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Casinò di Venezia. La Cgil: “Dateci un manager che sappia lavorare al rilancio e spostiamo la sede di Ca’ Noghera”

Snai. Si riduce il numero dei lavoratori a rischio licenziamento, ma rimane il problema degli ammortizzatori sociali Astro: “Apparecchi per il gioco lecito: le esposizioni bancarie-finanziarie del comparto sono una

09 Marzo 2017

Snai. Si riduce il numero dei lavoratori a rischio licenziamento, ma rimane il problema degli ammortizzatori sociali

Astro: “Apparecchi per il gioco lecito: le esposizioni bancarie-finanziarie del comparto sono una questione industriale”

Continuano le discussioni e le trattative sul Casinò di Venezia tra i sindacati e l’amministrazione comunale rappresentata l’assessore alle Aziende Michele Zuin. La Cgil ha redatto un documento nella quale propone, tra le altre soluzioni di rilancio, di spostare la sede del Casinò di terraferma da Ca’ Noghera al Padiglione Aquae alle porte di Venezia e realizzare a Ca’ Vendramin Calergi – accanto alle sale del gioco – un resort di lusso per ospitare gli ospiti importanti del casinò.

“Non sappiamo quanto praticabile ne sia l’utilizzo – ha scritto la Cgil – né quanto costi farlo (non è nostro compito) ma non c’è da combattere con autorizzazioni aeroportuali o con la Soprintedenza ai beni archeologici, come per ampliare Ca’ Noghera. Il padiglione Aquae oggi è ridotto a un parcheggio e rischia di diventare uno dei consueti italici sprechi, eppure è un’architettura stupenda di Michele de Lucchi, con 10 mila metri quadri (il doppio di Ca’ Noghera), un grande unico spazio elegante, moderno, tecnologicamente avanzato, dove la fantasia di una buona Direzione Giochi si sbizzarrirebbe nell’inventare il layout di dislocazioni di tavoli e macchinette più efficace a coinvolgere e far sognare la clientela! Peraltro con una collocazione che non sfuggirebbe a nessuno che arrivi a Venezia e per la quale, l’investimento per la riqualificazione del sito, la costruzione di una darsena, le opere di miglioramento viario diventerebbero un’opportunità e non una spesa”.

 

“Venezia ne ha due (sedi della casa da gioco)- prosegue la Cgil- e l’Amministrazione comunale pensa alla chiusura di una delle due sedi, diverse per offerta, stile e target di clientela e che perciò rappresentano un’offerta integrata a un business complementare. Manca il valore aggiunto del resort collegato al Casinò, ma si può rimediare. Perché non pensare a ricollocare gli uffici amministrativi in area Piazzale Roma o al Vega (a due passi dal Padiglione Aquae) e realizzare poche camere ma di super lusso a Ca’ Vendramin Calergi assieme all’attiguo palazzo Ca’ Marcello? Che splendida suite sul Canal Grande sarebbe l’ufficio del presidente!”.

Il sindacato critica anche il piano di rilancio del Casinò presentato dall’amministrazione veneziana.

“Quello che ci è stato presentato – conclude la Cgil – è un Piano di (destruttur)Azione Industriale. Non sappiamo chi ne sia l’oscuro (o oscuri) estensore, ma non ci sembra molto pratico. L’abbiamo atteso per mesi e mesi e siamo profondamente delusi. Mesi di attesa e adesso ci sono quaranta giorni per non mettere in liquidazione l’Azienda! Normalmente è un Amministratore Delegato, un manager vero, che redige il Piano Industriale dell’Azienda. Dateci un amministratore Delegato, che sia a tempo pieno, che abbia esperienza (non necessariamente del settore) e competenza riconosciute. Dateci un Manager che sappia lavorare al rilancio, perché a partire dai costi non se ne viene fuori. Ci vogliono i ricavi”.

 

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