“Non solo non condividiamo la sentenza del Tribunale di Verona ma ricorreremo in appello certi di vincere”. Questo quanto dichiarato oggi dal Sindaco Flavio Tosi in merito alla sentenza che
“Non solo non condividiamo la sentenza del Tribunale di Verona ma ricorreremo in appello certi di vincere”.
Questo quanto dichiarato oggi dal Sindaco Flavio Tosi in merito alla sentenza che annullerebbe le sanzioni comminate dal Comune alle 7 sale giochi che avevano violato l’ordinanza del Sindaco sulla limitazione dell’orario di apertura dei locali con slot machine.
Il Tribunale civile ha sancito che Palazzo Barbieri non può punire le sale slot che non rispettano gli orari di apertura ammessi dal Comune. Una serie di verdetti, quelli pronunciati due giorni fa dal giudice Massimo Vaccari che ha visto prevalere rispetto a quelle dell’ente pubblico le ragioni dei gestori. Vinti in primo gradi, quindi, 7 su 7 i ricorsi dei privati.
Per il sindaco,“Il Comune deve poter sanzionare, anche con la chiusura, chi non rispetta le limitazioni previste dall’ordinanza. Solo così potremo continuare a regolamentare e limitare il gioco d’azzardo, contrastandone la dipendenza e tutelando i cittadini.
Siccome siamo certi della legittimità del provvedimento e delle sanzioni, anche dal punto di vista normativo, ricorreremo certi di vincere”.
Il fatto punito dall’amministrazione veronese risale alla scorsa estate quando le 7 sale giochi erano state sospese per una settimana per non aver rispettato i limiti orari di funzionamento consentiti. Colpiti dal provvedimento di stop temporaneo, i gestori avevano presentato ricorso accolto dal giudice Vaccari sin dalle instanze cautelati.
Già allora tale decisione aveva mandato su tutte le furie il sindaco Tosi che aveva immediatamente ordinato che Palazzo Barbieri si costituisse in giudizio.
Secondo il giudice, in materia di sale giochi, a Palazzo Barbieri non compete potesta sanzionatoria: l’ente può regolamentare tramite ordinanza l’ettività e gli orari di apertura degli esercizi ma non ha titolo per sanzionare eventuali infrazioni.
E questo, perché all momento non esisterebbe ancora una legge nazionale che attribuisca al Comune tale potestà. Per il Magistrato la legge regionale del 2016 contro la ludopatia è ancora troppo vaga e generica.
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