se non si fida di me può sempre chiedere  al Collegio Sindacale (dove siedono membri nominati dal Ministero delle Finanze e degli Interni) o alla Società di Revisione (nominata dal Prefetto) che hanno controllato e approvato ogni cifra del bilancio della casa da gioco».

«Per quanto riguarda il Comune, i bilanci hanno ricevuto l’approvazione anche da parte della Corte dei Conti e dagli Organi centrali del Ministero degli Interni senza rilievi di nessun genere. Il sospetto è che questa incontinenza verbale e politica del dott. Salmoiraghi sia in realtà calcolata, forse perché si è accorto che nell’attuale situazione di nota difficoltà del Comune (peraltro da me evidenziata con una lettera al Presidente del Consiglio e della Repubblica ed inviata a tutta la popolazione), sarà costretto ad operare ulteriori tagli per mantenere in equilibrio il sistema campionese».

«E quando fra breve arriverà dallo Stato il contributo di eur 7’100’000.– (che consentirà di allentare le tensioni), si ricordi che questo è frutto del lavoro della mia Amministrazione. Infine credo che la rappresentazione della situazione fatta dal dott. Salmoiraghi sulla stampa, non giovi al futuro dell’azienda e del nostro paese».

 

 

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