19 Gennaio 2025 - 16:59

Iori (Fondazione Giovanni XXII): “Chi ha la malattia del gioco spesso finisce per ricaderci”

Matteo Iori, esperto dell’Osservatorio Nazionale sull’azzardo e presidente della fondazione “Giovanni XXIII analizza il cambiamento della tipologia degli ospiti della comunità. “Sono sensibilmente cambiati, nel tempo, gli ospiti della Comunità

26 Maggio 2017

Matteo Iori, esperto dell’Osservatorio Nazionale sull’azzardo e presidente della fondazione “Giovanni XXIII analizza il cambiamento della tipologia degli ospiti della comunità.

“Sono sensibilmente cambiati, nel tempo, gli ospiti della Comunità fondata da don Ercole Artoni- ha commentato Iori alla Gazzetta di Reggio- L’attività svolta nel 2016 si articola per il 20% in impegni di carattere sociale che va dai semplici dormitori all’ospitalità di mamme con bambini piccoli. Una percentuale analoga è riservata agli immigrati che sono in palese crescita. Un altro 11% riguarda chi patisce per il gioco d’azzardo. La maggior parte, il 49%, resta destinata alla cura e recupero dei tossicodipendenti. Nel 2016 nelle comunità residenziali abbiamo accolto 602 persone. Di queste 282 erano dipendenti da droghe, 218 migranti inseriti soprattutto nelle sedi di Reggio e Modena, 36 mamme con bimbi e 66 con il vizio del gioco”.

“Per il gioco d’azzardo- ha concluso Iori- registriamo adulti almeno quarantenni che hanno il vizio da lungo tempo. Mi preme annotare che è molto difficile uscire dall’uso di droghe ma se si riesce dopo si resiste mentre chi ha la malattia del gioco spesso finisce per ricaderci”.

 

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