24 Novembre 2024 - 12:48

Lotto. CdS rinvia in Corte di Giustizia Ue giudizio su assegnazione concessione; Whittaker (CEO Stanley): “Non consentiremo questa ingiustizia”

Con ordinanza del 12.06.2017, la IV Sezione del Consiglio di Stato, su richiesta dell’operatore inglese Stanleybet, ha rinviato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il giudizio sulla legittimità della gara indetta dall’Agenzia

15 Giugno 2017

Con ordinanza del 12.06.2017, la IV Sezione del Consiglio di Stato, su richiesta dell’operatore inglese Stanleybet, ha rinviato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea il giudizio sulla legittimità della gara indetta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per l’assegnazione della concessione del gioco del Lotto.

 

La concessione è stata aggiudicata ad un raggruppamento di imprese diretto dalla società Lottomatica. Secondo la Stanley, le caratteristiche della gara e la sua successiva aggiudicazione costituiscono, per diversi motivi, gravi violazioni del diritto dell’Unione attuate dallo Stato Italiano e dai suoi funzionari. “La Stanley era stata, infatti- commenta il bookmaker- ancora una volta esclusa in violazione delle norme europee da un importante segmento del mercato dei giochi e, di conseguenza, ha percorso con risolutezza l’iter della giustizia amministrativa, prima di fronte al TAR Lazio e poi al Consiglio di Stato, che ha portato alla decisione odierna, in relazione alla concessione del gioco del Lotto. La caratteristica distintiva del bando di gara del 2015 era il suo manifesto confezionamento “su misura” per il concessionario uscente. C’è quindi da sorprendersi se Lottomatica è stata la sola partecipante alla selezione e si è aggiudicata la concessione?”

 

“Stanley- continuano- auspica una decisione esemplare della Corte Europea, alla quale seguiranno sul piano nazionale le conseguenze di merito, la punizione dei responsabili delle violazioni che saranno accertate e un giusto risarcimento per tutti gli esclusi. Lottomatica è il maggior operatore di gioco italiano. Il gioco del Lotto è, per diffusione territoriale, radicamento nella popolazione, dimensione della raccolta e valore degli interessi coinvolti, di gran lunga il più significativo prodotto di gioco italiano. La Stanley, previo riconoscimento definitivo delle proprie ragioni all’esito della sentenza del Consiglio di Stato, intende offrirlo nei propri CTD. I concessionari autorizzati per le scommesse sportive hanno il diritto di offrirlo e dovrebbero immediatamente presentare istanza ad ADM per la sua proposizione nel palinsesto complementare. Si tratta di una semplice scommessa a quota fissa, come tante altre, e non c’è motivo che questo enorme business, per le cui caratteristiche tecniche non c’è alcun bisogno di un totalizzatore, venga mantenuto ancora come prerogativa esclusiva di un unico operatore. Non stupisce che il gioco sia per Lottomatica un asset aziendale critico, al quale è probabilmente difficile finanche immaginare di rinunciare”.

 

“Ciò che invece dovrebbe destare meraviglia- prosegue Stanley- è che lo Stato Italiano e la sua Amministrazione di settore, l’ADM, abbiano potuto indursi a costruire, per così dire, intorno a Lottomatica, un’architettura di gara caratterizzata da parametri economici, patrimoniali, di raccolta e tecnici, di entità tale da non potere essere in concreto soddisfatti da alcun altro operatore diverso, appunto, da Lottomatica. Non diverse considerazioni valgono per l’elevatissima base d’asta (700 milioni di Euro), che soltanto Lottomatica, grazie alla sua dimensione dominante, avrebbe potuto sostenere. La Stanley ha dimostrato durante il giudizio che nessun altro operatore nazionale, e forse solo un singolo operatore europeo, sarebbero stati in grado da soli di ottenere affidamenti bancari o capitale di rischio dagli investitori in misura idonea a sostenerne l’onere. Come raggiungere, allora, il prodigioso risultato di mettere tutto nelle mani del ‘solito’ concessionario? In realtà abbastanza semplicemente, da un lato, prevedendo un concessionario unico (c.d. modello mono-providing) che non è in concorrenza con nessuno, anziché una pluralità di concessionari (c.d. modello multi-providing) in sana concorrenza tra di loro, con maggior vantaggio delle esangui casse dell’Erario, e dall’altro lato, blindando le regole di gara all’interno di una legge (anziché di un atto amministrativo). E, aggiungiamo noi col massimo rispetto, lascia perplessi che ADM, che della norma di legge è stata l’ovvio redattore e/o consigliere nella sua qualità di regolatore globale dei giochi, ignorasse che la presenza di quei requisiti non avrebbe potuto riscontrarsi in alcun altro mono-provider.

 

Non meno significativo è che le condizioni del bando prevedessero una serie di situazioni squalificanti soggettive collegate alla preesistenza di contenzioso penale e tributario a carico del partecipante in relazione alle attività di gioco e scommessa, con effetti escludenti che andavano al di là di ogni principio di proporzionalità. Infatti, per quanto riguarda specificatamente Stanley, era ultranoto che da circa 15 anni la stessa opera lecitamente in Italia nel settore delle scommesse, esercitando direttamente le libertà di prestazione dei servizi e stabilimento garantite dagli artt. 49 segg e 56 segg del TFUE in funzione rimediale delle discriminazioni subite nell’accesso al mercato. Era altrettanto noto che, in violazione del giudicato della Corte di Giustizia e delle stesse Corti Italiane, è stata incessante l’azione di contrasto e di enforcement delle forze di polizia e della Magistratura Inquirente. Ma non di quella Giudicante, nazionale ed europea, come testimoniato da una decina di sentenze della Corte di Giustizia susseguitesi dal 2003 in avanti e tutte specificamente riguardanti la posizione del Gruppo Stanley. Per non parlare dei migliaia di provvedimenti emessi in favore di Stanley dalla Magistratura Giudicante di ogni ordine e grado. Quand’anche Stanleybet, quindi, avesse potuto soddisfare gli abnormi requisiti economici imposti dal bando del Lotto, neppure allora avrebbe potuto partecipare alla selezione, dato il contenzioso continuamente proposto e riproposto dalle autorità inquirenti e di polizia in plateale violazione del giudicato delle stesse corti nazionali. Quindi la Stanley, anche ammesso che avesse reperito le enormi risorse irragionevolmente previste per la partecipazione alla gara di un unico operatore, avrebbe dovuto rinunciare alla sua principale attività in Italia, la raccolta transfrontaliera delle scommesse, malgrado essa sia stata sempre riconosciuta come legittima.

 

Il Consiglio di Stato, nella sua ordinanza di trasmissione degli atti alla Corte di Giustizia, dubita della legittimità del reiterato modello mono-providing della concessione del Lotto, della fissazione di requisiti qualificanti e di una base d’asta straordinariamente elevata e alla portata del solo concessionario uscente – tutti elementi oggettivamente restrittivi della concorrenza per l’accesso al mercato.

Il Consiglio di Stato sembra inoltre far propria la convinzione che nella previsione di situazioni soggettive squalificanti è arduo non ravvisare una volontà ad excludendum in danno di Stanleybet, che, si badi bene, aveva anche in tempi precedenti mostrato ad ADM il suo interesse al gioco del Lotto. Queste le premesse e questi i quesiti. Le risposte si conosceranno dopo la pronuncia dei Giudici europei. E nel frattempo? Il raggruppamento di cui Lottomatica è dominus continuerà a gestire la concessione del Lotto, avvicinandosi sempre più allo straordinario traguardo di un trentennio di possesso incontrastato della concessione, ma forse, dormendo sonni meno tranquilli. Lottomatica dovrà, infatti, dare al mercato pubblica ed adeguata notizia dell’accaduto, che investe il più significativo e prezioso dei suoi asset. E’ di tutta evidenza che la rimessa in discussione dell’aggiudicazione della concessione del Lotto potrebbe aprire scenari ripristinatori e risarcitori, sia verso la Stanley che verso gli altri legittimi operatori del mercato, di dimensione proporzionata all’elevatissimo valore della concessione”.

 

Secondo John Whittaker, CEO di Stanley: “La storia si ripete e nessuno sembra imparare nulla dalle sue precedenti lezioni. Ancora una volta, lo Stato Italiano vede una propria gara in materia di giochi rimessa in discussione ad opera dei Giudici dopo le gare CONI del 1999, le gare Bersani del 2006 e la gara Monti del 2012 e dopo il rinnovo senza gara della concessione del Superenalotto nel 2007, annullata allora dal Consiglio di Stato. Tutte gare ‘demolite’ per via giudiziaria su iniziativa del Gruppo Stanley e sempre per contrarietà al diritto dell’Unione. Ora, anche la gara del Lotto del 2015 sembra avere imboccato la stessa via. Ma questa volta non consentiremo al passare del tempo di cristallizzare l’ingiustizia. Ho dato quindi incarico ai nostri avvocati di studiare, anche alla luce della sentenze della Corte di Giustizia che hanno già accertato le discriminazioni subite da Stanleybet nell’accesso al sistema concessorio italiano, i possibili rimedi immediati a questa situazione”.

 

Giovanni Garrisi, Executive Chairman della compagnia di Liverpool, raggiunto telefonicamente per un commento ha puntualizzato che “Il rinvio pregiudiziale deciso dal Consiglio di Stato appare un atto dovuto, data la qualità di ‘corte di ultima istanza’ del massimo organo di giustizia amministrativa italiano. Preferisco, per qualsiasi ulteriore commento, aspettare le conclusioni della Corte Europea. Personalmente penso che siamo in un momento molto delicato e vorrei che ci concentrassimo più sulla risoluzione degli attuali problemi dei protagonisti del perimetro legale del gioco, Stanley compresa, che sono attualmente soggetti a una snervante attesa della proroga delle attuali concessioni. In queste condizioni di incertezza nessun imprenditore può fare investimenti e avere orizzonti di lungo periodo. Io mi vorrei proporre come imprenditore del settore in grado di dare un contributo di stabilità e certezza al mercato. Il lotto? Se va bene, se ne parlerà, tra decisione della Corte di Giustizia e successiva sentenza del Consiglio di Stato, tra 2/3 anni. Meglio concentrarsi sul presente e cercare le soluzioni che provengono dal consenso e non dallo scontro. Mi vengono in mente le parole di Papa Giovanni Paolo II: ‘a volte non esiste altra soluzione che il perdonò. E non serve a nulla chiedersi chi è che perdona e chi è che viene perdonato. Il perdono ha la forza della neutralità, serve a chiudere le stagioni della contrapposizione e a costruire il futuro”.

 

PressGiochi

 

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